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tirai un sospiro di sollievo non appena uscii dall'aula dove diedi uno degli esami più difficili probabilmente della magistrale, ma dopo quello la mia testa stava solo ad una cosa: i ragazzi e Sanremo.
scesi nelle macchinette dell'università e presi una cioccolata calda, che era veramente la mia droga, probabilmente guadagnavano di più con i miei 40 centesimi giornalieri che con altro, e poi mi diressi verso la macchina, e mi misi in viaggio verso casa, quei tre quarti d'ora di viaggio in macchina da Firenze ad Empoli me li prendevo sempre tutti per me: non avevo fretta di tornare a casa, mi godevo il viaggio con la musica senza stressarmi in alcun modo, mi aiutava a liberare la mente.
quando avevo bisogno di fuggire da qualcosa, quello mi aiutava a farlo.
mi feci tutto il viaggio con la musica a palla, fino a quando -appunto- non tornai ad Empoli, più precisamente a casa mia.
entrando trovai Aurora in compagnia di Pietro, ovviamente, ormai era diventato il nostro coinquilino.
"amore ho provato a chiamarti per chiederti come fosse andato l'esame ma non rispondevi" mi disse la ragazza avvicinandosi e dandomi un bacio sulla guancia, lo stesso fece Pietro.
"ero in macchina con la musica a palla, e poi non si usa il telefono mentre si guida -poggiai lo zaino sul divano e poi notai cosa stessero facendo i ragazzi- ma che cazzo state combinando siete tutti sporchi" aggrottai le sopracciglia confusa
"volevamo fare una torta, ma Pietro non sa farla e preferisce giocare con gli ingredienti come un bambino di due anni!" lo rimproverò Aurora alzando la voce, nonostante fosse più piccola di lui di quasi due anni, sembrava quasi una madre severa con il proprio figlio, per una giusta causa però.
"dai scusa -la abbracciò nonostante entrambi fossero sporchi di farina e le diede un dolce bacio- ora ti aiuto seriamente" Pietro aveva un effetto su Aurora indescrivibile, e viceversa, entrambi riuscivano a crescere e ad imparare l'uno dall'altro nonostante la differenza di età, anche se minima, e la trovavo una cosa bellissima.
"se volete mi lavo le mani e vi aiuto anche io" dissi ai ragazzi togliendomi anche la giacca di dosso
"no tu hai fatto un esame stra difficile, ora tu ti riposi e poi trovi la torta pronta" anche in questo caso Aurora ebbe un tono di rimprovero.
mi limitai ad annuire e ritirarmi in stanza, dove posai le mie cose e cominciai a sistemare la valigia, dato che quel pomeriggio saremmo partiti per andare a Sanremo, cosicché i ragazzi potessero riposarsi per bene e non avere il pensiero di svegliarsi con la mattinata per arrivare in Liguria.
non appena finii di distemare quel piccolo trolley che avevo deciso di portare con me per accompagnare i ragazzi -a differenza di Aurora che aveva preso una valigiona solo per lei- andai in salotto, dove trovai i due ragazzi abbracciati mentre guardavano una serie, notando poi si fossero addormentati.
mi si scioglieva il cuore a vederli, erano così belli.
andai allora in cucina, a vedere a che punto fosse la torta che stavano preparando, e notai che poco dopo l'avrei potuta togliere dal forno perché quasi pronta.
mi sedetti e cominciai a smanettare il telefono, era tutto quello che mi era rimasto da fare, dato che i miei migliori amici si erano addormentati, e con Duccio ormai non parlavo più.
"tutto ok?"
mi girai vedendo Pietro con i capelli scombinati che si stropicciava gli occhi ancora mezzo assonnato
"se ti dico questa cosa mi prometti che non mi urli in faccia? perché Aurora lo farebbe" gli  dissi spegnendo il display del cellulare.
"dimmi pure" si sedette a fianco a me e poggiò la sua testa sulla mano.
"mi manca pippi" non utilizzavo quel soprannome da tantissimo, pure il ragazzo stesso lo chiamavo per nome, ma a me mancava proprio il vero lui, quel lato di sé, anche se a me Duccio mancava tutto.
il biondo fece un sorriso e annuì piano con gli occhi chiusi, poi li riaprì rivelando i suoi occhi verde scuro misto a marrone, i cosiddetti hazel eyes.
"e tu manchi a lui se vuoi saperlo" continuò con il suo sorriso dolce
"lo so Pi, ma ho paura" gli dissi cominciando a giocare con le mie mani
"prenditi il tuo tempo, si vede che tu provi qualcosa di grande per lui"
"credo di essermi presa abbastanza tempo in sei mesi -ridacchiai- vedrò cosa fare, grazie Pi" abbracciai il mio migliore amico
"e di che Sese, per ogni cosa sto sempre qua lo sai"
io e Pietro avevamo instaurato un rapporto molto più stretto in quei mesi in cui quasi non vidi più i ragazzi del bunker, e notai quanto noi fossimo simili, ma soprattutto come riuscissi ad aprirmi con lui, anche se non era presente Rora.
suonò poi il forno, segno che la torta preparata quella mattina dai due fidanzati fosse pronta, mi affrettai ad uscirla, con l'aiuto di Pietro, e poi ci raggiunse Aurora, assonnata come il biondo.
"già pronta?" chiese facendosi scappare uno sbadiglio
"avete dormito un po', poi io e Pietro abbiamo parlato, direi che il tempo è passato eccome" dissi cominciando a tagliarla
"fatta la valigia?" chiese la ragazza
annuii
"comunque questa torta è veramente il pranzo dei campioni" disse Pietro ridendo
"è vero, già è l'una e mezza praticamente, ce la possiamo portare e offrirla agli altri ragazzi per merenda" scherzai io passando ai ragazzi una fetta l'uno.
"offrire?" chiese Pietro facendo ridere entrambe dato il suo tono, e anche perché le briciole della torta finirono in mezzo a quel poco di barbetta che aveva.

