NEL BUNKER

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27 gennaio 2021, Villanova

Nel bunker i ragazzi stavano suonando da quasi un'ora lavorando al pezzo che stavano creando, nato da un'idea di Dario mentre stava bevendo una tisana steso sul divano di sua nonna il giorno dopo la discoteca

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Nel bunker i ragazzi stavano suonando da quasi un'ora lavorando al pezzo che stavano creando, nato da un'idea di Dario mentre stava bevendo una tisana steso sul divano di sua nonna il giorno dopo la discoteca. Duccio ancora non aveva parlato agli altri  del suo incontro con la strana ragazza snob della mostra che non era snob ma che sì era probabilmente figlia di papà.
<<Piccolo qua devi attaccare tu!>> Si era incantato di nuovo. Ultimamente non era affatto produttivo non stava dando la giusta importanza alla sua musica, aveva sempre la testa piena.
<<Maremma Duccio ma che hai?>> Jacopo gli scompigliò i capelli mentre gli altri posavano gli strumenti per fare una pausa.
<<Non sarà ancora quella ragazza vero?>> Duccio non rispose a Marco si stava limitando a guardarsi le scarpe.
<<Amico l'hai vista una volta!>> Andrea sembrava esasperato mentre gli offriva una birra. Duccio fece un sorso e si gettò sul divano.
<<Due>> disse semplicemente.
<<DUE?!>> urlarono gli altri all'unisono. 'Ma perchè non sto zitto quando devo?' si maledisse mentalmente. I ragazzi gli si radunarono tutti intorno come un gruppo di ragazze ad un pigiama party.
<<Cosa vuol dire esattamente due?>> domandò Pietro con fare curioso.
<<Vuol dire->> cercava di parlare ma inevitabilmente i ragazzi gli parlavano sopra troppo presi dalle ipotesi per poter accettare la verità.
<<Magari ha avuto una visione>> propose Dario alzando le spalle.
<<O forse l'ha trovata su instagram aiutato da una di quelle ragazzine che sanno tutto di tutti>> contrappose Andrea.
<<Secondo me si è appostato fuori dalla mostra a Firenze e lei è tornata e anche stavolta non gli ha chiesto il nome>> la buttò lì Marco.
<<Non è andata così stronzi che non siete altro>> i ragazzi gli lanciarono un bacio collettivo. <<Siete peggio di un gruppo di sedicenni>>
<<Sputa il rospo Duccio Caponi>> lo intimò Pietro con un segno della mano. Ecco, si sentiva di nuovo al centro dell'attenzione. Tirò su le gambe portandosele al petto come se potesse proteggersi da qualcosa di esterno.
<<L'ho vista nel parcheggio della discoteca quando sono uscito per fumare, mi ha prestato l'accendino>> Pietro cacciò un urlo assordante, lo esattamente come le ragazzine quando vedevano Harry Styles.
<<Pietro contieniti cazzo>> Marco gli lanciò una manata sulla testa.
<<avete parlato?>> chiese Dario, che tra tutti sembrava quello più serio riguardo la questione.
<<In realtà pensavo di averla spaventata, ma poi mi ha chiesto se avevo freddo. Avevo solo la maglia probabilmente stavo tremando come un cane. Abbiamo parlato>>
<<Duccio il capo colpisce ancora, allora come si chiama?>> Duccio non rispose. I ragazzi si guardarono tra di loro lanciandosi sguardi confusi.
<<Dai non può avere un nome così terribile... vero?>>  Andrea cercò inutilmente lo sguardo di Duccio come se potesse trovare la risposta negli occhi del rosso.
<<Gliel'ho chiesto ve lo giuro..:>>
<<Ma..?>>
<<Mi ha detto che se il destino ci farà rincontrare me lo dirà... è un bel palo vero?>> i ragazzi risero tutti e brindarono con le bottiglie ancora mezze piene.
<<Un palo dignitoso amico>> gli disse Marco sedendosi vicino a lui <<Sempre meglio di quello che si è preso Pietro sabato.
<<Fottiti Caph>>
<<però ho la sua sciarpa>> diede un altro sorso mentre Marco vicino a lui si stava strozzando.
<<Quando pensavi di dirlo Duccio? Il destino ha già deciso amico...>> Andrea stava per strapparsi i capelli dalla testa.
<<E' una sciarpa...>>
<<Vuol dire che vi rivedrete, poi sta a Empoli no?>> chiese Dario per conferma e ricevette un segno di assenso dal rosso.
<<Allora amico una mano al destino gliela possiamo dare...>> concluse Pietro finendo l'ultimo goccio di birra rimasto. Duccio non aveva pensato ad aiutare il destino ma doveva dire che effettivamente non sarebbe stato sbagliato presentarsi a Empoli e girarla a vuoto prima di trovarla.
<<Torniamo a suonare romanticoni, a questo ci pensiamo a cena>> e Jacopo mise un punto a tutte le chiacchere riprendendo posto dietro la tastiera.

