Capitolo 3

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Le nuvole si dissolsero ritornando ad essere semplice aria, la folla si mosse ed il Serafino al centro della platea sparì. Lucifero rimase paralizzato a guardare là dove aveva visto quella figura meravigliosa. Eppure non aveva fatto che portargli più quesiti di prima.
Nel mentre gli altri tre angeli iniziavano ad andarsene, raccogliendo quel poco che avevano scritto durante la spiegazione.
<<Sera...>> Disse Lucifero avvicinandosi di corsa alla Serafina, questa si girò tirandosi i capelli di lato.
<<Dimmi...>> Rispose con un sorriso e un leggero rossore che però teneva a non sottolineare.
<<Tu sai cosa significa morire? Ed essere a immagine e somiglianza?>> chiese con fare delicato.
<<Morire...? Ehm non->>
<<Ancora con queste domande!>> La sovrastò Michele, poi si avvicinò al Serafino e disse:
<<Domande di qui domande di là...tu non eri un Serafino? Un Delle creature più vicine a Dio? Fai quasi paura.>>
<<Dai finiamola...>> Disse Gabriele per calmare le acque.
<<Perché non chiedi direttamente a
Dio?>> Aggiunse poi trascinando con se Michele.
<<Dio...?>> Ripetè l'angelo ma gli altri si erano ormai allontanati. Così anche lui si alzò in volo.

Le nuvole ardenti si erano tinte di un grigio bluastro, il cielo si era scurito, ma ancora un po' di giallo lo colorava per il sole che era restìo ad andare via, anche se la luna già splendeva.
Lucifero volteggiava guardando quel sorriso bianco nel cielo. Era davvero strano? Era strano farsi domande? Perché gli altri non riuscivano a rispondere? Perché gli altri non provavano nemmeno a farsele? Cosa c'era di sbagliato? E se avesse dovuto davvero porle a Dio? Insomma aveva la testa piena di pensieri e sperava che la luna li prendesse con sé.  In quell'istante tra le nuvole si scatenò un fulmine, lampi ai quali seguivano grandi boati che gli facevano venire la pelle d'oca. Decise di avvicinarsi, non aveva mai visto una tempesta così grande, così tanti fulmini nello stesso luogo, la curiosità era più forte di lui.
Volò contro la sua stessa paura, tra l'altro pensò
"Mettendo che non so cosa significhi morire non posso rimanerci secco" e continuò ad andare avanti fino a che non sentì una voce familiare, più forte di qualsiasi tuono.
<<No! No no no!>>
Lucifero avanzò a passo lento, quasi intimidito, guardandosi i piedi poggiati sull'erba dell'Eden.
<<NO! Così non mi piace!>> Si udì ancora, ed un goccio di fango andò sul piede del Serafino.
alzò lo sguardo, una poltiglia di fango veniva modellata e rimodellata formando due figure, un uomo, poggiato in disparte, ed una donna, che non trovava mai una conclusione.
<<LUCIFERO!>> Esclamò la voce
<<AAAAAH!!>> urlò il Serafino alzandosi in aria.
La voce si trasformò in una rumorosa risata e i lampi si calmarono.
<<AHAAHAH di che ti spaventi Lucifero!>> Disse
<<Mi scusi Signore...>> Rispose il Serafino (si...era proprio Dio) poi aggiunse:
<< Volevo porle delle domande alla quale nessuno mi sa rispondere? Ma la vedo molto impegnato.>>
<<IMPEGNATO? A CHI LO DICI! è quasi concluso il giorno è non ho finito!>> Disse con la sua voce tuonante.
<<Le manca solo la donna non è male...>> Provò ad alleviare la situazione il Serafino ma Dio ribattè
<<È dall'inizio del giorno che mi manca!>>
<<Comunque chiedi pure figlio mio...>> Aggiunse.
Gli occhi di Lucifero si irradiarono di gioia.
