IL SERGENTE

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La scossa iniziale di quell'attacco si affievolisce, per poi concludersi a rotta di collo con un altro tonfo verso il basso. Appena la polvere si dirada, ho un posto in prima fila per assistere al caos che ha preso il controllo di questa strada: tutti i malcapitati del quartiere cercano di mettersi in salvo, alcuni si nascondono dentro le case o i negozi ai lati delle strade, altri stanno correndo alla cieca verso la via principale, o verso il tetto di un edificio nei paraggi, o sull'altissima cima di qualche lampione.

Tiro indietro la mano sinistra, tentando di afferrare la mia lama in un movimento che per me è puramente naturale, ma... La mia presa non coglie altro che vuoto. Il mio braccio rimane paralizzato a metà strada, in quel punto dove normalmente dovrebbe esserci l'elsa della spada. 

Non mi rimane altro che gettare la spugna e voltarmi verso il nostro aggressore.

Giacca blu scuro, coperta di un carapace di placche nere più rigide; cravatta viola, occhiali di resina nera completamente oscurati e stivali dalla punta d'acciaio: Quella è l'uniforme dei sergenti Aegis.

Una posizione più formale che pratica, visto che tra lui e un qualunque altro sgherro di quel gruppo paramilitare non vi è una grande differenza in termini di abilità.

Gli unici privilegi che possiede - in confronto al soldato semplice - sono quello di portarsi dietro qualche pedina in più e l'accesso a qualche gadget abbastanza pericoloso.

Questo sergente in particolare sembra essere ben armato: ha tra le mani un lungo e stretto tubo metallico, con un'impugnatura a D attorno alla mano sinistra e un cilindretto azzurro luminoso sulla punta, che fluttua a pochi centimetri di distanza. Deve averci attaccato con quella.

Poggia la stecca ingrigita alla spalla, per poi fare alcuni passi verso di noi. Il suo sguardo è colmo di malizia. "Eccolo qui. L'eroe di Nova Arcadia. Mongrel il Senzastirpe. Stallone del Deserto... che soprannome di merda!"

Gli lancerei contro un fendente dritto sulla giugulare, ma... della mia spada non si trova neanche l'ombra. Magari potrei cercare un sostituto dentro quel borsone che ha portato Quetzal...

La cerco con lo sguardo, ma non abbastanza a lungo da abbassare la guardia. È dietro di me, chinata accanto al giullare che sta disperatamente cercando di strisciare via dalla zona. L'impatto deve avergli sfracellato le ossa.

"Avanti, signor Jolly! Tenete duro!"

Lei sta cercando di sollevarlo da terra. Le piume sulle sue braccia si tingono di rosso, con un barlume bizzarro di sfumature violacee e azzurre. Non gli presto troppa attenzione. Sarò pure talmente tosto da pigliarmi un proiettile in pieno petto e sopravvivere, ma neanche adesso posso permettermi di mostrarmi debole. Un singolo momento di distrazione potrebbe comunque costarmi la vita.

Il sergente batte la sua asta sulla spalla un paio di volte, mentre continua a fissarmi. Sta ghignando. "Per essere un omicida a contratto, non mi sembri poi così temibile. Rumoroso, ferito e anche disarmato... Da contratto dovrei almeno proporti una resa, ma..."

Schiocca le dita. Da un magazzino sull'altro lato della strada sbucano fuori una mezza dozzina di suoi seguaci in borghese. Nessuno di loro sembra essere più forte, agile o risoluto di quelli che ho massacrato stamattina, ma... posso immaginare sotto quei vestiti siano abbastanza corazzati.

Si dispongono alle spalle del loro capo, in una formazione a semicerchio. Potrebbero essere tanti e parecchio infervorati, convinti che saranno loro a vincere, ma... Nessuno ha mai detto che mi arrenderò senza combattere.

Un vizio in comune che hanno i membri dell'Aegis - almeno ai gradi più bassi - è che si credono la seconda venuta del Messia. Nella loro visione malata del mondo, loro sono gli eroi che rischiano la vita per proteggere l'umanità dai mostri. Per tutti gli altri, invece, non sono altro che un mucchio di zombi col mitra.

Mongrel - Lezioni Di Vita Per Gli Stolti E Gli InutiliWhere stories live. Discover now