CAPITOLO 3

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Matteo

Stavo camminando nei corridoi, sembravo uno zombie ieri sera non sono riuscito a dormire molto.

<<Hey walking dead.>> Andrea mi diede una pacca sulla spalla mentre proseguiva con i suoi "complimenti" <<Sembri uscito da un film horror.>>

<<Nottata in bianco.>> risposi alzando le spalle.

<<Mh capisco, da solo a casa a fare chissa chè..>> mi prese in giro con fare malizioso.

<<Ma smettila!>> risi dandogli un pugno sulla spalla. Andrea sapeva trovare un doppio senso in tutto, è quel classico amico che tutti abbiamo a qui devi stare attento a quello che dici o sarai perculato per un po' con Andrea a tempo indeterminato.

Mi diressi verso la classe quando incrociai Chiara e mi avvicinai con un mio solito sorriso.

<<Ancora arrabbiata per ieri sunrise?>> lei in cambio mi rivolse un'occhiataccia che parlava da sé.

<<Non ti consiglio di sfotterla, è una belva da ieri pomeriggio a causa tua.>> mi comunicò Noemi sottolineando le ultime due parole.

<<Non mi pare di aver parlato con te riccia.>> risposi non guardandola e mantenendo la mia attenzione fissa su Chiara finché la sua voce rimbombò nel corridoio quasi vuoto.

<<Cosa vuoi Matteo? Hai letteralmente rubato la mia scena a pianoforte, il mio unico luogo dove posso stare lontana dalla tua fastidiosa voce, non ti basta?>> mi fronteggiò lei, era impassibile, ferma lì davanti a me aspettando una mia risposta e ammetto che io ho sempre le risposte pronte ma le sue parole mi avevano un po' destabilizzato "Ripigliati Matteo".

<<Io non ho rubato la scena a nessuno sunrise, la scuola di musica è un luogo pubblico, ho il diritto di suonare il pianoforte o qualunque altro strumento.>> la mia voce aveva assunto una nota di freddezza. "Ma chi si crede di essere?" continuai <<Il mondo non gira intorno a te sunrise.>>

Ricevetti uno sguardo gelido e si raddrizzò <<Smettila di chiamarmi così.>> 

<<E privarmi delle tue reazioni? no grazie>> la presi in giro.

Stava per aggiungere altro quando la campanella suonò e un sorriso si allargò sul mio volto.

<<Sembra che tu debba andare in classe sunrise che sennò il prof si arrabbia.>> scherzai ancora rivolgendole uno sguardo carico di divertimento.

Lei si voltò camminando verso la sua classe e io feci lo stesso mentre Noemi mi seguiva <<Sei un coglione.>> mi diede una spinta leggera,<<Grazie.>>

Le lezioni erano monotone come sempre, non ascoltavo, parlavo solo se necessario, disegnavo e aspettavo le ore di laboratorio di arte.

Alla terza ora ebbi la prova d'ingresso di matematica che per me era una lingua sconosciuta, guardai la prova non capendo assolutamente nulla e guardandomi in giro in cerca di suggerimenti "Dai Matteo almeno un esercizio uno" ma il mal di testa mi assaliva nuovamente.

"Non è possibile, mi rifiuto di crederci, abbiamo fatto tutti gli accertamenti! Lui sta bene!"

Mi massaggiai le tempie, stavo sudando di nuovo, i muscoli erano tesi.

<<Si sente bene signor Bianchi?>> la voce del professore era ovattata e alzai lo sguardo. <<Si.>> "No, basta mentire, non stai bene!" misi a tacere la voce nella mia mente.

Consegnai il foglio in bianco e me ne andai in bagno a lavarmi la faccia riflettendo di nuovo la mia sagoma nel pezzo di vetro "Come sei messo Matteo? Bene." Io stavo bene, ero vivo, respiravo, stavo bene.

Uscì dal bagno sfoggiando uno dei miei soliti sorrisi la campanella era suonata ed era ricreazione.

Raggiunsi Andrea che era alla macchinetta del caffè, gli diedi una pacca sulla spalla.

<<We futuro ingegnere, non pensavo che voi dello scientifico avevate tempo per la pausa caffè>> sfoggiai un sorriso amichevole.

<<Sese sfotti sfotti che intanto tu andrai a lavorare al Mc Donalds.>> mi guardò con fare di superiorità.

<<Ma fottiti! Io sarò a Parigi a dipingere quadri mentre te sarai in ufficio con trenta chiamata al giorno.>> "Se ci arrivi" odiavo la mia mente.

Roteò gli occhi al cielo e bevve il caffè in un sorso e con la testa mi fece cenno di girarmi così feci nemmeno il tempo di capire che stesse succedendo che una mano mi colpì sulla guancia.

Alzai lo sguardo e davanti a me c'era una figura femminile ma non era Chiara, incrociai il suo sguardo, Aurora.

La guardai sbigottito mentre la rabbia mi salì lungo il corpo finchè non sbottai <<Ma che cazzo di problemi hai?>> lei mi riservò uno sguardo carico di odio e freddezza

<<Perchè ti sei iscritto al pianoforte?>>

<<Perchè mi piace suonare il pianoforte?>> risposi ovvio.

<<Non dire cazzate, vuoi rovinare Chiara? Va bene, ma solo a scuola. Fuori voi non vi conoscete, la sua vita, i suoi hobby non sono affari tuoi>> allora parlai con assoluto disprezzo.

<<Tu pensi che volevo capitare con Chiara mh? Odio dover suonare con lei il pianoforte ed è una vera rompicazzo ma mi adatto, il mondo non gira intorno a voi, ficcatevelo in testa.>> mentì, avevo chiesto io di essere messo con Chiara per romperle perché vederla incazzata era bello così potevo prenderla in giro.

Rimase un'attimo scioccata e continuai <<Pensavi fossi la per lei?>> risi.

<<Si, perché..perché pensavo l'amassi.>> era imbarazzata, la sua faccia diventò di un colorito rosso che non le donava affatto.

Scoppiai a ridere letteralmente e alla mia risata si unì quella di Andrea. <<Hai sparato la cazzata più bella dell'anno Aurora.>> la guardai mentre senza dire nulla si allontanò in fretta.

Le lezioni terminarono e mi recai a casa, fortunatamente quel giorno non sarei dovuto andare a lezione perciò mi misi a giocare alla play, poi pitturai e giocai di nuovo così per tutto il pomeriggio. Era un circolo vizioso che non si interuppeva mai. 

In salute e in malattia sempreHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin