Capitolo 3, Nameless

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Sono passati tre giorni dal furto ed oggi è l'ultimo giorno di libertà: stanotte Zeus sceglierà chi, tra noi giovani, è degno di partecipare ai suoi giochi.
Calcio la palla con tutta la forza che ho e finisce in rete. I colori del tramonto illuminano il prato appena tagliato mentre Niles corre a recuperare la palla. Non dimenticherò mai il timore che brillava nei suoi occhi quando l'ho ritrovato tre giorni fa.
"Name, posso provare io?" mi chiede
"Certo, vado in porta"
Corro sull'erba e mi sento leggera. Indosso la maglia con il mio numero dieci sulle spalle. È dorata quindi è del mio colore preferito.
Do uno sguardo alla finestra della camera di nostro padre: se è tornato, le tende sono chiuse. Queste ultime sono aperte quindi non mi devo preoccupare.
Qui in Grecia ci sono alcune regole da rispettare per noi donne, una di quelle è non poter praticare alcun tipo di sport, soprattutto il calcio. Io sogno col pallone al piede da quando sono piccola: questa sfera di cuoio, queste scarpette dorate e questa maglia rappresentano chi ero, chi sono e chi voglio essere, non chi sarò, ma chi sono di diventare. C'è una grossa differenza tra le due cose.
Ho sempre giocato a calcio di nascosto da Nicolas Romeo, non mi sono mai fatta beccare nonostante sia ancora la mia più grande passione. Odio tutti quegli standard che si impongono alla ragazze di oggi, qui, nel mondo in cui vivo io: vorrei solo poter fare ciò che voglio.
Anche i giovani maschi devono seguire dure regole. Per esempio, Eric e Adam devono seguire, per almeno dodici ore alla settimana, delle lezioni di P.D.M. (Politica e Disciplina Micenea).
"Vai!" urlo appena giunta tra i due pali. Quando sono su questo campo è come se la mia concentrazione fosse completamente finalizzata a ciò che accade a quella sfera che viene calciata, come se tra queste quattro righe bianche perpendicolari tracciate sull'erba ci fosse tutto quello che ho.
Il mio bambino preferito tira e la palla finisce proprio tra i miei piedi. Questo dà il via ad una serie di passaggi.
Niles è uno dei miei fratellastri ma non ha la stessa madre di Eric e Adam. Questi ultimi sono figli di Nicolas Romeo Sparks e la sua prima moglie, Odette. Lei era una modella: occhi verdi con sfumature nocciola, come quelli di Eric, e capelli marroni, esattamente come Adam. Successivamente si sono separati e, nell'arco dei dieci anni passati da Nicolas come un padre single, trovarono me. Poi 'papà' trovò di nuovo una donna: questa volta si chiamava Virginia, un'imprenditrice che si occupa della vendita delle ville più contese qui in città. Lei era già sposata, infatti è la madre di Arlene. È così che si sono conosciuti mio fratello e la sua ragazza. Da Nicolas e Virginia sono nati Niles e Nyke, due gemelli, maschio e femmina. Entrambi biondi ma lei con gli occhi color prato della madre, lui con un occhio ambrato e l'altro verde. Quando Nicolas e Virginia litigarono, decisero di tenere un gemello ciascuno e, naturalmente, 'papà' scelse il maschio.
Niles mi ripassa la palla ed i capelli biondi gli ricadono sulla fronte. Aveva due anni quando i suoi genitori si sono separati e da lì l'ho cresciuto io. È diventato il mio migliore amico, siamo cresciuti insieme ed abbiamo imparato molte cose dall'altro. Penso che questo bambino rappresenterà sempre una parte fondamentale della mia vita.
Accompagno il mio fratell(ino)astro in casa e mi lavo. Poi mi siedo a cena con la testa piena di adrenalina: spero di svegliarmi in un altro luogo, a fianco alle ninfe o dove solo il grande Zeus sa.
Adam e Eric scendono dalle loro stanze fino al salone elegante con le loro solite tute da allenamento. Sembrano perfetti, sono esattamente i figli di loro padre.
Niles arriva correndo e si siede accanto a me.
"Hai lavato le mani, Niles?"
Annuisce. "Sì, sì"
Subito ci mettiamo a fare le bolle con la cannuccia nell'aranciata.
