Dimitri

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Un'anno dopo...

Provenza, 1927

Nel corso della mia breve esistenza ho capito tante cose, la prima tra tutte è che non si può giustificare ogni cattiva azione con un semplice "Ho sofferto" e usare la scusa patetica dei traumi... Rabbia e frustrazione non ti renderanno una persona più forte, solitamente i ragazzi cresciuti in famiglie disfunzionali sanno dare tanto amore perché non ne hanno mai ricevuto e non si sognerebbero mai di fare del male agli altri, perché sanno cosa significa... Oramai Anya è mia moglie da un'anno e non ho più niente da nasconderle, anche se mi vergogno molto di colui che è legalmente è mio padre, ci tengo a sottolinearlo perché ai fini di sentimento non lo è, ciò che ha fatto è imperdonabile, ma spesso e volentieri la giustizia è maligna, quell'essere mostruoso è uscito dal carcere dopo aver commesso uno dei crimini più efferati che io abbia mai visto... Devo trovare il coraggio di parlarne con Anya, devo essere sincero con lei, infatti è quello che farò.
Scendo le grandi scale che ci sono nella nostra casa in Provenza e la saluto "Buongiorno cara"  "Dimitri, buongiorno, come stai?" quella domanda mi agita, solitamente su di me ha un'effetto diverso... Mi siedo davanti a lei e le stringo una mano "Anya vedi..." "Si?" "Tu sai bene che io sono sincero con te, ma c'è una cosa che devi sapere..." mi guarda confusa "È importante" "D'accordo, sono tutta orecchie" "Sai anche che spesso litighiamo, ma alla fine ci capiamo..." "Si, è vero" "Ti ricordi quando mi hai chiesto se avrei sentito la mancanza della Russia e io ti dissi di no?" "Si, eri odioso in quel periodo" "Anche tu" per quanto strano e vero sia, dopo lo scambio di queste frasi ci sorridiamo e poi ricomincio a parlare "Scusami" "Per cosa?" "Per quando ti ho risposto malamente, c'è un motivo per cui l'ho fatto e credo sia giusto che tu lo sappia..." annuisce e mi guarda negli occhi sorridendo dolcemente "Mio padre era un traditore seriale e mia madre, stanca di tutti i suoi tradimenti, decise di vendicarsi trascorrendo la notte con un'altro uomo, quel giorno ricordo che io ero con lei e quando siamo tornati, mio padre mi aveva ordinato di andare in camera mia, io chiaramente gli avevo disubbidito , poco dopo ha preso lo stesso fucile con cui portava a casa la cena e mi sono messo davanti a mia madre per cercare di salvarla, ma ormai era troppo tardi... L'aveva uccisa, quanto ho pianto... Mi sono alzato per sputare sulla faccia di mio padre e dirgli quanto lo odiavo usando la stessa freddezza con cui lui ha ucciso mia madre, non mi sento in colpa per nulla, e in tutto ciò sai cosa è successo?" Anya è sconvolta, ha una mano sulla bocca e scuote la testa "È uscito di galera" si alza e si mette dietro di me "Mi dispiace dirtelo solo ora..." poi le bacio una mano, lei si china su di me e dice "Non importa quanto tempo tu ci abbia messo, dovevo pur saperlo in qualche modo, non credi?" "Si..." sto per piangere, ma cerco di trattenermi "Oh Anya... Scusami se ti ho mentito quando eravamo a San Pietroburgo..." "Non ti preoccupare, è passato tutto..."  "No, ti ho detto una bugia" "È vero, ma non importa, è comprensibile in questo caso..." da lei me lo aspettavo, sapevo che avrebbe ascoltato invece di giudicare, è meravigliosa sotto ogni aspetto: il suo sorriso dolce, il suo modo di parlare, la sua voce stupenda, il suo cuore d'oro, è per forza così, per aver messo da parte l'orgoglio... Ciò che amo di più di Anya dopo i suoi occhi è il suo modo di dare amore, a me e agli altri ed è proprio nobile sia dentro che fuori.

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