Duccio era perso ad ascoltare evergreen di Calcutta, ormai in riproduzione da cinque buoni minuti in cui stava aspettando che Pietro e Marco tornassero con la pizza che avevano ordinato. Era serata di chiacchere al bunker, non lo facevano spesso ma quando accadeva si spaccavano dal ridere finendo con le lacrime agli occhi per le risate e due birre a testa vuote come minimo.
Le serate al bunker erano quelle dove lasciavi perdere tutte le preoccupazioni e ti prendevi del tempo per essere felice, spensierato, senza pensare a tutto quello che ti accadeva intorno. Nel mentre che 'pesto' era in riproduzione Duccio scarabocchiava qualcosa sulla carta da riciclo trovata nel cestino della carta del bunker. Era uno spartito sbagliato che avevano buttato prima delle prove e ora lui ci stava scarabocchiando l'immagine di un palazzo alto e liscio, senza tanti fronzoli. Non sapeva come ma ogni volta si ritrovava con un pezzo di carta e una penna in mano, ormai in borsa aveva più disegni che altro.
<<Raga siamo tornati!>> con i cartoni delle pizza in mano si sedettero per terra in cerchio a mangiare come se fossero degli zingari, ma in fondo loro un po' lo erano. Erano artisti e come tutti gli artisti avevano le loro paranoie ma imparavano col tempo a non dare conto agli altri. Loro erano strani nel loro paesino per il modo di vestire un po' troppo appariscente, li riconoscevi in due secondi da lontano. Caph con il suo capello nero sfumato con il biondo platino e lo stile un po' da rapper americano che sti stava sviluppando. Faster con gli orecchini e il taglio un po' tamarro era decisamente quello che rimorchiava di più. Erin era più tranquillo ma la sua pelata che cambiava colore ogni qualvolta il ragazzo ne aveva voglia attirava sicuramente l'attenzione. Fares stava ancora cercando una vera e propria identità, ma aveva deciso di lasciar crescere i capelli e il suo stile si stava piano piano evolvendo. Insomma stavano capendo la loro essenza.  Jackson era basic ma pur sempre con stile, usava sempre il nero o il bianco nei suoi outfit ma aveva una cosa come 15 accessori da mettere prima di uscire, era sempre in ritardo. Piccolo era quello che osava di più, forse perchè aveva fatto l'artistico, i suoi amici glielo ripetevano sempre, la sua arte era già venuta fuori. I capelli color rosso amaranto, lo stile che richiamava gli anni 2000, la bandana sempre addosso e outfit del tutto discutibili lo rendevano secondo i suoi compagni 'l'icona' del gruppo.
<<Allora Duccio... idee su come aiutare il destino a farti incontrare la tua bella?>> Marco amava parlare di ragazze, ma sembrava non riuscire mai a provarci davvero con qualcuna.
<<Studia medicina>> i ragazzi fecero un coro di 'woah' soffocato, pensavano tutti che questa storia non sarebbe andata in porto. Una che studia medicina con uno come Piccolo? Ma figurati!
<<In realtà vorrebbe fare altro, mi ha detto mi amare la musica, l'arte e la letteratura... era sporca di pittura era andata a prendere la sorella>>
<<uee la figlia di papà ha una sorella... anni?>> Pietro non perdeva nemmeno un occasione. Risero tutti e Duccio alzò gli occhi al cielo.
<<Penso sia piccolina per te Fares...>>
<<Se fa medicina non contare sull'università, sicuro la fa a Firenze magari per quello era alla mostra quel giorno... uscita dall'uni?>> propose Dario che stava cercando il quadro generale della situazione.
<<Magari si può fare un giro sabato in centro a Empoli...> propose Andrea entrando in punta di piedi nel discorso.
<<Manco c'avessimo 15 anni Faster!>> In effetti a pensarci bene nemmeno a quindici anni Duccio usciva per andare in centro a Empoli, ma nemmeno a Villanova. Ma qui non si parlava di loro, si parlava di una che era cresciuta a soldi e giri in centro.
<<Andrea ha ragione, lei non è come noi. Non si chiude in casa a scrivere pezzi il sabato, esce con gli amici probabilmente in centro>>
<<Sono o non sono onnisciente sulle donne?>> Andrea si stava idolatrando, come al solito.
<<Faster vaffanculo va>> gli urlarono in coro gli altri lanciandogli i tovaglioli addosso.
Duccio non poteva chiedere di meglio di loro.

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Nota Autrice

Ciao a tutt*, nuovo capitolo e prima nota della storia per ringraziarvi delle letture e delle stelline. Fatemi sapere se vi piace la storia, lasciate una stellina e buona serata 🫶🏻

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