Domanda a Trabocchetto

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Elena rimase senza fiato. Non sapeva chi fosse il leader del progetto Omega. Non lo aveva mai nominato nel suo romanzo. Si era limitata a descrivere la sua ombra, la sua voce e il suo potere. Era un personaggio misterioso, che dirigeva l’organizzazione segreta e che controllava le creature create dal progetto. Era un personaggio che nessuno conosceva e che nessuno osava sfidare.
Elena capì che quella domanda era una trappola. Se avesse risposto a caso, i suoi rapitori avrebbero capito che stava mentendo, e l’avrebbero uccisa. Se avesse detto di non saperlo, i suoi rapitori avrebbero pensato che stesse nascondendo qualcosa, e l’avrebbero torturata. Se avesse detto la verità, che non lo aveva mai inventato, i suoi rapitori avrebbero pensato che stesse scherzando, e l’avrebbero insultata.
Elena doveva trovare un modo per uscire da quella situazione. Doveva trovare un modo per guadagnare tempo e creare un’opportunità di fuga. Doveva trovare un modo per salvare la sua vita.
Elena decise di fare una cosa che sapeva fare bene. Decise di inventare una storia. Una storia che fosse credibile, ma non verificabile. Una storia che fosse interessante, ma non pericolosa e che fosse utile, ma non compromettente.
Elena guardò i suoi rapitori, e disse: “Il leader del progetto Omega si chiama Leonardo. È un genio della scienza e il creatore delle creature. È anche il padre di una di loro, la ragazza di cui si innamora Marco, il mio protagonista. Leonardo ha scoperto il modo di alterare il DNA umano, e di conferire ai suoi soggetti delle abilità straordinarie. Ma ha anche scoperto che il suo esperimento ha degli effetti collaterali, che le sue creature sono instabili e pericolose, quindi lui facendo ulteriori modifiche al DNA causando dolore alle proprie cavie. Questa è la trama del mio romanzo”.
Elena sperò che la sua storia fosse convincente, che i suoi rapitori credessero che Leonardo fosse il leader del progetto Omega. Sperò che i suoi rapitori si distrassero, e le dessero una possibilità di scappare.
Ma i suoi rapitori non erano ingenui. Si resero conto che Elena stava inventando una storia. Si resero conto che Elena non sapeva chi fosse il leader del progetto Omega. Pensarono che Elena fosse una spia e che dovevano eliminarla.
“Non ci prendi in giro”, disse uno di loro, con un tono glaciale. “Sappiamo che Leonardo non esiste. Lui non è il leader del progetto Omega. Sappiamo che stai mentendo e devi morire”.
Elena sentì il terrore invaderla. Si rese conto che la sua storia non aveva funzionato e che i rapitori non le avrebbero dato una seconda chance, erano pronti a ucciderla.
Vide uno di loro alzare la pistola e puntarla alla sua testa. Vide l’altro sorridere e dire: “Addio, Elena. È stato un piacere conoscerti, credo”.
Elena chiuse gli occhi, e attese il colpo. Ma non arrivò mai.
Sentì un rumore di sirene e di porte che si aprivano con uno che disse: “Polizia, abbassate le armi. Siete circondati”.
Elena aprì gli occhi, vide dei poliziotti entrare nella stanza, i rapitori gettarono le pistole e alzarono le mani. Vide un poliziotto avvicinarsi a lei per tagliarle le fascette e un altro dirle: “Signora, siamo qui per aiutarti. Siamo qui per il progetto Omega”.
Elena non capì cosa stesse succedendo e come avessero saputo dove fosse. Non sapeva come i poliziotti avessero saputo del progetto Omega e se erano veramente ciò che dicono di essere.
Ma capì una cosa. Capì che era viva e che aveva una speranza.
Elena sorrise e disse: “Grazie. Grazie di tutto”.
Elena non sapeva chi fossero i poliziotti e cosa volessero da lei. Ma sapeva che erano la sua unica speranza di salvezza. Sperava che fossero dalla sua parte, che la proteggessero dai suoi rapitori. Sperava che fossero interessati al progetto Omega e che la aiutassero a svelarlo.
I poliziotti portarono Elena fuori dalla stanza e la fecero salire su una macchina. Le dissero che l’avrebbero portata in un luogo sicuro e che l’avrebbero interrogata. Le dissero che erano della divisione speciale, che si occupavano di casi delicati e segreti. Loro conoscevano il progetto Omega, lo stavano indagando da tempo. Le dissero che il suo romanzo era una prova importante, volevano sapere come l’aveva scritto.
Elena non capì come i poliziotti avessero saputo del suo romanzo o del progetto Omega. Non seppe spiegarsi come i poliziotti avessero saputo dove fosse se fossero amici o nemici e se potesse fidarsi di loro.
Ma sapeva una cosa. Che il suo romanzo era più di una storia, era una chiave che apriva la porta di un mondo nascosto. Un mondo di scienza, di mistero, e di pericolo. Un mondo che la coinvolgeva e che la sfidava.
Elena decise di collaborare con i poliziotti e di raccontare loro tutto quello che sapeva e di chiedere loro tutto quello che voleva sapere. Decise di scoprire la verità sul progetto Omega e di renderla pubblica.
Elena sorrise, e disse: “Andiamo. Ho tante cose da dirvi”.
Elena salì sulla macchina dei poliziotti, e si preparò a partire. Si sentiva al sicuro e sperava di arrivare presto in un luogo sicuro. Ma non sapeva che il pericolo era ancora in agguato.

Omega: La Scrittrice Che Scoprì Il ComplottoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon