Chapter 17

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Qualche giorno dopo, il ritorno in ufficio per Lenore fu carico di aspettative e speranze di risolvere i problemi che la attanagliavano. Con passo deciso, si avvicinò alla sua scrivania, pronta a immergersi nei suoi incarichi, ma ciò che trovò lì la colse di sorpresa e sgomento.

Il suo computer era spento, come se non fosse mai stato acceso, e tutti i documenti che aveva lasciato sul tavolo erano scomparsi nel nulla. Uno strano senso di vuoto e disorientamento si diffuse dentro di lei mentre scrutava intorno, cercando di comprendere cosa stesse accadendo.

Confusa e incredula, si diresse verso l'ufficio del suo superiore per chiedere spiegazioni. La sua voce era carica di tensione mentre esprimeva la sua confusione e il suo disappunto. "Cosa sta succedendo? Dove sono i miei incarichi?" chiese, l'urgenza evidente nella sua voce.

Il suo superiore la guardò con un sorriso falso, gli occhi che nascondevano qualcosa di più sinistro dietro la maschera di cortesia. "Mi dispiace, Lenore, ma sembra che non ci siano più casi assegnati a te," disse con una voce monotona, quasi come se stesse recitando un copione.

Le parole colpirono Lenore come un pugno nello stomaco. Era come se il terreno sotto i suoi piedi si fosse improvvisamente sgretolato, lasciandola cadere in un abisso di incertezza e paura. Era chiaro che qualcosa di losco stava accadendo dietro le quinte, e lei era stata esclusa senza alcuna spiegazione.

Con il cuore in tumulto, Lenore fece ritorno al suo ufficio, cercando di tenere a bada le lacrime che minacciavano di sgorgare dai suoi occhi. Si sentiva tradita e abbandonata, eppure determinata a non lasciare che il comportamento dei suoi colleghi la abbattesse.

Fu in quel momento che la porta del suo ufficio si aprì di scatto, facendo sobbalzare Lenore dal suo stato di smarrimento. Alzò lo sguardo per vedere Eli che entrava, lo sguardo pieno di preoccupazione e determinazione.

"Eli..." mormorò Lenore, le lacrime che stavano per tracimare dai suoi occhi.

Eli si avvicinò a lei con passo deciso, il volto segnato dall'espressione di preoccupazione. "Lenore, che sta succedendo? Perché il tuo ufficio è così deserto?" chiese, la voce carica di empatia e solidarietà.

Lenore inspirò profondamente, cercando di trovare le parole per spiegare la situazione. "Sembrerebbe che i miei colleghi abbiano deciso di escludermi dal lavoro. Non ho più casi assegnati a me, Eli, non servo più qui" disse con voce tremante, il tono di sconforto palpabile nelle sue parole.

Eli la guardò con un misto di indignazione e determinazione. "Non preoccuparti, Lenore. Troveremo un modo per risolvere questa situazione," disse con fermezza, le sue parole cariche di promesse di sostegno e solidarietà.

Lenore si sentì improvvisamente sollevata dalla presenza incoraggiante di Eli. Si sentiva meno sola, sapendo che c'era qualcuno disposto a lottare al suo fianco contro le ingiustizie che subiva.

Con un sorriso determinato, Lenore si mise al lavoro, determinata a dimostrare ai suoi colleghi sessisti di cosa era capace. Con Eli al suo fianco, si sentiva pronta ad affrontare qualsiasi sfida che il destino avesse in serbo per lei.

Eli, sconvolto e infuriato per l'ingiustizia subita da Lenore, si precipitò nell'ufficio del direttore, il viso rosso di rabbia e gli occhi fiammeggianti di determinazione. Senza esitazione, iniziò a urlare contro di lui, accusandolo di favoritismo e discriminazione sessuale.

"Il comportamento nei confronti di Lenore è assolutamente vergognoso e inaccettabile!" gridò Eli, la voce tremante di rabbia. "Non posso credere che tu stia permettendo che succeda una cosa del genere!"

Il direttore, visibilmente infastidito dall'esplosione di Eli, cercò di placare la sua ira con un tono calmo ma deciso. "Ti prego, Eli, cerca di mantenere la calma. Ci sono delle ragioni valide dietro questa decisione," disse, cercando di arginare la situazione.

Ma Eli non era disposto ad accettare le scuse del direttore. Con una determinazione incrollabile, continuò a urlare le sue lamentele, denunciando l'ingiustizia e la discriminazione che Lenore stava subendo.

"Non mi interessa quali siano le tue ragioni! Questo è un comportamento vergognoso e non resterò a guardare senza fare nulla!" urlò Eli, la sua voce risuonante nell'ufficio.

Il direttore, irritato dall'insubordinazione di Eli, lo guardò con un'espressione glaciale. "Se continui così, non avrò altra scelta che licenziare anche te" minacciò, la sua voce tagliente come un coltello.

Lenore, con il cuore che batteva furiosamente nel petto, si precipitò dentro l'ufficio del direttore, cercando freneticamente Eli. Lo trovò appena in tempo, bloccandolo con una mano sulla spalla mentre il direttore continuava a minacciarlo di licenziamento.

"Eli, fermati!" gridò Lenore, la voce piena di urgenza e disperazione. "Non fare nulla di stupido."

Eli si voltò verso di lei, gli occhi ancora fiammeggianti di rabbia e determinazione. "Lenore, non posso semplicemente rimanere a guardare mentre ti trattano così ingiustamente," disse, la voce tremante di emozione.

Lenore lo guardò negli occhi, il cuore pieno di gratitudine e preoccupazione. "Lo so, ma non vale la pena mettere a rischio il tuo lavoro per me," disse con voce ferma, cercando di convincerlo a calmarsi.

Ma Eli scosse la testa con determinazione. "Non posso lasciarti sola in questa situazione, Lenore. Se significa mettere a rischio il mio lavoro per difendere ciò in cui credo, allora lo farò senza esitazione," disse con fermezza, gli occhi ardenti di determinazione.

Lenore lo guardò con ammirazione e gratitudine, sapendo che non avrebbe potuto fermarlo. Con un sospiro di rassegnazione, lo afferrò per il braccio e lo tirò via dall'ufficio del direttore, cercando un posto più tranquillo dove poter parlare.

Mentre si allontanavano, il direttore continuava a urlare minacce di licenziamento, ma Lenore e Eli ignorarono le sue parole, concentrati solo sul sostegno reciproco che si stavano offrendo in quel momento di difficoltà.

Mysteries and IntriguesWhere stories live. Discover now