66. Hide and seek.

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I miei occhi misero a fuoco la meraviglia della creazione. In quella terra granitica, cosparsa da minerali luminescenti, un albero di luce si stagliava al centro di quell'isola galleggiante. Un flusso eterno e continuo era generato da una fonte che risiedeva a centinaia di metri di distanza, troppo lontano per poter essere descritto.

In quell'angolo incontaminato, non vi era nessuno segno del passaggio dell'uomo.

«Non siamo sulla Terra, questo è certo. Non ho mai avvertito tutta questa elettricità nell'aria, ma sono altrettanto sicuro ci sia una spiegazione» rivelò Chris fissando estasiato quello spettacolo.

«Beh, se fai un passo falso finisci di nuovo ai confini dell'universo» commentò sarcastico James scrutando al di là della frastagliata insenatura e osservando il vuoto che vigeva a pochi centimetri sotto ai suoi piedi.

Le fronde brillanti illuminavano l'infinito, dirigendosi verso ogni direzione conosciuta e non, nascondendo le stelle nascenti che ricoprivano il manto celeste.

«E allora dove siamo finiti?» fece eco Lake, sistemando la sua giacca sotto la testa di Mallek, che giaceva incosciente sulle pietre sfavillanti.

Chris scosse il capo incerto sorridendo sornione.

Colton si irrigidì, grattandosi il mento irsuto snervato. Le improvvisazioni non erano il suo forte. Lui voleva solamente prendere a calci qualche ribelle. «Tutto ciò come ci aiuta a trovare Kors? Lo abbiamo fatto per questo, no? Trovarlo nel passato e fermarlo così che non potesse fare del male nel futuro. Dovremmo viaggiare di nuovo! Chi ci sta?»

Maxfield lo troncò sul nascere. «Non siamo in condizioni di farlo. Io sono sfinito. Siamo stati mesi in quelle lande innevate senza neanche un goccio di energia, tutto ciò è troppo in una volta sola.»

«Ciò che dice Max è vero. Le nostre cellule devono stabilizzarsi prima di effettuare un nuovo tentativo, o rischieremmo di rimanere intrappolati nel continuum. Potremmo andare in overdose di potere, o peggio. Soprattutto se si tratta di tornare sulla Terra.» Spiegò Sol, mantenendo il punto sul corpo di Mallek. «Anche lui ha bisogno di riposo.»

Ingoiai la saliva amara allungando una mano nella direzione cui la luce si dipartiva, facendomi ombra. «Credo che siamo finiti dove tutte le ancore si sono nascoste in questi anni» pronunciai come un sussurro.

Mi guadagnai le occhiate indagatrici dei miei più cari amici. «Come puoi esserne sicura, Dely?» domandò Chris con dolcezza.

Levai un sorriso spezzato, cercando le parole più giuste per spiegare ciò che era successo.

«L'ho visto nei ricordi di Victoria.» Schiusi le labbra. «E credo che Mallek sia riverso in questo stato perché ha contribuito non solo al nostro viaggio per raggiungere il padre di James, ma anche al mio nella mente di mia madre. Ha seguito la linea di sangue di entrambi.»

«Mallek ha fatto cosa? Starà bene? Come è possibile?» domandò innocentemente Mike.

Balbettai incerta scrutando le mie stesse dita intorpidite. Incurvai un angolo della bocca provando a dare voce ai miei pensieri.

«Sono rimasta intrappolata nella coscienza di Victoria per mesi rivivendo quelli che sono stati i momenti salienti della sua vita poco prima che io venissi al mondo.»

Un risolino fuoriuscì dalle mie labbra. Era così assurdo.

Chris mosse convulso il suo sguardo scrutando i miei punti vitali e monitorando il mio battito con un semplice tocco. «Stai bene?»

Annuii inspirando profondamente. James aveva provato ad avvicinarsi, ma desistette quando incrociò il mio volto deciso. Quello che avevo vissuto era stata una benedizione.

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