Ventiduesimo capitolo Silenzio

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Posteggiamo vicino all'hotel Hilton che si trova davanti la stazione centrale di Bruxelles. Non ci sono mai stata, penso sia bellissimo, sarebbe un sogno andarci. Io e Joseph camminiamo mano nella mano, fa molto freddo, ci saranno massimo due gradi. Bruxelles è gremita di persone, soprattutto turisti. Penso che questo sia vivere, camminare in queste strade vedendo persone provenienti da tutto il mondo. Sentire diverse lingue, mangiare gaufres, bere birra belga, abbuffarsi di patatine fritte, prendere una Desperados al celtica e stare ore ad ammirare la Grand Place. Questa è la vita che ho sempre desiderato, vivere in una grande città, immergermi in un'altra cultura. Ed adesso, mentre cammino in queste strade mano nella mano con Joseph, penso che per la prima volta sto vivendo sul serio. Il mio cuore batte frenetico mentre la gioia mi attraversa dentro.
-A cosa pensi?
Chiede Joseph.
-A quanto mi sento viva in questo momento.
Mi sorride e capisce, sa cosa sto provando. Mi fermo di scatto e lo bacio; rimane sorpreso da questo mio gesto improvviso ma apre subito la bocca e ricambia con passione. Nonostante i rumori della città in movimento, posso sentire il mio cuore che batte all'impazzata, forse è la prima volta che raggiunge questa accelerazione. Ci stacchiamo controvoglia, potrei restare a baciarlo tutta la notte. Camminiamo in silenzio e svoltiamo per una stradina che quasi non si nota. Una sfilza di restauranti si susseguono uno dopo l'altro, è tutto più luminoso ed è difficile persino camminare per tutta la gente che c'è. Ma finalmente vedo il Delirium, il cartello che rappresenta un elefante rosa è appeso sopra il bar e un numero alquanto alto di persone sta bevendo: fuori, seduti, alzati, poggiati al muro. Spero che Matty abbia già preso un tavolo. Entriamo e la canzone di OMI "cheerleader", è trasmessa a tutto volume. La maggior parte dei presenti è ubriaca, o sta per esserlo. Due ragazzi ballano sul tavolo, altri cantano a voce abbastanza alta. Noto Matty seduto accanto a una biondina dall'aria simpatica, parlano e sorridono. Due bicchieri di birra dalle dimensioni enormi sono poste sul tavolo davanti a loro, noto che sono quasi finite.
-Era ora! Vi siete persi a Bruxelles?
-Joseph guida come un vecchietto.
Dico mentre mi siedo accanto alla ragazza che scoppia a ridere insieme a Matty.
-Ah questa me la paghi più tardi!
-Attenta Cassie, il leone si sta svegliando.
Dice Matty e subito i suoi occhi si posano sulla mano di Joseph stretta alla mia sopra il tavolo. Il sorriso gli muore sul viso. Joseph se ne accorge e sposta subito la sua mano. Io faccio finta di niente e mi guardo intorno ma non riesco a capire il motivo di questo cambiamento. Joseph non gli ha detto nulla? Non ha parlato di me nemmeno al suo migliore amico? La tristezza arriva improvvisa e mi circonda il cuore. Avrà bisogno di tempo, insomma ne è passato così poco. Cerco di consolarmi ma la sensazione che lui si vergogni di me cresce; è del tutto inspiegabile, ma quando passi gran parte della vita a sentirti inferiore alla maggior parte del modo risulta spontaneo un pensiero così.
-Sei ancora tra di noi?
Chiede Joseph risvegliandomi dai miei pensieri.
-Si si
-Ho chiesto cosa vuoi da bere.
Il suo noto è diverso da quello che aveva prima, sembra stia recitando la parte del fratello che mi detesta, quella che recita davanti a sua madre. Penso di aver bisogno di molto alcol per superare questa serata.
-Una radar ambre, grazie.
Datemi questi 10 gradi di alcol adesso, supplico nella mia mente.
Joseph mi guarda con un sopracciglio alzato, forse perché ho preso la birra con la gradazione alcolica maggiore. Faccio finta di nulla e intraprendo una conversazione con l'amica di Matty. È già brilla e molto loquace. Mi racconta di come trascorre il tempo nella capitale e quali siano i suoi progetti futuri. Non mi meraviglio più di tanto quando mi confida che il suo più grande sogno è entrare in un reality show o ballare mezza nuda in qualche pub. Joseph arriva dieci minuti dopo, con una bottiglietta di acqua in una mano e una birra nell'altra. Lo guardo con un sopracciglio alzato.
-Tieni
Dice porgendomi la bottiglietta.
-Dov'è la mia birra?
-Nel frigo del locale.
Sorride e sposta la sua attenzione su qualcuno dietro di me.
-Oh che fratello premuroso.
Dice Matty mentre finisce la sua.. seconda birra? Non ne sono sicura.
-Dai Joseph, smettila di guardare il fondoschiena di quella biondina, gli stai facendo una lastra.
Joseph scoppia a ridere ma la risata non contagia gli occhi. Sembra nervoso.
-Quel sedere mi parla.
Dice tranquillo bevendo il primo sorso di birra. Ci sto circa 10 secondi per assimilare ciò che sto vivendo. Faccio finta di nulla ,non mi giro nemmeno a guardarlo. Dentro di me sento crescere la voglia di scappare di qui. Che stupida che sono, fidarmi di Joseph, credere alle sue parole, far parlare il mio cuore e non la ragione. Non si degna nemmeno di parlarmi, di guardarmi. Mezz'ora fa era tutto così perfetto tra di noi. Ma è come se vedessi sempre un Joseph diverso. Guardo la mia bottiglia ancora piena mentre Joseph parla con un Matty abbastanza ubriaco.
-Vado in bagno.
Dico alzandomi. Vado dritto alla porta, senza voltarmi per non incrociare il suo sguardo. Poi esco dall'uscita secondaria senza farmi vedere, l'aria fredda mi sferza il viso e mi ritrovo a camminare in mezzo a una marea di persone. E poi mi rendo conto che è questo che ho fatto quasi sempre nella mia vita: scappare. Mi riesce facile; so con certezza che non è la soluzione ma è più forte di me. Alzo gli occhi e guardo le stelle, mentre una lacrima scende lentamente sul mio viso.

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