Poco dopo sento la porta di casa sbattere. Vuol dire solo una cosa: Nicolas è tornato. Quell'uomo è come un Titano qui dentro. Lo vedo oltrepassare il salone per arrivare a noi, i suoi figli. Ci alziamo in segno di rispetto appena la sua figura incombe su di noi.
"Padre" saluta Adam
Lo segue Eric. "Buonasera, padre"
"Ciao padre" dice la voce giovane di Niles.
Manco solo io. "Ciao Nicolas"
Non è mio padre e lui lo sa. Non sono tenuta a chiamarlo come gli altri e anche a lui sta bene così.
"Buonasera a tutti, figli miei"
Ci saluta uno alla volta e si siede a capotavola. Guardo quegli occhi ambrati, che tutti temono, contornati dalla chioma corvina. La giacca verde richiama la sua carnagione bronzea ed il suo sorriso perfetto non lascia intravedere alcun difetto.
Mangiamo quanto basta: carne, verdura, fritto, frutta e dolce. Durante il pasto Nicolas è impegnato a discutere con Adam di questioni politiche. Ad Eric non rivolge quasi mai parola, è il suo dente debole. Sembra la versione più festaiola e superficiale di Adam, forse è per questo che non gli dà la stessa importanza del maggiore.
"Spero che qualcuno di voi, ragazzi miei, l'indomani si svegli accanto al saggio Zeus, sarebbe bello poter vantare di avere un figlio tra gli Dei" dice Nicolas passandosi una mano tra I capelli lucenti.
"Spero anche io, padre" risponde Adam impeccabile. Lui è il figlio che tutti vorrebbero: intelligente, acculturato e silenzioso.
Eric si limita ad annuire e si dirige verso la sua stanza. Poco dopo Niles lo imita, fa lo stesso anche Adam.
Approfitto di questo momento per parlare con l'uomo che mi ha salvato la vita e sta gustandosi il suo caffè macchiato davanti al camino.
"Nicolas"
"Dimmi figliola"
I suoi occhi color ambra mi fissano intensamente. "Potrei farti una domanda un po' arrogante?"
Lui sorride. "Certo, Nameless, sicuramente non sarà nulla in confronto a quelle che mi rivolgono in assemblea ogni giorno"
"Se qualcuno tra noi tre venisse scelto da Zeus, tu chi pensi che sia?"
La mia domanda lo sorprende come un fulmine a ciel sereno. Si ferma e pensa. Poi dice: "Avete qualità diverse: Adam ha una pacatezza ed una razionalità uniche, Eric è 'creativo' - se così si può dire - ma, in fondo, è molto sensibile, mentre tu..."
Mi osserva con quel suo sguardo deciso. "Beh, tu saresti la più indicata perché hai una determinazione e un'attrazione per l'impossibile che solo gli Dei possono temere"
Detto questo il signor Sparks mi bacia la fronte e mi augura ogni bene. Io me ne resto al centro del salone e, stranamente, ripenso al ladro dagli occhi blu. Chissà se anche lui desidera esser preso in considerazione dagli dei, in fondo, era giovane, potremo ritrovarci entrambi con Zeus.
Salgo nella mia stanza e guardo la foto sul comodino: questa vita non mi appartiene. So che sono fatta per qualcosa di diverso, che le tre Moire stanno tessendo per me qualcosa di totalmente opposto da quello che sto vivendo e ne sono convinta. Forse Zeus saprà darmi le risposte.
Mentre mi preparo al riposo, il mio telefono vibra. Sul display appare lucente un messaggio:

Nathalie
《Buonanotte Nameless, voglio che tu sappia che sei sempre stata la mia migliore amica. Sono convinta che gli dei sceglieranno te perché una determinazione come la tua non è comune e, di certo, questo a Zeus non sfuggirà. Buona fortuna sorella, io sarò qua ad aspettarti.》

Nat c'è sempre stata ed io sono sempre stata presente per lei, anche quando è scappata di casa a sedici anni o quando ha passato il periodo peggiore della sua vita. Lei è sempre stata la sorella che io non ho mai avuto. Penso ad una risposta adeguata da scriverle ma non mi esce fuori nulla di più convincente...

Nameless
《Ti voglio bene sorella. Grazie e buonanotte》

Come il telefono cade sul comodino, la mia testa cade sul materasso caldo.
Il sonno mi culla proprio qui. Sento qualcosa che mi sposta, come una forza fatata. Prego e spero che stia accadendo davvero.
Mi sento così leggera...
Così forte...
Così...Invincibile.
"Nipote cara" dice una voce divina "finalmente ti ho trovata"

NamelessWhere stories live. Discover now