<<Subito nostro signore! Prima domanda
Cosa significa morire?>>
Si udì una rumorosa risata
<<AHAHAH Lucifero ma nessuno qui muore! Però ti risponderò ugualmente. Figlio mio, la morte è come quando le foglie cadono da un albero, seccano e alla fine diventano terra.>>
<< Capito grazie signore! Passiamo alla seconda!>> Disse lucifero
<<Sisi certamente ma...potresti metterti di profilo mentre mi parli? >> Chiese il Signore. Questo infatti mentre scolpiva aveva avuto la geniale idea di prendere  qua e là un po' di ispirazione dal suo angelo più bello, ma non c'era bisogno che questo lo sapesse.
<< Cosa significa a vostra immagine e somiglianza?>> Chiese il Serafino.
<<Certo...puoi metterti di tre quarti?>>
<<ok>> rispose l'angelo e poi continuò a parlare:
<< Cosa significa a vostra immagine e somiglianza?>> Ripetè
Anche questa volta il Signore rispose con una grossa risata:
<< Hai ascoltato le spiegazioni vedo! Significa che costoro che sto creando hanno una somiglianza morale e mentale con me. Saranno razionali e capaci di scegliere, giusti e innocenti nella mia santità.>>
<<Scusami puoi metterti frontalmente?>> Aggiunse.
<<Sisi certamente.>> Eseguì subito Lucifero.
<<Grazie mille pass->>
<<È PRONTO! LA MIA OPERA È CONCLUSA!>> Esclamò interrompendo l'angelo.
Lucifero rimase ghiacciato. Dio prese le sue statue di fango e vi soffiò sopra, dandole il respiro. Queste crebbero, sformandosi e riformandosi, avvolti da un bagliore.
<<LA MIA OPERA È PRONTA! È BELLA È VERAMENTE BELLA!>>
Lucifero rimase a guardare attentamente, il cuore gli batteva a mille mentre i suoi capelli si muovevano all'impazzata per via della folata di vento. L'erba, le foglie, si alzarono avvolgendo le due creature che stavano nascendo.
Lo sguardo di Lucifero era dritto dinanzi a sé fino a che non incontrò dei bellissimi occhi azzurri, come gli occhi di una civetta.
Gli mancò il fiato e dovette espirare.
Non aveva mai visto tanta bellezza.
Il vento divenne sempre più forte tanto che alcuni arbusti si staccarono da terra, Lucifero spinse i piedi bene a terra proteggendosi il viso con le ali dalle schegge che volavano.
Le sue ciglia erano folte, coronavano i suoi occhi all'insù, notevolmente penetranti.
Il vento si agitò ancora di più e come le onde del mare lo spinse. Lo schianto fu forte, qualche piuma volò via, Lucifero si sentì schiacciato, come se il cuore gli fosse esploso nel petto. Fu scaraventato lontano, ma non riuscì a muoversi continuando a cadere come un uccellino che ha fallito il primo volo. Che fosse stato Dio a cacciarlo? Non lo sapeva, le sue mille domande cadevano con lui, tutte schiacciate dall'immagine soave di quegli occhi.
Quell'attimo, quel secondo in cui le loro pupille si erano incontrare, allineate come gli astri del cielo, l'aveva completamente congelato, si era trasformato in una statua di sale come la moglie di lot, peccato non sapesse ancora chi fosse...
Lo salvarono le sue ali, che quasi come avessero vita propria iniziarono ad agitarsi con gran velocità.  Lui non c'era, ma loro lo portarono nella candida rosa, poggiandola delicatamente su quel suolo di nuvole.
Rimase qualche secondo immobile, ispirando ed espirando ad occhi chiusi come fosse nel pieno di un bel sogno. Poi di scatto si svegliò e balzò in piedi.
<<Opplà>> disse stiracchiandosi.
Dopodiché poggiandosi sui fianchi, respirando a pieni polmoni, disse:
<<Wow.>> Rimase qualche secondo in silenzio poi aggiunse:
<<Ma che dico wow!>> Saltò elevandosi in cielo, girando su se stesso con le mani al petto, stringendosi la giacca.
<<È STUPENDO! MERAVIGLIOSO! FANTASTICO!>> Disse accompagnandolo a un forte urlo dalla felicità. Dopodiché si poggiò di nuovo sul suolo e disse tra sè e sè:
<<Devo rivederla>>
Così si diresse nel cielo di mercurio.
