Capitolo 1

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"Un tempo gli uomini chiedevano il fuoco agli Dèi e non sapevano conservarlo perennemente. In seguito Prometeo lo portò in terra nascosto dentro una canna e insegnò agli uomini il modo di conservarlo sotto la cenere. Perciò Ermes, per ordine di Zeus, lo legò a una rupe sul monte Caucaso con chiodi di ferro, e gli pose accanto un'aquila che gli rodeva il fegato: e quanto veniva mangiato di giorno, altrettanto cresceva di notte."

Il cielo era la cosa meglio riuscita di Dio.
Infinito, completamente sconfinato e lontano, eppure così ammaliante, come sembrasse tangibile, come si potessero stringere in un palmo della mano quelle fumose nuvole ardenti. Rosse, bruciavano in quel cielo che si mischiava al sole e venivano inebriate dal suo calore. Tutto sembrava bloccarsi in un istante, mancava il fiato, sebbene il vento si muovesse tra i suoi capelli e giocasse tra le sue dita. Se Dio vi aveva impiegato ben 5 giorni, ne era valsa proprio la pena, ma non aveva finito...
Si girava di schiena, fidandosi Delle sue sei ali, per poter ammirare ciò che aveva davanti, il tutto dove Dio aveva deciso di creare la sua casa.
Era incantevole, qualcosa di indescrivibile, i colori sembravano mescolarsi come nell'acqua, talmente saturi da accecare.
Sospirò, con il sorriso stampato sul viso.
<<Non c'è da chiedersi perché viviamo qui...>>
Disse tra se e sè, girando la testa sul lato e poggiandola sul braccio
<<QUACk>> rispose la papera al suo fianco, della quale non si era reso minimamente conto.
Rimase a guardarla per un po' stupito
<<Hey piccolina...devi essere la creatura del quinto giorno...>>
I suoi occhi brillavano come quelli di un bambino, splendevano di curiosità.
Avvicinò lentamente la mano verso il largo becco.
<<Guarda che forma buff->>
Ma la papera lo morse stringendo il dito nella sua bocca, tirò un urlò e balzò in aria.
<<AAAAAAA che male che male che male...aspetta un sec->>
Le ali si bloccarono e cadde in picchiata.
Andò in panico, sentiva il vuoto nello stomaco così forte da sembrargli pronto a lacerarsi, qualche piuma volava mentre lui cercava di riprendere il controllo, girandosi e rigirandosi.
<<AAAAAA morirò morirò morirò morirooo...aspetta ma posso morire?>> Si fermò in aria, iniziò poi a solleticarsi con l'indice il mento e a stroppicciarsi i capelli biondi con la quarta ala destra mentre faceva avanti e indietro nel cielo.
<< Se ho paura di cadere è perché muoio no? Ma non posso morire se non so' morire? Ma aspetta.. cos'è la morte?>> Continuò con il suo flusso di pensieri fino a che non vide avvicinarsi nuovamente quella creatura mordace del quinto giorno, così scappò via senza esitazione. Tra una nuvola e l'altra si ritrovò dinanzi quel cancello in oro zecchino, a precederlo c'era un leggio vuoto, Dio aveva detto che un giorno sarebbe stato occupato, ma fino ad allora il cancello era per pura bellezza. Goffamente aprì la porta ed entrò nel paradiso, mentre ancora continuava a grattarsi la nuca con l'ala, iniziava a piacergli.
<<Lucifero!>>
Si sentì da lontano, ma il Serafino era troppo preso dalle sue domande per sentire.
<<Lucifero!>> Si udì di nuovo
<< Se la morte non so cos'è perché so come si chiama? Forse mi sono perso la spiegazione...aspetta ma quali ho ascoltato io?>> Lucifero continuava a pensare tenendo il conto con le dita.
La voce lontana prese le sembianze di una figura e il tono divenne sempre più chiaro.
<<Lucifero!>>
<<Giorno uno era d'obbligo due anche, tre mi scocciavo, quattro...>>
La figura ormai era al suo fianco.
<<LUCIFERO!>>
<<AAAAAAA LA CREATURA PARLA!>>
Urlò saltando di almeno due metri in aria, rimanendo a lievitare.
<<Creature...? Lucifero tutto bene?>>
<<Ah Gabriele sei tu...>> Il sorriso di Lucifero si fece un po' forzato mentre manteneva una mano sul fianco e l'altra dietro la nuca.
L'altra figura mise la mano sul viso coprendola con le ciocche dei lunghi capelli biondo platino.
<<Lascia stare non abbiamo tempo da perdere, seguimi!>> disse prendendo Lucifero per mano e tirandolo con sé.
<<per... ché?>> chiese il Serafino con un intonazione simpatica. Gabriele scosse la testa trattenendo una leggera risata, poi lasciandolo per qualche secondo gli mostrò un sei sulle dita Delle mani.
<<Siamo in ritardo.>> Aggiunse.
<<Cazzo.>> Disse Lucifero.


"Spazio autrice"
Hey Hey Hey! Sono tornata!
Sono sicura che ad un sacco di voi è piaciuto hazbin hotel, a me di certo ed infatti mi ha ispirato questa nuova storia.
Il primo capitolo è più sul simpatico ma spero possa già piacervi. Nel caso perché non cliccate 🌟?
Era da molto che non scrivevo, spero che invece la vostra voglia di leggere sia ancora la stessa e soprattutto che ciò che ho scritto possa prendervi.
Con questo vi saluto con tanti baci e abbracci e ci vediamo al prossimo capitolo!
Bye bye
-Yres

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