Capitolo 10

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L'aria asettica della struttura e l'odore pungente del disinfettante, mi solleticarono il naso. Il silenzio sembrava regnare sovrano, data la tarda ora in cui ci trovavamo. Se mi fossi concentrata abbastanza, avrei potuto udire chiaramente il suono dell'orologio da polso della nonna, la quale mi osservava con espressione sorpresa. Avrei voluto abbracciarla e constatare la sua salute in modo migliore; invece, mi ritrovavo davanti a lei con una morsa tediosa alla bocca dello stomaco. Sapevo benissimo di cosa si trattasse: frustrazione, odio, paura... Un cocktail atomico da non assumere mai assieme.

«Avresti potuto dirmi tutto!» La rabbia era davvero una cattiva consigliera, eppure in quel momento si rivelava una valida alleata. Sentivo le mani prudere per il nervoso che circolava all'interno del mio sangue, un luogo in cui misteri e segreti sembravano celarsi sotto strati massicci di bugie. Guardai la donna davanti a me e, a stento, riuscii a riconoscerla. Colei che mi aveva cresciuta per tutti quegli anni, era divenuta una fonte inesauribile di menzogne. Stentavo a crederci. Aveva avuto varie occasioni per rivelarmi la mia vera natura, la mia storia, il mio passato e le mie origini, ma aveva continuato a tacere, nascondendo quella che era una verità inevitabile.

«Juno...» Tentò di dire sollevando le mani grassocce e piene di strani simboli. Uno tra tutti lo riconoscevo, era la runa della salute, ma stentavo a credere che funzionasse davvero, tanta era divenuta precaria la sua situazione. Dopo il suo giochetto dell'unire la mia vita a quella di Xavier, il suo fisico sembrava aver ceduto all'età. Si alzava poco dal letto e le passeggiate nel giardino erano divenute sporadiche, tanto che i fiori nella serra avevano iniziato a risentire della sua assenza.

«Guardami! Sono orribile!» Gridai sollevando le ciocche biancastre dei miei capelli. Lei li osservò rapita, come se ciò che portavo addosso come un marchio, fosse una benedizione da tanto aspirata. Avrei tanto voluto fare a cambio...

«Tu non sei "orribile". In te risiede il sangue più prezioso al mondo. Essere una Sorella non è una condanna, ma un privilegio», disse alzandosi in piedi con fatica. La fissai incredula. Davvero aveva il coraggio di dirmi una cosa simile? Eppure, più la guardavo, più la sua espressione non tendeva a mutare. Era seria.

«Sul serio? Io non credo che sia così...» La nonna sorrise, come se stesse cercando di far comprendere a un cieco quanto fosse fortunata la propria condizione. Io, però, ci vedevo benissimo e in ciò che mi stava accadendo, non riuscivo a cogliere niente di così positivo. Mi ritrovai a sospirare, mentre le sue dita callose avvolgevano le mie in una morbida carezza. I suoi occhi scuri catturarono i miei, spingendomi a cedere a quella bontà che risiedeva dentro di lei.

«Un giorno riuscirai a capire quanto importante sia il legame tra uno Shen e una sciamana. L'energia della vita che si lega a quella mancante e la conoscenza che si unisce all'ignoranza. Due mondi contrapposti, ma che insieme si fondono in uno solo.» Le sue parole furono dette con solennità. Leggendo il manuale, avevo intuito il ruolo di uno sciamano, ma il modo in cui la nonna venerava quel mestiere era qualcosa che per me rasentava l'assurdo. Due mondi uniti in uno. Entità che si completano a vicenda. Se il loro legame era così bello, perché si erano combattuti?

«Lo Shen è fuggito, non credo che scoprirò mai ciò di cui parli.» Risposi staccandomi dalla sua presa e aumentando le distanze. Fuori dalla finestra perfettamente pulita, il sole sorgeva, colorando di arancione il cielo. Gli irrigatori si accesero all'istante, iniziando a bagnare il prato verde della struttura. Tutto sembrava aver ripreso a vivere normalmente, ma io no.

«Oh cara, siete più legati di quanto immagini», mi distrasse facendomi sussultare. Io e Xavier eravamo uniti? Da cosa? La donna sorrise teneramente, andando a sedersi sul letto disfatto.

«Dovresti visitare Riverbridge!» Affermò convinta. Il suo cambio di umore mi destò timore, ma poi qualcosa dentro di me si accese. Per quale motivo sarei dovuta andare in un simile luogo? Ricordavo benissimo le verdi montagne e i boschi massicci in cui era possibile trovare specie protette. Avevo visitato da piccola quel posto sperduto e non mi era affatto piaciuto, ma non ricordavo bene il motivo. Forse, la mia mente mi stava proteggendo da qualcosa, magari da un ricordo lontano avvenuto in quel luogo dimenticato da Dio.

Shen-L'ombra del dannatoWhere stories live. Discover now