Capitolo 15. Accetto

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"Perché sei rosso come un peperone".

"E hai quella faccia da idiota che assumi sempre quando menti". Aggiungo. 

"Il mio faccino è fantastico. Comunque..." si schiarisce la gola. "Arrivederci".

Senza darci tempo di rispondere chiude la porta della stanza e se ne va.

MADISON

È buio, un momento perfetto per muoversi di nascosto. 

Anche se io credo che sappia che sto arrivando, dopotutto questo è ciò che devo fare, ciò che mi porterà ad essere in pace con me stessa e saldare il mio obbiettivo di vita.

Sono in divisa, non ho timore.

Ma se la indosso significa che l'occasione è di ingente portata.

Sto ripercorrendo lo stesso percorso che abbiamo fatto quando siamo entrati qui qualche settimana fa, nella villa Harrison.

So che lui è qui, perché sta usando questa casa come sua nuova base. Le guardie sono ridotte, perché io ho preso parte del loro esercito. Ma le guardie che sono rimaste sono le più fidate e di conseguenza le più agguerrite, perché vogliono proteggere i loro padroni. Chissà che cosa hanno tramato gli Harrison e William per ricattarli in questa maniera.

Cammino per i condotti di aereazione, ho impiegato più tempo del previsto a distruggere le grate perché le hanno riparate e rafforzate, ma durante questi giorni ho avuto modo con il dottor Lee di studiare tecniche decisamente infallibili che posso sfruttare in ogni situazione. 

Ci sono quasi, sto per arrivare sopra il suo ufficio. 

Non mi preoccupo di essere cordiale e bussare, in ogni caso lo faccio a modo mio. Con un calcio sfondo la grata che cade sul pavimento e io con lei. Sono davanti alla sua scrivania.

Le guardie alle mie spalle mi puntano i fucili, in un paio di secondi mi giro e sparo loro alle gambe per stenderli.

Torno a girarmi verso il mio obbiettivo principale: William Torres.

Continua a scrivere qualcosa come se nulla fosse, solo dopo qualche istante parla.

"Avresti potuto bussare".

"Non ti piace l'effetto sorpresa?"

Alza lo sguardo, sorride. "Quando sei tu a causarlo certo che sì". 

Si alza dalla scrivania venendo davanti a me, si poggia su di essa. "Hai preso la tua decisione?"

Esito. "Accetto".

"Come faccio a sapere che la tua squadra non sa nulla?"

"Ti do la mia parola, o puoi semplicemente vedere dalle telecamere come mi cercano disperati".

Mi fissa. "E come puoi confermare che non cercherai di uccidermi?"

"Durante la notte potrai barricarmi in una stanza sorvegliata da alcune guardie, fin quando non ti fiderai di me".

Si avvicina a me, lentamente. "Perché hai accettato, Madison?"

Sento la sua colonia costosa, percepisco la sua altezza, le braccia allenate. "Perché comprendo che non posso vincere contro di te, tanto vale rendere utile la mia vita in qualcosa".

Alza la mano verso il mio viso cerca di sfiorarlo. Io sono costretta ad accettare questo tocco, altrimenti tutto questo sarebbe vano. Con l'indice accarezza la mia guancia.

"E se ti dicessi che non mi fido? Hai appena sparato alle mie guardie".

Sorrido. "È stato spontaneo, devo abituarmi a considerare loro come alleati".

Abbassa il braccio, mette le mani nelle tasche dei jeans. Esita guardandomi dalla testa ai piedi, soffermandosi sul mio petto. "Ti sottoporrò a delle prove".

"Ovvero?"

"Dimostrerai la tua lealtà nei miei confronti tramite delle sfide, potrebbero essere ostiche e complesse, ma fino ad allora non entrerai a far parte del mio piano di conquista".

Stringo i pungi, so che sarò costretta a far del male a quelli che considero compagni di squadra ma non ho altra scelta. 

"Sono pronta".

William è malefico, a tal punto da costringere una ragazza di vent'anni a compiere cose orribili. Essendo uno dei peggiori mafiosi e criminali esistenti, non oso immaginare cosa mi costringerà a fare.

"Sei diventata... ammirevole".

Stringo i pungi, sento il sangue. "Non fraintendere il nostro accordo".

Abbozza un sorriso. "Quindi non è compreso nel pacchetto il fatto di avere dei servizi..."

"No".

"Trent'anni di differenza non sono un ostacolo, non siamo qui per rispettare la legge..."

"Sono a tanto così da ucciderti e poi andarmene da qui".

Sospira. "Preparati per la prima prova".

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