Swello Green City

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Pov Livei

Le strade di Swello Green City sono desolate così come sono desolanti. Ho sviluppato un naturale disgusto per questo cittadina nel corso degli ultimi anni, e se pur mi sforzo di andarci il meno possibile, mi rendo conto di conoscerla come le mie tasche. Ricordo alla perfezione le sue due vite e maledico la mia innaturale capacità di ricordare così bene i suoi tempi gloriosi. Quando il mondo funzionava ancora faticavo a ricordare dove avevo appoggiato le chiavi della macchina e ora che non ho più bisogno di una buona memoria, tutto è stampato nella mia mente in maniera indelebile. Cammino sopra il cemento dissestato che le radici hanno deformato nel corso di questi anni, schivo le chiazze di sangue secco più per disgusto che per la paura di sporcarmi e ecco che come sempre sopra i miei occhi compare quell'eco che mi ricorda quanto in passato tutto fosse splendido e rigoglioso. Ho smesso di cercare di scacciare la nostalgia, così come ho smesso di compatire questa nuova realtà. A volte credo di aver smesso di provare tutto in generale. Mi limito a trascinarmi giorno dopo giorno sperando che qualcuno metta fine in fretta alla mia agonia, dato che è evidente che io non ho le palle per farlo. Questo posto era pieno di vita e incorniciato dal verde, e questo posso dire che non è cambiato. Va bene, pieno di vita non è decisamente un termine consono alla situazione, però se prima le piante erano solo di sfondo, ora possiamo dire che hanno il primato su "SGC". Gli edifici si sono lasciati corrode più in fretta del normale e la boscaglia fuoriesce da ogni apertura: finestre, porte, buchi tra i mattoni, insomma, entrandoci si viene risucchiati nella giungla, un'esperienza da sballo. Ok, ora sto sputando dove ho mangiato, letteralmente, ma io e gli altri siamo entrati in quei vecchi edifici abbandonati migliaia di volte. All'inizio per rubare l'indispensabile, vestiti, attrezzi, insomma tutti i confort possibili. Durante i primi anni avevamo addirittura pensato di trasferirci in città, ma era controproducente alla nostra sopravvivenza. Se la città è sgombera dalla nostra presenza, alcuni coraggiosi ex cittadini provano a ritornare e di conseguenza, ci portano cibo...

I primi anni era più facile mangiare, quando ancora non c'era "Il palazzo rialzato". Così chiamiamo noi la nuova città creata dal governo per mettere al sicuro tutte le persone "sane", se rispetti le regole, è chiaro. A mio avviso quel posto non è altro che una realtà controllata da un governo corrotto che appena ha potuto si è messo a capo di tutti i cittadini terrorizzati. So che è scontato che io la pensi così ma, promettere salvezza in cambio di potere decisionale assoluto mi pare un po' monarchico visto che se non sei disposto a sottometterti, allora sei fuori! Te ne torni a Swello e se hai abbastanza controcazzi potresti anche sopravvivere. Noi stimiamo le persone che lo fanno, che hanno il coraggio di tornare qui, alcuni anche con la speranza di ritrovare qualche membro della famiglia che hanno dovuto lasciare quando è scoppiata la malattia... Loro hanno tutta la mia stima e giuro che se solo potessi sarei il primo a scortarli oltreoceano dove si dice ci sia zona sicura, ma lottiamo tutti per la stessa cosa, la sopravvivenza e sfortunatamente la mia non va di paripasso con la loro... Non è una cosa personale, io mi lascerei volentieri morire di fame, ma ho un conto in sospeso su questo mondo e non posso ancora permettermi che sia la fame a portarmi via.

Avanzo per le strade di SGC trascinandomi sotto il sole cocente di agosto che mi fa scivolare alcune gocce lungo il collo. Se pur da anni ho smesso di percepire il caldo come un tempo, il mio corpo continua a reagire in automatico, ennesima cosa a cui ho smesso di far caso. Con la punta delle mie Dr Martens nere, un tempo lucide, colpisco un sassolino che rimbalza fino a colpire il relitto di una vecchia auto. Ormai è solo un rimasuglio di ammaccature, ruggine e gomme sciolte che emanano un tanfo vomitevole. Il mio olfatto si è molto sviluppato da quando mi sono ammalato e questo mi permette di trovare cibo, che è buono, ma mi fa contorcere lo stomaco davanti a tutto questo marciume che la città fornisce, e questo è decisamente pessimo. Se ve lo state chiedendo no, non sono uno zombie, o almeno, noi non siamo come quelli dei film, che si trascinano agonizzanti ripetendo "cervelli!". Noi siamo più controllati, parliamo, pensiamo e con molto sforzo, che si rivela quasi sempre inutile pochi giorni dopo, riusciamo a non uccidere, anche se spesso le voci sono asfissianti. Almeno questo è quello che faccio io con quelli del mio gruppo. Se non siamo affamati cerchiamo di non uccidere nessuna persona di passaggio. Questa sorta di sofferenza che ci imponiamo, perché fidatevi resistere al sangue sano è un dolore atroce, è una prerogativa del gruppo, nostra e di chi ha contratto la malattia come noi...

"SGC" deve morireWhere stories live. Discover now