Capitolo 37. Attacco a sorpresa

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Sorride ancora, poi abbassa il volto. Riflette.

"Stella, io non credo di averti mai chiesto scusa per come sono stata quando Jack non era qui" mi guarda. "Ci ripenso ogni giorno a quanto io sia stata insensibile, davvero ero un'altra persona e mi chiedo se sarei rimasta così per sempre se Jack non fosse tornato".

La ascolto con attenzione e leggermente sorpresa.

"Voi mi avete sostenuta e fatto sentire la vostra presenza anche se io in quel periodo non avevo un cuore e solo ora ripenso a quanto tu abbia sofferto mentre io ti guardavo senza preoccuparmene. Me ne pento amaramente e penso che questo pensiero me lo porterò a vita. Volevo solo ringraziarti per essere stata la mia migliore amica quando io non c'ero, perché tu non mi hai mai lasciata e io ho rischiato di perderti. Mi dispiace, vorrei che un giorno tu mi perdonassi".

Ho bisogno di tempo per metabolizzare le sue parole. Io neanche ci avevo mai pensato a dover ricevere delle scuse, perché avevo capito da quando era in coma in quell'ospedale cosa sarebbe successo appena sveglia. È stato doloroso, è vero. Ma come biasimarla?

Prendo la parola. "Probabilmente se fosse successo a Simon io non vi avrei proprio più rivolto la parola; invece, tu hai assorbito quel dolore come hai potuto e hai cercato di salvarci tutti. Anzi, lo hai fatto. Senza di te io non credo che saremmo qui oggi tutti uniti. Sai perché? Nessuno ci avrebbe ispirati a combattere ed essere coraggiosi, nessuno ci avrebbe dato ordini tanto validi, non saremmo arrivati alla base in tempo e ci avrebbero distrutto insieme al nostro vecchio rifugio. Di conseguenza, non avremmo incontrato il dottor Lee, non avremmo preso l'esercito e Alex non avrebbe incontrato Athena che per ringraziarlo ha liberato Jack. Devo continuare?"

La lascio basita.

"Anche se tu ci avessi voltato le spalle, non ti avremmo mai lasciata. La squadra c'è sempre l'uno per l'altro, ricordi?"

Tira su con il naso, sbatte più volte le palpebre per nascondere le lacrime.

Mi abbraccia improvvisamente, stringendomi anche più forte del previso. "Oh, cavolo. Si vede che hai messo un po' di muscoletti. Ohi! Così mi strozzi".

La sento ridere.

Mi si scalda il cuore. "Come sei bella quando ridi, Madi. Mi è mancato il tuo sorriso".

"A me sei mancata tanto tu, Stella" mi guarda. "Torneremo a casa nostra, te lo prometto".

Ci stringiamo le mani, come gesto di solidarietà. So che le è costato dirmi questa cosa ora, perché nessuno sa cosa sta per succedere.

"Anche io te lo prometto".

Ormai siamo davanti a questo magazzino, piuttosto enorme, grigio, sporco e lontano dal mondo. Attorno a noi sembra di essere in una città fantasma piuttosto spoglia e silenziosa ed è inquietante.

"Procediamo".

Jack da l'ordine, vedo che lui e Madison sono attaccati. Io sono con Simon e ognuno con il rispettivo compagno. Dopo che abbiamo quasi perso Jack ci aspettiamo di tutto. Camminiamo lentamente dentro questo magazzino buio se non fosse per alcuni spiragli di luce che provengono dal tetto. Ormai siamo quasi tutti dentro, ognuno che punta le proprie armi ovunque in cerca di qualche indizio. Alcuni rimangono fuori a controllare o forse non hanno proprio il coraggio di entrare. Madison si gira, pensierosa.

Jack la guarda, aspettando una sua ipotesi.

"Non capisco" la sento dire tesa. "Che significa?"

Ancora silenzio, troppo. Iniziamo a dubitare che sia il posto giusto.

"Jack" continua, più agitata. "Ti prego, vattene via. Non rischiare che..."

"Madison" le accarezza il viso. "Sono qui, andrà tutto bene".

Alex interviene. "Che situazione..."

"Aspettate" dice Athena. "Ho sentito dei rumori provenire da lassù".

"Madi" la chiamo, indico il soffitto. "Guarda".

Madison si gira di scatto e punta il suo fucile d'assalto dove ho indicato e dove Athena sentiva rumori. William, con dietro due soldati e al fianco Clara, sorride guardandoci tutti.

"Benvenuti, iniziavo a credere che avreste deciso di far saltare in aria alcuni newyorkesi. Io lo avrei fatto se fossi stato in voi".

Clara ride, saluta qualcuno con la mano. "Ciao, Jacob".

Madison è rossa dalla rabbia. Jack le posa una mano sulla schiena.

"Allora, William?" Dice. "Siamo qui. E dunque?"

"E dunque, figliolo, non ho nulla da aggiungere" ha un ghigno sul viso. "Attaccate".

Da ogni parte buia di questo magazzino saltano da metri di altezza o si calano con delle funi delle guardie con maschere di Munch e giacche di pelle antiproiettile.

Iniziano a sparare come matti. Jack dà l'ordine di attaccare e si mette davanti a Madison.

Noi andiamo vicino a loro per supportarli. William e Clara non li vedo più.

Non so chi diamine sono queste guardie ma sono forti, abili, feroci soprattutto. Non sono sicura che stiamo vincendo perché vedo solo nostre guardie per terra.

Cerco con gli occhi Simon, lo vedo attaccato da tre guardie. Mi avvicino a lui, so che siamo gli obbiettivi primari e dobbiamo stare uniti.

"Simon!" Mi metto vicino a lui, lo aiuto a far fuori questi pezzenti.

"Stella, stammi vicino. Sono troppi".

Continuano a calare, hanno anche chiuso le porte del magazzino e non possiamo scappare o andarcene. Eppure, da fuori la struttura è molto più grande, come se ci fosse una parte nascosta oltre questa stanza.

"Simon! Dobbiamo andare da Jack e Madi!"

Sono in mezzo al magazzino, i rappresentanti della rivolta sono gli obbiettivi primari. Cerchiamo di raggiungerli vogliono allontanarli da noi e farci separare.

"No!" Grido.

Il magazzino diventa improvvisamente buio, non c'è più luce. Io cerco disperatamente Simon che mi abbraccia allontanandomi alla cieca da questo inferno.

Sento grida, urla. Alcune di dolore altre di vendetta.

Cerco di chiamare i miei amici ma non risponde nessuno, stringo forte a me Simon così tanto che rischio di strappare la sua tuta indistruttibile.

Sento anche la voce di Madison che chiama disperatamente Jack e viceversa. Madison sento che si sta disperando, Jack urla il suo nome.

Cosa li stanno facendo?

"Ragazzi!" Sento una voragine nel petto e una sensazione di impotenza tanto che vorrei uccidermi. È straziante tutto questo.

Il tutto è durato pochi secondi, una mossa a dir poco da far gelare il sangue.

Spiragli di luce tornano ad illuminare la stanza e cerco di capire che diamine è successo e dove siamo.

Io e Simon siamo finiti in un angolo, Alex si è arrampicato, Benji e Liam sono seduti vicino alla porta. Alcuni soldati per terra, altri in piedi confusi.

"Athena!" La chiama Alex.

Niente più William o Clara.

Niente più soldati della HTA.

Niente più Athena.

Niente più Madison e Jack. 

Sidereus 2Where stories live. Discover now