12 ~Trauma~

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Aspettai Angel sul divano, impaziente. Dovevo accompagnarlo nell'ennesimo negozio per scegliere un abito adatto per il ballo, che si sarebbe tenuto tre settimane dopo. <Sono pronto!> esclamò, spuntando fuori dalla sua stanza e correndo per le scale.

<Alla buon ora!> replicai io, spazientita. Ero molto paziente come persona, solo che quel deficente del mio amico me la faceva perdere, sempre. Uscimmo fuori dall'Hotel per dirigerci in uno delle tante tende d'abbigliamento. Durante il tragitto Angel non faceva altro che parlare di Valentino e del prossimo film che avrebbe girato.

Ogni volta che sentivo il nome di quell'essere orripilante mi ribolliva il sangue nelle vene, prima o poi glie l'avrei fatta pagare a quel bastardo. Entrammo nel primo negozio e, mentre il mio amico cercava un capo decente, ma soprattutto coprente, io mi guardai un po' intorno.

Rimasi particolarmente affascinata su un vestito beige, era a maniche lunghe con dei guanti incorporati. Era magnifico, il problema era solo uno, il fisico. <Oh, tesoro, saresti una bomba con quello addosso> disse Angel. Non ero molto convinta, decisi di provarmelo, prima di compiere azioni affrettate.

Entrai nel camerino e mi spogliai, e se non mi stesse bene? E se mi facesse troppo grassa? Mille domande a cui non sapevo rispondere s'infiltrarono nella mia testa. Mi specchiai un attimo, misi più che potevo la pancia dentro, poi uscì. <Oh. Mio. Dio. Tesoro sei una super fregna> Angel era entusiasta, rimase a fissarmi qualche istante, incantato.

<Farai svenire tutti quanti con quello indosso> il ragazzo davanti a me cercava di incitarmi nel comprare quel capo che, a vista era meraviglioso, ma su di me orribile. <Non so, Angel, non mi sembra abbastanza adatto per il mio corpo> dissi, squadrandomi dalla testa ai piedi davanti al vetro.

<Ma non lo dire nemmeno per scherzo! Hai un fisico da favola!> esclamò, rimproverandomi. Sospirai, andando verso la cassa con l'abito in mano. Angel fu molto contento, però vidi che era a mani vuote.

<E tu? Non hai comprato nulla?> chiesi, <No, non c'era nulla di decente lì dentro> rispose, sempre il solito. Passammo al secondo negozio, solo che dopo qualche minuto uscimmo. Ci metteremo più del previsto.

Visitammo almeno sette tende d'abbigliamento, ma nulla, <Non trovo nulla di bello!> disse il mio migliore amico, <E coprente!> finì io. Lui roteò gli occhi al cielo, sbuffando, poi ci incamminiamo verso l'ennesimo negozio.

Entrammo dentro di esso e, in un attimo, persi di vista Angel, che si era fiondato su un reparto... abbastanza particolare. Decisi di aspettarlo fuori, mi misi seduta sul cemento gelido per via del freddo.

Aspettai cinque minuti, poi vidi il ragno uscire con un bustone in mano,  finalmente, non ne potevo più. Il ragazzo voleva tornare all'Hotel per posare la roba, io invece volevo rimanere ancora un po' al di fuori di quelle mura.

Gli diedi la mia roba, pian piano si allontanava la sua figura diventò un piccolo puntino nero, poi sparì nel nulla. Finalmente sola. Le strade erano deserte, mi sentivo in pace.

Iniziai a camminare senza una meta, intorno a me tutto era silenzioso. I bar erano vuoti, negli strip club non regnava nessun rumore, solo silenzio. All'Inferno non era solito non uccidere gente, creare casini o qualcos'altro che avrebbe fatto frastuono.

<Che bello, finalmente in tranquill-> non riuscì a finire la frase che sentì delle urla. Provenivano da un viale abbastanza nascosto dai negozi. Mi avvicinai lentamente, poi mi affacciai. Per una persona normale la scena che mi si mostrava davanti sarebbe stata raccapricciante, invece per me era pura goduria.

My Dear // Alastor x Reader (IN PAUSA)Where stories live. Discover now