"vi sentite carichi?" chiedemmo io e Aurora prima di salutare i ragazzi, purtroppo non potevamo assistere alla puntata in teatro ma dovevamo seguire per forza da remoto, dall'albergo, ma ci tenevamo particolarmente a fare un in bocca al lupo ai ragazzi.
"andiamo a spaccare tutto" disse Andrea con un sorriso in volto, era incredibile come alle volte pareva che non gli importasse niente di nessuno e avesse sempre un sorriso in volto.
"se non ci qualifichiamo è colpa tua eh" disse Marco ridendo indicandomi
"voi non vi fidate di me" dissi alzando gli occhi al cielo.
Ghera poi chiamò i ragazzi all'ordine e gli disse che sarebbero dovuti andare, quindi dovevano affrettarsi.
abbracciammo tutti quanti, poi non appena vidi Duccio gli afferrai la mano con l'indice e gli sussurrai un "buona fortuna", lui sorrise e mi diede un veloce bacio in fronte, poi sparì dalla porta d'ingresso come gli altri ragazzi.
io e Aurora ci mettemmo comode, eravamo da sole, e ci tenevamo a guardare quella finale a modo nostro: con una bella vaschetta di gelato (giugno o dicembre non fa differenza, non esiste la stagione del gelato).
ci mettemmo comode e cominciammo a guardare il programma, aspettando il turno dei ragazzi, dei nostri ragazzi, che erano arrivati su quel palco veramente facendosi il culo, e che avrebbero meritato oltre.
finalmente arrivò il loro turno, e cantarono 'effetti speciali' come previsto, canzone che però a me e Aurora faceva sempre lo stesso effetto, come se ogni ascolto fosse il primo.
l'ansia e la tensione nell'aria erano sempre più, le mani mie e di Aurora erano strette tra loro, ma continuavano a tremare.
ancora il nome dei ragazzi non era stato detto, ed erano già scelti due vincitori su tre che sarebbero passati al palco dell'Ariston, questo di certo non migliorava la nostra ansia, ma poi sentimmo nominarli, io e la ragazza cominciammo a saltare e urlare, poi ci unimmo in un fortissimo abbraccio, tra le lacrime che scendevano dalle nostre guance, ce l'avevano fatta.
non vinsero l'edizione ma passarono al palco più grande, al palco più importante probabilmente dell'intera Nazione.
attendemmo con ansia l'arrivo dei ragazzi, che fu circa una mezz'oretta dopo.
non appena arrivarono io e Aurora cominciammo a fare i complimenti a tutti e abbracciarli.
"è merito tuo Sese" mi abbracciò Marco
"hai visto? dovete ascoltarmi!" alzai la voce per farmi sentire da tutti.
notai però che mancava lui.
andai quindi fuori a cercarlo non appena i ragazzi andarono nelle camere a cambiarsi perché avevano intenzione di fare serata e festeggiare.
"pippi!" lo chiamai facendolo girare, stava fumando una sigaretta di fianco al furgone.
gli saltai addosso e lo abbracciai forte a me, all'inizio non ricambiò -probabilmente non se lo sarebbe aspettato- successivamente però, buttò la sigaretta e mi strinse forte a lui, eravamo come un'unica persona in quel momento.
"sono fiera di te pippi" gli sussurrai quasi piangendo.
"io ti amo te lo giuro, scusami ancora, come fai ancora a trattarmi così bene?" mi disse mettendo la sua fronte contro la mia
"perché tra di noi sento una connessione speciale Pippi, e non voglio perderla, non voglio perdere te di nuovo" gli accarezzai il viso, il suo viso angelico, che ogni volta mi faceva rimanere imbambolata, sembrava quasi dipinto.
Duccio si avvicinò piano facendo scontrare le nostre labbra, poi si staccò dopo qualche secondo.
"io voglio impegnarmi a costruire qualcosa di serio con te, possiamo provarci?" mi chiese con occhi dolci e comprensivi.
lo guardai e annuii, lasciandogli un altro bacio sulle labbra, poi gli presi la mano e tornammo dentro all'albergo, dove poi ci dividemmo per fare serata e festeggiare la loro qualificazione di diritto a Sanremo.

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bsera!!
sono tornata, scusate l'assenza ma non sto passando un bel periodo, ma non vi lascio senza capitoli.

tra l'altro ho visto il tiktok di una ragazza che consigliava le mie storie e volevo ringraziarla tantissimo per il supporto, spero di non deluderti e deludervi mai❤️

vi voglio tanto bene, vi ringrazio per l'amore che mi date!
(rora ti amo)
sere vostra

nero mascara - piccoloWhere stories live. Discover now