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Le giallognole pagine del registro scorrono tra le dita di mio fratello

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Le giallognole pagine del registro scorrono tra le dita di mio fratello. I chiari occhi studiano meticolosi ognuna delle parole incontrate durante la ricerca. È concentrato, il mondo attorno ha smesso di ruotate, divenuto inesistente difronte alla sua percezione.

Sembra che nelle ultime ore il posto sia stato preso d'assalto dai turisti, centinaia di nuovi nomi apparsi all' improvviso: mi chiedo se hanno posto per tutti dentro.

Avrebbero, con un po' di fantasia in supporto, potuto servirsi del vecchio fienile per ricreare una esperienza immersiva nella natura, sotto il chiarore delle stelle della notte qualora le stanze non fossero bastate, se soltanto ancora ce ne fosse stato uno da devolvere a tale compito.

Il bancone non presente, da dietro, ulteriori ripiani alla piana superficie, nessun cassetto. I dati paiono salvati soltanto per mezzo della carta, nessun computer è presente nei paraggi.

«Seraphine» il dito di James si ferma per indicare quel nome. Nessun cognome indicato di fianco, la data appuntata per segnalare l'arrivo è recente. «La conosco lei».

Lui conosce uno dei nuovi ospiti appena arrivati alla locanda, uno delle possibili persone a conoscenza del segreto che dentro mi porto dentro da tutta la vita.

Non possiedo idea di come questo sia stato possibile, magari il destino ha intrecciato i rispettivi cammini durante uno dei tanti viaggi e tra loro è nata una breve relazione. Non penso sia molto importante, ma almeno ho un inizio da cui partire.

«Bene, voglio conoscerla» attraverso lui è più facile avvicinarmi anche io, servirmi di una conoscenza comune per una personale indagine. Dopotutto, se già l'ha incontrata significa che ne conosce i lineamenti, la forma del volto e non devo importunare i singoli presenti con domande insistenti e curiose.

«Perché non ti fai gli affari tuoi?» la ragazza dalla chioma fluo supera l'ingresso, si fionda con poche semplici falcate contro di me. È livida di rabbia per qualcosa che neanche comprendo di aver commosso.

Fino a questa mattina si è sempre mostrata gentile, nei miei confronti. Anche contro le aspettative della sua altezzosa amica mi ha sempre accolta con un sorriso di pronta amicizia. Mi chiedo, ora, cosa possa essere mutato.

D'istinto mi scosto dal bancone, mi allontano dai registri, provo nel scrollare di dosso la sensazione di essere appena stata colta con le mani sul fatto, rovistare sulla scena del reato e con ogni probabilità eliminare eventuali tracce del mio passare.

«Velvet, io...»

«Risparmiati le tue patetiche scuse» interrompe il flusso di parole che provo con frenesia a rigettare dai polmoni, un insieme di suoni da rendersi tanto insignificante qualora non si fosse abbastanza preparati sul come essi proferire. «Ho cercato di essere gentile con te. Sono stata dalla tua parte, ho preso le tue difese e ho provato a darti una possibilità appena arrivata. Quando ancora non conoscevi nessuno. E tu? Ti allei con Aleksandra, tradisci me per lei. Almeno sei in grado di fornirmi una ragione accettabile».

LIGHT DEMON - Il Rumore Della Rinascita Where stories live. Discover now