Questa volta non commetterò errori. Non fallirò.

Sebbene fosse contrario alla sua natura usare la forza, alla fine dovette assestare qualche gomitata qua e là, per riuscire a farsi largo, e alle otto meno un minuto giunse finalmente di fronte al portone dell'edificio.

È tutta colpa di quel barista.

Ogni pomeriggio, prima di andare in studio, passava sempre nello stesso bar – il medesimo in cui si era fermata il suo primo giorno a New Orleans. Era vicino al suo appartamento e, inoltre, faceva la bevanda più buona che Iliana avesse mai assaggiato: cioccolata calda, che lei condiva con una bella dose di panna montata e meringa sbriciolata.

Sin dal suo primo giorno di lavoro, per fare bella impressione su Victor, gli aveva portato un caffè americano senza zucchero (avere un dossier con tutte le informazioni di base sui suoi gusti personali era un vantaggio enorme, per un Custode, così che fosse più facile entrare in confidenza con l'umano affidatogli). Lui aveva apprezzato il gesto e la faccenda era diventata una routine: Iliana arrivava sempre in studio con il suo caffè nero e la propria cioccolata calda. Una volta aveva provato a offrirne un po' a Victor, ma lui aveva storto il naso e aveva commentato di odiare le cose dolci e che anzi non capiva come facesse lei a ingurgitare roba del genere e non finire per vomitare arcobaleni.

Solo mentre saliva le scale e sorrideva al ricordo, Iliana si rese conto di non avere in mano il cartone con i due bicchieri: li aveva dimenticati sul bancone del bar.

Oh, no... accidenti! È tutta colpa di quel barista – si ritrovò di nuovo a pensare.

Il ragazzo che la prima volta le aveva offerto l'espresso più dolce del mondo – e una guida turistica della città – non aveva demorso al suo rifiuto e, anzi, aveva preso il suo continuo andar lì come un indizio sul fatto che il suo interesse fosse ricambiato e che la ragazza stesse solo facendo la difficile.

Niente di più sbagliato.

Non era raro che un essere umano prendesse una forte sbandata per un angelo: era normale essere attratti dalla loro bellezza celestiale, dalla loro luce interiore, dalla vicinanza a Dio... ma la cosa non era di certo ricambiata. Inoltre, era proibito per un angelo innamorarsi di un umano: l'ultimo che lo aveva fatto, era caduto all'Inferno.

Eppure, nonostante i gentili, ma fermi rifiuti di Iliana, il ragazzo – Joseph, come si era presentato il giorno del loro secondo incontro – continuava a tampinarla, tormentarla di domande e chiederle un appuntamento. Non importava quante volte lei gli dicesse di non avere proprio tempo – il che era anche vero, considerando gli orari di lavoro notturni che le impedivano di accettare una cena, ma anche una colazione o un pranzo, dato che passava la maggior parte del giorno a riposare o a lavorare sulle ricerche affidatele da Victor per gli argomenti trattati poi in trasmissione – Joseph insisteva, giorno dopo giorno... e anche quello non aveva fatto eccezione. Nel tentativo di sfuggire alla sua corte spietata, non solo aveva fatto tardi, ma aveva anche scordato di prendere le bevande.

Pazienza: era sicura che Victor avrebbe apprezzato più la puntualità senza caffè, che un caffè in ritardo.

Quando infine, col fiatone e le guance rosse per aver fatto i gradini a due a due, Iliana spalancò la porta dell'ufficio di Victor, erano le venti in punto. Lui, seduto alla sua scrivania, sollevò lo sguardo da un ritaglio di giornale che teneva spiegato sul ripiano.

«Perdonami, ma giù c'è una festa pazzesca e pare che l'intera città sia scesa in strada per assistere» disse Iliana, una mano poggiato contro lo stipite della porta, l'altra premuta sul petto: il suo cuore la stava letteralmente mandando all'inferno con ogni battito accelerato.

𝐒𝐄𝐑𝐄𝐍𝐃𝐈𝐏𝐈𝐓𝐘 | 𝐇𝐀𝐙𝐁𝐈𝐍 𝐇𝐎𝐓𝐄𝐋Место, где живут истории. Откройте их для себя