Capitolo 53. Thomas

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"Hai perfettamente ragione" mi volto verso Madison. "Tutto quello che hai detto".

La mia ragazza è in palpitazione.

"Madi! Perché hai detto una bugia alla mamma! Sei vecchia, devi sposarti. Se glielo dici è felice, non devi vergognarti".

Madison posa una mano sulla bocca di Thomas. "Non deve saperlo, d'accordo? Nessuno. Sarà il nostro segreto".

Annuisce in maniera decisamente rapida.

"Quindi siete dei supereroi. Posso partecipare anche io?"

Madison gli accarezza la testa, non parla. Percepisco qualcosa che non mi convince, non mi ha ancora detto perché il ragazzino è qui. Non che mi disturbi, ma dai suoi occhi fin dall'inizio qualcosa non mi convinceva. Quei messaggi erano frettolosi, le risposte superficiali. È subito andata via con la sua famiglia, come se stesse scappando da qualcosa.

Ha paura che io li possa incontrare?

"Quando sarai più grande". Dice lei. Ci alziamo. "Vuoi qualcosa da mangiare?"

Riflette ancora, alternando lo sguardo da me a Madison.

"Ma voi due..." arrossisce, come la sorella. "Vi baciate... in bocca?"

Madison sgrana gli occhi, inizia a giocare con i suoi capelli. Trattengo un enorme sorriso.

"S...no. Non..."

"Vuoi vedere?"

Madison mi dà un leggero colpo sul braccio, Thomas spalanca la bocca.

"No, no, no, ci credo".

"Sei geloso, soldatino? Mi permetti di dare qualche bacio a tua sorella?"

Esita, si attorciglia le dita pensieroso. "Uno e basta".

Mi sfugge una risata. "Solo uno?"

Annuisce velocemente, con le guance paffute rosse, guardando verso il basso.

"Posso darglielo ora?" Chiedo.

Madison si imbarazza persino davanti a suo fratello, amo la sua riservatezza.

"No, mi vergogno" si muove verso la cucina a passo svelto. "Fate le vostre... cose. Io vado a farmi un panino. Posso, Madi?" Si blocca, terrorizzato di rigirarsi.

"D'accordo, ma non fare disastri". Sorride lei.

Con le sue gambe corte sgattaiola in cucina, lasciandomi l'onore di baciare sua sorella.

La prendo dal fianco, stringendola a me.

"Visto? Ho già conquistato tuo fratello".

"Forse l'hai sconvolto" ride. "Sei proprio illegale, in tutti i sensi".

"No...." la correggo. "Sono un supereroe".

Catturo le sue labbra, per qualche dolce minuto. Ansimo su di esse.

"Stai bene?" Sussurro.

"Finché sei vicino a me".

"Ricordati, amore. Se hai qualche preoccupazione, dubbio, problema, ti prego, parlane con me".

Stringe le mie braccia.

"Certo" bisbiglia. "Va tutto bene".

"Riguarda me? Non vuoi che incontri i tuoi genitori? Capisco le tue preoccupazioni, prometto che..."

"No", scuote la testa. "Tu sei perfetto, davvero. Non dubitare mai di questo, per favore. Sto solo facendo le cose con calma, ti spiegherò tutto quello che vuoi sapere, solo..." appoggia la sua fronte sulla mia. "Devo metabolizzare".

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