Gente nuova.

29 4 22
                                    

È mezzanotte e qualcosa. Ho lasciato il biglietto di ieri a Jul, meglio che - come tutti - pensi che io sia morta. Adesso sta per cominciare il nuovo capitolo della mia vita, e nessuno mi verrà a cercare lì. Indosso il mio vestito preferito, quello che ho utilizzato l'ultima volta che sono andata alla casa sull'albero con Jul, e infilo nella mia borsa un paio di abiti a cui ho tagliato la gonna per renderli un po' più agevoli. Ho lasciato il palazzo questa mattina, e nessuno ha più notizie di me credo dalle otto. Stephan sarebbe dovuto passare a prendermi verso le sette di sera, ed è tutto il giorno che mi cercano. Io sono sempre stata nel bosco a bighellonare per i fatti miei, fino ad adesso, che mi sto avviando verso la casa sull'albero. Una figura vestita di verde mi attende davanti alla quercia, e io eccitatissima la chiamo.

« Lilith! Sono qui! » grido, muovendo la mano.

« Lilith?! »  la figura si gira, rivelando il viso di Jul, con le lacrime agli occhi.

« Jul...che cosa ci fai qui? » chiedo sbalordita. E adesso cosa faccio?

« Che cosa ci faccio qui?! E hai il coraggio di chiedermelo?? Volevo passare quest'ultima giornata con te, ma poi in camera tua non c'eri! Il primo posto in cui ho cercato è stato qui, e ho letto quel biglietto e...e... » Jul scoppia in lacrime coprendosi il viso.

« Jul... » dico, con una voce triste e preoccupata. La mia dolce Juliet...la mia piccola, dolce e gentile Juliet...

« Sissi, per l'amor di Dio...non sai quanto mi hai fatto preoccupare » mormora avvicinandosi a me.

« Mi dispiace amore... » i nostri visi sono pericolosamente vicini.

« Cazzo...sei stata molto cattiva, lo sai principessa? » mi sussurra a pochi centimetri, anzi no, millimetri, dalle labbra.

« E come hai intenzione di punirmi~? »

Ormai siamo vicinissime.

« In nessuno modo care. Devo dire tutto molto commovente, ma non ho tempo da perdere. Allora, Sarah vogliamo andare? »
Lilith ci compare davanti, e i la sua espressione, seppur indifferente e gelida, lascia intendere una frase del tipo "smettete di fare i piccioncini, mi da alquanto sui nervi".

Juliet tira fuori un piccolo pugnale da sotto il vestito - lo tiene sempre legato alla gamba in una sorta di fodero, dice sempre che « non si sa mai »  - e scatta in posizione di combattimento.

« Andare dove? E tu chi sei? » chiede Jul. La sua voce è gelida, lo sguardo combattivo, gli occhi verdi leggermente socchiusi. La sua espressione non lascia trapelare emozioni, solo il vuoto. Fa abbastanza paura a essere sincera.

« Lilith, al tuo servizio. Umana, ti andrebbe di presentarmi la tua amica? Sembra interessante, ma la sua mente preferisco non toccarla. Chissà che cosa potrei trovare... »

« Alla mia mente vorresti fare che cosa? Sarah, sei finita in quella setta giù in paese?! » chiede Juliet, nella sua voce una nota di confusione.

« È una lunga storia...beh, Juliet, lei è Lilith, Lilith, lei è Juliet » dico cercando di tagliare corto. Si sta avvicinando l'una di notte, a quest'ora le guardie si danno il cambio, non vorrei ci sentissero.

« Piacere di conoscerti Juliet. Bene umana, noi dobbiamo andare. » annuisco, lasciando la mano di Jul, o almeno provandoci, visto che mi tiene stretta.

« Tu non vai da nessuna parte! » mi dice Juliet con una lacrima che minaccia di uscire.

« Jul io devo andare...so che è difficile, ma non posso restare qui. Non posso sposare quel pazzo violento, e soprattutto non sopporterei di non vederti più. Sei tutto per me e -»

La ragazza dietro l'alberoWhere stories live. Discover now