Capitolo 54. Diagnosi esplosiva

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"Sta bene, non serve tutta questa agitazione" borbotta Athena, ma a giudicare da tutti noi che ci giriamo verso di lei sembra essersene pentita amaramente.

"Come dici?" La guarda Alex.

"Niente" si mette a braccia conserte e guarda altrove. "Era una mia riflessione".

"Allora dilla ad alta voce" Alex si avvicina verso di lei, con un tono che non gli ho mai sentito. "Così la smetti di nasconderti e magari inizi ad affrontarmi".

Athena scatta sfidandolo con lo sguardo, Alex la sovrasta con la sua altezza.

"Ho detto che non c'è bisogno di tutta questa preoccupazione" ripete lei, agguerrita. "Contento? Chi si nasconde?"

"Tu" sibila Alex. "E comincia ad infastidirmi".

"Allora che vorresti fare? Io svolgo solo il mio lavoro di monitoraggio, non darti troppe arie, so a cosa stai pensando".

"Allora sai che sto pensando a non assecondarti più" alza lievemente la voce. "Fin quando tu la smetterai di nasconderti da te stessa, da quello che vuoi e da quello che potresti essere".

"Io so chi sono, quante volte devo ancora ripetertelo?"

"Allora stammi lontano, quando magari smetterai di leggere il tuo 'Libro della Giungla' e ti sveglierai, fammi uno squillo".

Alex cammina verso la porta. Senza salutare se la chiude andandosene.

Athena rimane attaccata al muro, con lo sguardo perso nel vuoto e il respiro accelerato.

Inizia a fare talmente caldo in questa stanza che magari per le vacanze potremmo rimanere qui.  

MADISON

"Allora? Ci sono novità?"

"Purtroppo sì, Madison".

Il Dottor Lee esce da una stanza che si è accertato di decorare con poster e pistole finte per non far spaventare Tommy, che sembra più emozionato del previsto e non deve essersi neanche accorto delle analisi che gli sono state fatte.

"Mi dica che ho sentito male e che non ha detto purtroppo".

"Siediti".

Mi accomodo sulla sedia davanti alla scrivania del suo ufficio, sono sicura che per la mia tensione gli risponderò male.

Si toglie gli occhiali, le mani incrociate sulla scrivania e il volto abbassato.

"Le analisi confermano quello che ti è stato detto, c'è qualcosa nel sangue di tuo fratello. È un composto molto difficile e complesso da creare, perché si può manovrare dall'esterno. È come se fossero tanti microscopici chip che si sono legati ai globuli rossi e circolano in tutto il corpo. Basta un comando per farli attivare e.... lo sai".

Sono immobile, come una pietra con il cuore di ghiaccio. Passano diversi istanti prima di dare una risposta di senso compiuto.

"C'è..." ho un nodo in gola. "Un modo per guarirli?"

"Un antidoto potrebbe esistere, ma è incredibilmente complesso da creare e ci vuole tempo, vari esperimenti" sospira. "Io e i miei colleghi ci impegneremo notte e giorno per guarire la tua famiglia, ma capisci che necessiterà del tempo".

Stringo i pugni. "Di quanto tempo si parla?"

Sospira, prende tempo. "Dai sei ai nove mesi".

Poggio la mano sulla scrivania, rischiando di svenire e cadere in avanti. L'ansia inizia ad invadermi e non importa quanti addestramenti io faccia per controllare le mie emozioni, Jack sarà sempre e solo l'unico antidoto.

E per preservare la sua vita e quella della mia famiglia non può saperlo.

Non può essere al mio fianco questa volta.

"C'è dell'altro" continua il dottore. "Non ne siamo sicuri ma te lo spiegherò in maniera molto semplice. Riteniamo che questi microchip esplosivi abbiano una data di scadenza".

"Che significa?" Rispondo immediatamente.

Continua a non guardarmi. "Significa che Clara potrebbe aver impostato un timer, una sorta di conto alla rovescia. Hai detto che ha un pulsante con cui potrebbe farli attivare, lo hai visto tu stessa?"

Rifletto. Faccio 'no' con la testa.

"Che lei lo abbia o meno, se è vero ciò che potremmo aver scoperto, non c'è nessun pulsante che lei ha. Non sappiamo quando, ma prima o poi queste microscopiche mine esplosive potrebbero effettivamente scoppiare. Lei ha teoricamente impostato un timer, quindi non so quanto tempo abbiamo per trovare l'antidoto. Queste sono teorie, potrebbe esserci il pulsante come dice lei, potrebbe non esserci il timer e basta distruggere lei che non prema il pulsante. Non sappiamo molto, Madison. Questo è tutto ciò che per ora abbiamo scoperto".

Fisso il pavimento, le orecchie iniziano a fischiarmi e nella mia testa rimbomba il suono di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere.

"Madison" mi chiama il dottore. "Hai bisogno della tua squadra, non puoi farlo da sola. È troppo complesso emotivamente e avete bisogno di un piano. Sono certo che..."

"No", lo interrompo. "Non ha capito che basta una parola per fare sì che Clara uccida la mia famiglia. Io non rischierò, potrebbe anche aver iniettato... non so, telecamere per spiarmi" inizio a delirare. "E se avesse fatto altro e sapesse esattamente come controllarmi? È stata via mesi, sono sicura che non si sia lasciata sfuggire niente. Io non li metterò più a rischio di quanto non siano. Né la mia famiglia né la mia squadra. Sto pagando le conseguenze del mio errore".

"Non è colpa tua" mi dice. "Non avresti potuto prevedere una cosa del genere".

"Avrei potuto fare di più, mi sarebbe dovuto venire qualcosa in mente. Invece mi sono lasciata trasportare dalle distrazioni".

"Non sei abbastanza addestrata per avere questo tipo di mentalità seria e distaccata, quello che è successo è ovvio. E poi, dopo quello che hai fatto, non puoi darti la colpa più di nulla, Madison".

Ho la voce spezzata. "E invece è quello che penso, dottore".

"Pensi che gli altri non abbiano fatto lo stesso che hai fatto tu? Eppure, loro fanno questo da una vita, secondo il tuo ragionamento avrebbero dovuto essere decisamente più vigili. Ti sembra che stiano pensando al lavoro?"

Non rispondo.

"Non lasciare che il senso di colpa ti divori, è quello che vuole lei. Non capisci il suo gioco?"

Mi alzo in piedi, le gambe per poco cedono. Ho bisogno di respirare aria fresca.

"Grazie per le telecamere e il prezioso aiuto, ho bisogno che mi teniate aggiornata per la scoperta della cura".

Il Dottor Lee si alza, mi accompagna all'uscita. "Tuo fratello è da quella parte, Madison. Stai attenta, figliola. Mi trovi qui".

"Grazie davvero, dottore" gli stringo la mano. "Ad oggi nessuno di noi sarebbe qui senza di lei e il suo prezioso supporto".

"Hai salvato i miei ragazzi, questo è il minimo che posso fare" sorride. "Puoi sconfiggerla, Madison. Lo hai già fatto, non lasciare che prenda il controllo della tua mente, quello sarà il suo obbiettivo. Vuole farti uscire fuori di testa colpendo i tuoi punti deboli che ormai conosce bene, impedisciglielo. Vuole farti rimanere sola, mangiarti lentamente. Tu sei più forte di lei, scopri i suoi punti deboli e sfruttali a tuo vantaggio".

Le parole del dottore sono di grande aiuto.

"Non gliela farò passare liscia, dottore, ci può giurare". 

Sidereus 2Where stories live. Discover now