Il cielo di mercurio era il più vicino al sole e per questo anche il più luminoso. Tutto infatti era più caldo, l'aria i colori, tutto era splendente e vigoroso. Ogni casa, perfino il pavimento, mostrava una particolare grandiosità. Il percorso era fatto da enormi lastre bianche, pietre povere che splendevano come l'oro più lucente, ai lati di esse case come dominus romane, per la quale passavano ruscelli e viveva vegetazione dai fiori più variopinti che intrecciandosi formava colonne e sorreggevano pietre.
Qui risiedevano tutti gli arcangeli, Raffaele, Gabriele... Michele.
Lucifero si addentrò in uno di quegli edifici divini, con gli occhi di chi più che essere attratto dalla grandiosità fosse interessato al profumo di quei fiori.
<<Gabriele!>> Urlò portando le mani alla bocca per amplificare il suono.
<<Gabriele!>>  Ripetè e nel mentre passo dopo passo seguiva il sentiero, addentrandosi in una sala circolare piena zeppa di libri dal soffitto al cielo, in quanto non se ne vedeva la fine, ma solo le nuvole per via della mancanza di un tetto.
Su un altissimo scrittoio c'era Gabriele, che andava avanti ed indietro, volando tra uno scaffale e l'altro, prendendo nota su un foglio bianco e lasciando poi che questi fluttuando cadessero per miracolo sugli altri altissimi scrittoi che riempivano la stanza.
Lucifero allora per richiamare l'arcangelo respirò a pieni polmoni e poi stringendo i pugni urlò:
<<GABRIELE!>>
La suà voce fu talmente forte da far tremare fino all'ultimo libro. Gabriele si girò di scatto e appena vide il Serafino si mise una mano sul viso sorridendo sfinito.  Si diresse verso di lui cercando via via di riprendere qualche libro caduto per via del "terremoto"
<<Lucifero ero impegnato sai...VA BENE che domanda vuoi pormi?>> Disse l'arcangelo un po' trattenuto.
<<Cosa fai qui?>> chiese il Serafino, così incuriosito dal luogo da quasi dimenticarsi il motivo della sua visita. Gabriele rimase per un attimo perplesso indicando se stesso con l'indice. Lucifero allora gli posò il braccio e sorridendo come un bambino annuì. L'arcangelo allora trascinò Lucifero con sè, poi afferrando qualche pila di fogli iniziò a dire frettolosamente.
<<Devo annuciare questo a questo, questo al cielo di Venere, questo a quello della luna, devo dire queste cose entro oggi ma questa entro domani, questa nell'empireo, questa devo darla senza leggerla>>  ed ogni questo o questa gli passava un foglio arrivando a coprire completamente la figura del biondo Serafino.
<<AHH per non parlare di questo! Devo incontrare una certa Sarah e devo convincere anche Michele e Raffaelle. VA BE basterà dire Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più Non dimandare. NO!? OVVIAMENTE UNO CURA DI LÌ E DI LÀ, L'ALTRO GIOCA CON LE SPADE E IO DEVO DIRE A MARIA DI AVERE UN FIGLIO?!>>
<<Chi è Maria?>> Chiese Lucifero, Gabriele lo guardò per qualche secondo, poi riprese il foglio leggendolo rapidissimamente, per riportare successivamente lo sguardo nuovamente su Lucifero.
<<Non lo vuoi sapere...>> Rispose, dopodiché strinse le labbra e girò gli occhi intorno cercando le parole per uscire da quella situazione.
<<Solo questa domanda?>> Disse un po' imbarazzato.
<<Ehm...NO GIUSTO! HO VISTO UN QUALCOSA DI SPETTACOLARE!>> Rispose il Serafino con grande euforia, afferrando l'arcangelo per le spalle e scuotendolo sgraziatamente.
<<Per te tutto è spettacolare Lucifero...>> Disse Gabriele tra i denti, sotto un sorriso un po' forzato.
<<SI MA È DIVERSO!>> Urlò lucifero e lasciando l'angelo si balzò, girando e rigirando per la sala spostando l'aria al punto da far cadere decine di libri come in un tornado.
