« Continua a guardare. »

« Cosa? »

« Non distogliere lo sguardo. Continua a guardare. »

« Perché? »

« Perché no? »

« Non tentarmi, Sarah »

« Uhh, quindi ti tento...erotico~ »

« SARAH! »

« OKAY, OKAY, LA SMETTO! »

Continuo a spogliarmi fino a rimanere in intimo: poi prendo da sotto il letto una scatola contenente un vestito verde scuro, il più "sportivo" che io sia riuscita ad ottenere. Gonna al ginocchio e maniche larghe, un corsetto allacciato sul davanti che non stinge molto e rende tutti i movimenti più facili. Jul invece mantiene un aspetto un po' più "reale" con un vestito di lino bianco che la copre fino alle caviglie.

« Vamos? » chiede lei impaziente. Dalla sua borsa di cuoio si intravedono già delle tele. E io amo vederla dipingere. È  un'immagine idilliaca: una ragazza alta, bella, con la pelle mulatta e i capelli scuri che punta i suoi magnetici e dolci occhi verdi su una tela che sta avendo l'onore di poter venire toccata dai colori pastello che maneggia con tanta maestria, fino a creare dei quadri che sono anche meglio della realtà.

« Si! » rispondo io contenta.

In un minuto torniamo bambine: io sei anni, lei sette, che corriamo sulle scale del palazzo fiondandoci verso i
portoni, che aprivamo a fatica. Poi uscivamo e tutto diventava un mondo fatato. Correvamo dietro quella siepe fino alla casa sull'albero, dove lei mi aiutava a dipingere, io le davo lezioni di canto. Guardavamo il panorama fino a sera, e ogni volta mi addormentavo cullata dalle sue braccia, appoggiate a un cuscino facendoci le coccole e promettendoci eterna amicizia.

Arriviamo alla casa sull'albero più felici che mai, mano nella mano. Saliamo le scale fino ad entrare nella nostra isola felice. Il tappeto e i cuscini verdi, un cavalletto, pennelli, spartiti, pittura. Dal soffitto pendono delle foglie di edera finta ricavata da un vestito che si era strappato, ai muri appesi dei disegni di Juliet ritraenti dei bei momenti passati insieme.

« Hey Sissi » dice Jul tutt'un tratto

« Dimmi » rispondo.

« Posso...dah, lascia perdere »

« E suu ! Non lasciarmi con la suspance! »

« okay, okay. Volevo chiederti se...se posso dipingerti. » cosa? Come mai se ne vergognava così  tanto?

« Certo! E perché te ne vergognavi? Ne sarei onorata! » rispondo contenta.

« Oh...va bene allora! Tu continua quella fragola all'uncinetto, io inizio a dipingerti »

Mi metto seduta tra i cuscini verdi e prendo in mano il mio fidato uncinetto, continuando a intrecciare quella che sta per diventare una bellissima fragola di peluche. Intanto, Jul sta seduta su uno sgabello, e il suo vestito pende formando un piccolo strascico. I suoi lunghi capelli marroni le ricadono sulle spalle morbidamente, mentre punta i suoi occhi verdi sulla tela. In mano una tavolozza piena di colori pastello: giallo, marrone chiaro, verde di tutte le tonalità, rosa. Con un pennello fine dipinge dei dettagli, immagino sullo sfondo.

« Sissi! Continua a lavorare alla fragola, non guardare me! » dice Jul cogliendomi di sorpresa.

« Siiii! Uff, quanto sei noiosa, lo sai mammina?? » le rispondo io fingendomi corrucciata

« Si principessa, lo so, me lo dici sempre. E smetti di chiamarmi "mammina"! »

« E perché ? »

« Perché è troppo carino » dice sottovoce

La ragazza dietro l'alberoWhere stories live. Discover now