Capitolo 4

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I giorni trascorsero tranquilli a Forks, io, Belle e Charlie iniziavamo a trovare il nostro equilibrio, dopotutto tornare a vivere insieme dopo tutto questo tempo era stato destabilizzante per tutti. In quei giorni io e Bella eravamo tornate qualche volta alla riserva per passare del tempo con i ragazzi, anche perché una volta che sarà iniziata la scuola non avremo tutto questo tempo da dedicargli e quindi stiamo sfruttando al meglio quello di cui disponiamo adesso. Io e mia sorella tra qualche giorno inizieremo l'ultimo anno qui a Forks, una scuola nuova, in cui dovremo fare nuove amicizie, ammetto di non essermela mai cavata male, a differenza di Bella, nel socializzare con le altre persone, mi piace molto uscire e stare in compagnia e, chi sa, magari troverò le persone giuste con cui passare il mio tempo.
Vengo distratta dai miei pensieri dalla voce di Charlie che urla il mio nome dal piano di sotto "Isobel é pronta la cena, vieni" e senza farmelo ripetere due volte corsi giù per le scale fino ad arrivare in cucina "ho preparato della carne, spero che vi vada bene" disse Charlie fiero della cena che aveva cucinato per noi "sembra deliziosa Charlie grazie" dissi mentre agguantavo forchetta e coltello pronta ad assaporare il mio pasto, aveva davvero un aspetto invitante e io stavo morendo di fame.
La cena continuò in modo molto silenzioso Bella era stata alla riserva quella mattina ed era molto silenziosa da quando era tornata, io invece avevo preferito rimanere a casa così da finire di sistemare le ultime cose nella mia camere e prepararmi all'inizio della scuola che sarebbe avvenuto da lì a due giorni.
Dopo cena Charlie si mise, come suo solito, sul divano in pelle color nocciola al centro del salotto per guardare uno dei suoi soliti programmi sportivi, mentre io e Bella andammo al piano superiore "Bella c'è qualcosa che non va?" le chiesi avendo notato il mutismo che aveva caratterizzato la cena appena trascorsa "no Izzy, tutto bene sono solo stanca tranquilla" mi sorrise in modo rassicurante e non so perché ma non le credetti totalmente "domani sera alla riserva ci sarà un falò, Jacob e Billy ci hanno invitate entrambe, a quanto pare gli anziani racconteranno delle storie" mi informò mia sorella prima di aprire la porta della sua stanza "potremmo andarci, sarà divertente" insistette lei non avendo risposta da parte mia "va bene, sarà divertente" risposi semplicemente io prima di entrare nella mia camera.
Una delle poche cose che mi ricordavo di Forks erano i falò nella riserva, momenti in cui tutti, grandi e piccini, si radunavano intorno a fuoco, illuminati solo dalle fiamme e con unico sottofondo lo scoppiettio della legna bruciata si raccontavano le storie della tribù. Storie di grandi uomini, eroi, e di terribili nemici; storie che venivano tramandate ti padre in figlio che acclamavano la grandezza della tribù dei Quileute e la ferocia dei loro nemici, i freddi. Ci furono tante storie raccontate intorno a quel falò e, anche da piccola, ne ho sempre subito il fascino. Ma le stesse storie che sentivo a nove anni probabilmente adesso non mi avrebbero fatto lo stesso effetto, non sarei più rimasta a pendere dalle labbra di Billy Black ad ogni parola che sussurrava a riguardo; non mi sarebbe più venuta la pelle d'oca a sentire di grandi uomini e gradi donne dalla pelle di ghiaccio, candida come la neve e forti come uragani. Probabilmente non me ne sarebbe più importato nulla ma il pensiero di dovermi sedere attorno a quel fuoco ancora una volta mi metteva un certo senso di irrequietudine, ma dopotutto sarebbe stata una bella occasione di salutare i ragazzi della riserva prima della fine delle vacanze estive.
Il mattino seguente mi alzai di buon ora, avevo passato una notte tranquilla, senza né sogni né incubi, andai a fare colazione e incontrai Charlie che stava bevendo un caffè prima di andare a lavoro, aveva già indosso la sua divisa e un'espressione stanca gli contornava il volto "buongiorno" dissi con voce ancora rauca dal sonno " giorno a te Isobel, come mai sveglia così presto?" mi domandò lui preoccupato, in effetti non era proprio da me essere mattiniera "nessuno motivo in particolare" ammisi "come sta andando il lavoro?" chiesi salendo che ultimamente le cose non erano tanto facili per lui, qualcosa stava disturbando il quieto vivere della sua città e lui aveva il compito di sistemare le cose "non bene, non riusciamo a trovare l'animale, sto impazzendo sembra che qualsiasi cosa noi facciamo lui ci scappi sempre" ammise lui con tono sconfitto "vedrai che ce la farai, ne sono sicura" dissi in modo da incoraggiarlo "grazie Isobel, adesso devo proprio andare" disse per poi raccogliere il suo mazzo di chiavi dallo svuota tasche e incamminarsi verso la porta d'ingresso "ah Isobel, mi raccomando stasera. Non fate tardi che domani inizia la scuola" mi disse con tono autoritari in contrasto con il suo volto che sprigionava la più assoluta insicurezza, era del tutto comprensibile non era abituato a gestire due ragazze poco più che adolescenti "si signore" gli disposi in modo scherzoso portano due dita alla tempia destra facendo sbuffare una risata anche a Charlie prima che chiudesse la porta alle sue spalle.

The rain is speaking quietlyWhere stories live. Discover now