Capitolo 9 Non sono inutile (Parte seconda)

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CHIARA

Una volta arrivata al parco, inizio a camminare senza sosta e senza una vera direzione. Perdo il conto delle sigarette fumate, tuttavia nemmeno la nicotina riesce ad allentare la tensione e il nervosismo che quell'imbecille mi messo addosso.

Ma chi si crede di essere?

Voleva umiliarmi? E non ha smesso nemmeno quando Blake mi ha preso le parti.

Blake...

Nel ricordo di quanto detto dal mio amico, un'idea malsana attraversa i miei pensieri.

Ti faccio vedere io quanto sono inutile!

Agisco d'impulso, tiro fuori dal portafoglio il biglietto da visita di Giacomo, ignoro le notifiche e le chiamate perse e compongo il numero di Arena. Schiaccio i tasti con rabbia e, ogni cifra, è un accidenti a Daryl.

Mentre attendo che Arena risponda, l'ansia si fa strada dentro di me. Non ho pensato a cosa dire, non mi sono preparata un discorso, nulla. Dopo pochi squilli risponde:

«Arena.»

Brava Chiara e adesso?

Cerco di pensare in fretta, ma tra l'agitazione e senso d'imbarazzo, dico solo:
«C-ciao, sono Chiara»

Devo sembrargli un'idiota, che lo chiama e non sa cosa dire.
«Che piacevole sorpresa, non mi aspettavo di sentirti tanto presto.»

Oh nemmeno io, anzi speravo fosse un brutto sogno e non doverti parlare mai più.

Devo riprendermi e cercare di sembrare in primis convincente e poi... seducente.

«Non mi piace far aspettare gli uomini che mi lasciano il loro numero.»

Mi vergogno di me stessa, vorrei sparire nell'oblio, ma Giacomo invece sembra apprezzare. Infatti, dall'altro capo del telefono, sento una risatina di compiacimento.

«Ora sono molto occupato, ma che ne diresti di una cena questa sera?»

Per quanto non ne abbia la minima voglia, né il piacere, tirarmi indietro sarebbe una mossa stupida, dato che l'ho contattato io.

«Sarebbe perfetto!» Rispondo con tutto l'entusiasmo che riesco a far trasparire. «Passo al casinò?»

«Lasciami il tuo indirizzo, vengo a prenderti personalmente.»

Esito, non è una buona idea che sappia dove abito. Anche se potrebbe scoprirlo, non mi va di essere proprio io a informarlo. Rimango in silenzio, indecisa sul come comportarmi, tuttavia la mia reticenza non passa inosservata.

«Ascolta, io non sono il personaggio più pericoloso di New York, specialmente di notte. Ti prometto che farò finta di non sapere dove abiti dopo sta sera.»

Sono sorpresa dalle sue parole. Non so quanto possa fidarmi di lui, forse non posso e basta, ma in qualche modo mi ha tranquillizzata il suo discorso. Ha ragione, New York di sera può essere "cattiva".

Non senza incertezza, alla fine mi convinco e gli comunico il mio indirizzo di casa. Risponde che passerà a prendermi alle otto in punto.

Chiusa la chiamata con Giacomo, mi sento più agitata di prima. Mi si formano in testa una serie di scenari possibili su questa sera, e nessuno di questi è positivo. Mi maledico per la mia tendenza a non pensare prima di agire. Eppure una parte di me è convinta di aver fatto bene. Se ha ragione Blake e Arena ha un piccolo debole per me, potrei davvero cercare di farci ottenere più tempo, o patteggiare in altro modo. Ma dovrò andarci cauta, ragionare davvero questo volta e non lasciarmi trasportare dall'impulsività. Spero solo che questa cena non si riveli una tragedia e, soprattutto, spero che si svolga in un luogo pubblico.

 Una Bruja per il truffatore Donde viven las historias. Descúbrelo ahora