<<Signore Pietà>> disse Gabriele tra sè e sè
<<DEGLI OCCHI GABRIELE! NEMMENO L'ANGELO PIÙ BELLO HA QUEGLI OCCHI! PERFINO DIO HA DETTO CHE È L'OPERA PIÙ BELLA! GABRIELE NON PUOI IMMAGINARE>>
<<Santa pazienza...>> Disse nuovamente l'arcangelo tra sè e sè
<<Parli degli uomini?>> Chiese Gabriele, questa volta per poter essere sentito.
Lucifero si avvicinò a gran velocità e lo afferrò.
<<CHE UOMO GABRIELE! CHE UOMO! È LA DONNA!>> disse tenendolo tra le sue braccia.
<<BELLISSIMO MA...potresti lasciarmi?>>
Lucifero lo lanciò via come niente fosse per poi poggiarsi su uno dei leggii
<<OCCHI QUEGLI OCCHI!>> Disse rivolgendosi a Gabriele tirandosi le palpebre per mostrare al meglio i suoi bulbi oculari.
<<Eh un'altra volta gli occhi...Ma non hai visto altro?>> Chiese Gabriele, tenendosi la guancia un po' esaurito.
<<esaaaattamente>> rispose Lucifero sorridendo ed  alzando l'indice all'aria.
Gabriele rimase bloccato con gli occhi spalancati ed il sorriso. Si scosse dalla testa fino all'ultima piuma come un cane dopo il bagno e si avvicinò a Lucifero.
<<Lucy...sei sicuro di star bene?>> Gli chiese
<<Devo rivederla...>>  Rispose il Serafino con gli occhi persi nel suo mondo.
L'arcangelo sbuffò chiudendo gli occhi.
<<Non dovresti.>> Disse con un tono rammaricato.
<<Perché...>> Rispose Lucifero con voce spenta.
Gabriele spalancò gli occhi, poi balzò indietro girandosi verso gli scaffali
<<BE..BE EHM ECCO...DEVE PORTARE AVANTI LA SPECIE NO?>> Disse balbettando.
<<la specie?>> Ripetè Lucifero avvicinandosi all'Arcangelo che però si allontanò di conseguenza.
<<B-b-be'  è stata creata la specie umana no? Sai come funziona maschio femmina...fiu fiu>> rispose fischiando e muovendo le braccia avanti e indietro avanzando il bacino.
<<No! non esiste no! Non può essere possibile>> Ribatté Lucifero coprendosi gli occhi
<<Beh se non ci credi perché non vai a vedere tu stesso?>> Esclamò Gabriele ma subito si coprì la bocca capendo di aver sbagliato.
<<HAI PROPRIO RAGIONE!>> Disse Lucifero alzandosi in volo. L'arcangelo subito lo seguì a ruota stendendo il braccio per cercare di afferrarlo, ma sei ali sono meglio di due.
<<No Lucifero era ironia!>>
<<CHE IDEA GENIALE!>>
<<Lucifero ascolta non è una buona idea per niente!>>
<<TI RACCONTERÒ TUTTO PROMESSO!>>
<<Ma non ci tengo! Rimani qui!>>
<<GRAZIE GABRIELE!>> gridò felice Lucifero scappando via in volo.
<<NON FAR->> provò a rispondere Gabriele, ma ormai il Serafino era scomparso tra le nuvole.
<<Mi dispiace Lucifero...mi dispiace tanto.>> Disse con tono addolorato e ritornò a lavoro.

---Note autrice---
Hey ragazzi! Come state? Ecco a voi il nuovo capitolo.
Devo dire che scriverlo mi ha divertito, sarà perché mi sento come Gabriele. Chissà cosa nasconde... (Si devo mettere suspence ignorate la mia cringiaggine.)
Scherzi apparte, spero possa piacervi ( se si votate o perché no lasciate un commentino mi fa piacere parlare) e perdonate aventuali errori.
Con questo vi saluto, al prossimo capitolo!
bye bye
-Yres

𝔅𝔲𝔯𝔫𝔦𝔫𝔤 𝔠𝔩𝔬𝔲𝔡𝔰Onde histórias criam vida. Descubra agora