| Capitolo 2 | ... 2.0

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/ DIEGO /

Che gioiosa svolta degli eventi. Io e mr. Cappotto da Donna (il quale quel giorno aveva deciso di vestirsi da uomo, ma dettagli) attendevamo in un teso silenzio la medesima, splendida ragazza. Persino la natura intorno a noi sembrava trattenere il respiro, tanto che riuscivo a udire i suoni del traffico di Firenze, oltre certo ai rumori prodotti dai due gemelli soprannaturali.

L'unica consolazione al mio umore nero era la certezza che Naay stesse arrecando a suo fratello molto più male di quanto ne ricevesse. Il marchio, seppur attivo, era relativamente tranquillo, segno che lei non era in pericolo di vita e non desiderava una mia interferenza nella rissa.

Non erano certo state le parole di Cail a trattenermi, infatti... quanto la consapevolezza che lui, grazie al suo medaglione, doveva percepire la stessa cosa. Era a sua volta connesso con Naay e lo sarebbe stato per sempre. Dover convivere con quella consapevolezza era più semplice quando non era nel raggio di un chilometro da me... o, peggio, da lei.

Cail non diceva nulla e guardava dritto davanti a sé, ma emanava un'aura sinistra, evidentemente desiderando a sua volta che lo beassi della mia assenza.
See, ti piacerebbe.

"Dunque..." spezzai il silenzio, per dimostrargli che non mi intimidiva; "Sei in circolazione da tanto prima di Naay?"

L'Aesir si volse di scatto, l'astio annacquato dalla sorpresa.
"Come potresti mai sapere, mortale, che sono nato prima di lei?" sgranò gli occhi "Frena un istante! Te l'ha detto Naayra, non è così? Ha ricordato qualcosa?"

Malgrado non mi potesse soffrire, non poté evitarsi di pormi quella domanda, con un'ombra di speranza. Maledizione, era l'ultima cosa che volessi offrirgli.
Contrassi il pugno destro dove lui non poteva vederlo e gli rivolsi un freddo sorriso.

"Ha dei flashback quasi ogni settimana e me li racconta uno ad uno, ma temo non abbia mai accennato a te."
La seconda affermazione era una clamorosa menzogna e lui lo comprese. L'accenno di un sogghigno gli si formò sull'angolo del labbro.

"Molto bene, ne discorrerò direttamente con lei. Naayra non sarebbe mai tanto indelicata da narrare certi ricordi al suo amante del momento."
Fu il mio turno di incassare. Quel bastardo...

"Forse, chissà, le sarebbe più difficile parlarne con il suo ex... Forse le creerebbe ancora più confusione di quanto abbia bisogno. Sta cercando di ricostruire la propria identità, nel caso ti fosse sfuggito!"

Cail mi fissò con una repentina e sconcertante ombra di divertimento.
"Quale disinteressata opinione... peculiare, non c'è che dire. Sai di non aver modo di tenermi lontano da lei, dico bene? Tra l'altro, sono il solo a poterla aiutare in questo senso e ho tutto il tempo del mondo per farlo."

Sapevo cosa stava facendo. Voleva che io prendessi le staffe, che lo attaccassi per primo.
Per quanto fossi una creatura impulsiva, non ero tanto idiota.
Scossi il capo e salutai con una mano la snella figura di Naay che si approssimava a passi fieri e pesanti, alle sue spalle.

"Già... Buona idea, prenditi i tuoi tempi. Io invece ho una vita sola e non intendo sprecarla. Se non ti dispiace, saresti in mezzo."

Lo superai per ammirare la selvaggia bellezza di una Naay scarmigliata e con un piccolo taglio sullo zigomo che si rimarginava di fronte ai miei occhi.
"Ehi, piccola!"
"Scusate per l'attesa, ma andava fatto!"
Il sorriso soddisfatto con cui mi abbagliò avrebbe potuto ravvolgere il crepuscolo e far tornare il sole. Notò anche Cail, ma con mia soddisfazione fu più rigido e contenuto il cenno che rivolse a lui.

"Ehi, lungi da me lamentarmi. Tu stai bene? Dove Drax ora?"

"A leccarsi le ferite." disse orgogliosamente "Io ho solo qualche graffio, ma guarirà in un paio d'ore."
Questa era la mia ragazza.
"Fiero di te." le dissi onestamente e d'impulso la trassi a me in un bacio.

Lei emise un verso di sorpresa e dapprima rispose, ma un istante dopo si ritrasse di colpo.
Il mio cuore sprofondò, come si volse di scatto verso Cail, prima di realizzare che lui stava scomparendo sotto i nostri occhi.
Letteralmente, divenne trasparente come l'aria e ad essa si fuse, prendendo il volo.

"Cail, aspetta!"
La fissai, mentre lei imprecava e muoveva qualche passo frustrato.
"Merda!"
Incrociai le braccia, continuai ad osservarla.

Realizzato che Cail era ormai lontano, qualcosa nel suo viso scattò. Un lampo magmatico le attraversò gli occhi, mentre si volgeva verso di me.

"Perché l'hai fatto?"
"Fatto cosa? Spiegami, Naay, tutto a un tratto non vuoi che ti baci? Perché non mi sembrava che avessi problemi al riguardo in Grecia..."

Lei sgranò gli occhi.
"Sì, certo che lo voglio... Che ti voglio! Ma non così!"
Scossi il capo. "Con 'così' intendi per caso: non di fronte a lui? Di nuovo, perché?"

"Perché l'hai fatto unicamente per ferirlo!" esplose lei, ponendo le mani avanti "Che volevi, marcare il territorio?"
Mi scappò da ridere. "Puoi biasimarmi!? Naay, non hai idea di quanto quel tizio sia stronzo, quando vuole... ed è il tuo ex! Non pensi che dovrebbe farsene una ragione?"

Avevo la sensazione di aver detto la cosa sbagliata. Gli occhi di lei si assottigliarono e le sue spalle si contrassero.
"Non ci posso credere! Neppure lo neghi?"

Ora stavo iniziando ad arrabbiarmi a mia volta.
"Naay, che ne è stato di 'millenni nel passato'? Sicura al cento per cento di non provare più nulla per quel Cail, figlio di Ail? Ehi, ora dove vai? Fermati... parliamone!"
Si era allontanata di dieci metri in un unico balzo, per poi iniziare a imbastire il bozzolo protettivo a forma di ovetto Kinder che usava per spostarsi sottoterra a velocità sovrumana.

L'ultima cosa che vidi di lei fu un infuso di delusione e la rabbia nei suoi grandi occhi del colore della terra bagnata. 

"Se ne parlassimo ora, finirei per dire qualcosa che non penso. Dì alla mamma che mi dispiace, ma mi è passata la fame."

"Sei seria?"

Lo era. Nell'arco di un istante, si rinchiuse completamente nel bozzolo e scomparve al di sotto del livello del terreno, dov'era per me irraggiungibile.

"Merda!" imprecai, calciando lontano una roccia. Quasi me lo figuravo, l'irritante sogghigno di Cail, mentre realizzava quanto importante fosse ancora per Naay.
Senza dubbio ora lei si aspettava delle scuse da me...
Un peccato che non fosse l'unica in grado di provare delusione e rabbia.

Davvero avevamo appena litigato per una cosa del genere?
Soprattutto, dove accidenti era andata?

L'abisso del cieloWhere stories live. Discover now