ACCENDINO

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23 gennaio 2021, discoteca Empoli

Dentro la discoteca pompava musica a tutto volume e l'aria consumata si faceva sentire e non poco

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Dentro la discoteca pompava musica a tutto volume e l'aria consumata si faceva sentire e non poco. Pietro si era già cimentato nel suo obbiettivo di rimorchio della serata che sembrava non voler affatto attaccare bottone. Andrea e Jackson stavano facendo a gara a chi beveva lo shottino più in fretta. Dario e Marco se ne stavano in mezzo alla pista a ballare come due allampanati. Duccio cercava di prendere un po' d'aria lontano dalla pista. Ma non aveva voglia di bere insieme agli altri due e non aveva alcuna intenzione di salvare Pietro dal disperato tentativo di conquistare quella ragazza.
<<Du ti fai un giro?>> Andrea puzzava terribilmente di vodka alla menta e mentre parlava non riuscivi a concentrarti su quello che diceva, avevi solo il pensiero del suo alito. Beato chi gli stava lontano, pensò Duccio. Jackson intanto stava ordinando un altro giro.
<<Vado a fumare una sigaretta fuori>> si diedero due pacche sulle spalle e Duccio finalmente arrivò nel parcheggio della discoteca indisturbato. Tirò fuori dai jeans un pacco di sigarette. Ne sfilò una dal pacchetto e le rimise in tasca e poi tentò di cercare l'accendino. Ma dove lo aveva messo? Lo aveva lasciato sul comodino a casa, erano di fretta e non lo aveva nemmeno preso al volo. Si maledisse ancora con la sigaretta in bocca. La tolse e la tenne in mano vagando con lo sguardo per il parcheggio. Una ragazza stava seduta sul cofano di una macchina tutta imbacuccata a fumare. Avrebbe voluto subito andare ma aveva paura di farla sentire in soggezione o come se potesse finire morta in qualche angolo di un parcheggio della discoteca.
Ma aveva davvero bisogno dell'accendino, doveva fumare. Ormai era un bisogno, era sbagliato ma una volta che ti crei una dipendenza è difficile venirne fuori. Piano piano si avvicinò alla macchina. La ragazza aveva il pigiama addosso il che fece sorridere Duccio, voleva dire che era lì per prendere qualcuno. Quando alzò gli occhi verso di lui, Duccio si sentì mancare la terra sotto i piedi. Non sapeva bene cosa dire ma non sarebbe stato zitto davanti agli occhi impanicati della ragazza.
<<Hai da accendere?>> lei sembrò tornare a respirare. Era lei. Ma era così diversa che a stento l'aveva riconosciuta all'inizio. Nella penombra del parcheggio si nascondeva dentro la sciarpa come se si vergognasse di essere vista.
<<Tieni>> gli lanciò l'accendino e lui le sorrise portandosi la sigaretta alle labbra facendo attenzione a non far spegnere la fiamma. Faceva abbastanza freddo e lui era di fuori con una semplice maglietta a maniche corte.
<<Grazie>> le disse mentre le restituiva l'accendino. Anche se era la sua lei, Duccio doveva andarsene, aveva percepito che non fosse a suo agio e non voleva sembrare un maniaco. Quindi fece per andarsene.
<<Non hai freddo?>> rise leggermente la ragazza scendendo dal cofano buttando la sigaretta a terra spegnendola con la suola delle nike.
<<Non ho pensato al giubbotto quando sono uscito>> lui alzò le spalle sorridendole. Era così diversa dalla mostra che pensava di parlare con un altra ragazza. Era di Empoli? Non aveva il viso ordinato di quel giorno ma stanco e un po' sporco di blu e giallo. Lei gli porse la sciarpa vedendolo quasi tremare.
<<Prendila, fa davvero freddo>> lui allungò la mano piano e se la mise a modi scialle. Era una larga sciarpa di lana e , si , teneva increbilmente caldo.
<<Dipingi?>> le chiese semplicemente lei istantaneamente si tocco il viso.
<<Ho la pittura in faccia vero?>> lui annuii facendo un tiro.
<<Ho appena finito un quadro... devo essermi toccata la faccia dopo aver dipinto>>
<<Fai la scuola d'arte?>> tutto questo suo amore per le arti incuriosiva Duccio parecchio.
<<Studio medicina>> lui rise leggermente. Lei gli lanciò uno sguardo curioso e si lasciò contagiare.
<<Mi stai prendendo in giro vero?>>
<<Purtroppo no... amo l'arte, la musica, la letteratura e mi sono trovata obbligata a fare medicina>> Duccio sembrava perplesso, voleva chiederle perchè ma lei continuò <<La mia famiglia ha sempre deciso al posto mio>>
<<Quanti anni hai?>>
<<Vent'anni... non guardarmi come se fossi una bambina che frigna>> Lui rise vedendola in difficoltà a parlare. Non pensava fosse una bambina, anzi trovava ammirevole la sua forza di continuare a fare qualcosa che non voleva ma allo stesso tempo pensava che non dovesse essere affatto facile per lei.
<<Perchè non hai semplicemente cambiato strada?>> lei guarò il cielo freddo e istintivamente anche Duccio seguì il suo sguardo. Il cielo brillava quella notte, niente nuvole, solo stelle.
<<Ho una sorella, più piccola, lei si ribella...si veste come una camionista più per dare fastidio ai miei che altro, esce per andare in discoteca alle serate techno o reggeton , diciamo che i miei non hanno mai approvato, ascolta una strana band di Villanuova, i bnkr44 credo e devo aiutarla a nascondere le sue malefatte>> Duccio perse cinque battiti, quindi lei non lo sapeva. Era bello tornare ad essere un ragazzo normale parlando con qualcuno, non che fosse famoso, ma a Villanova ormai era Piccolo, non Duccio.
<<A te piacciono questi bnkr44?>> fare finta di niente era davvero difficile, voleva scoppiare a ridere ma dovette trattenersi.
<<In verità non mi dispiace quando mia sorella li ascolta in camera mia, ma ho altri gusti musicali...>>
<<del tipo?>>
<<Vasco, Celentano,Grignani, David Bowie, i Queen, gli Abba>>
<<Mi dai l'aria di essere una di quelle che nel 2014 erano in prima fila al concerto degli one direction?>>
<<Si capisce così tanto?>> risero entrambi <<Sono stati l'eccezione, altrimenti ascoltavo sempre musica vecchia non perchè i miei mi obbligassero... più o meno... ma amo davvero quella musica>> ci fu un momento di silenzio. Duccio stava finendo la sigaretta mentre lei stava andando verso la portiera della macchina.
<<Grazie per le chiacchere>>
<<Grazie a te per l'accendino... aspetta la sciarpa>> lei stava per entrare in macchina per rispondere al telefono che squillava.
<<Tienila pure, devi finire la sigaretta e io devo riaccompagnare le amiche di mia sorella a casa>> gli sorrise e lui non potè fermarsi stavolta. Non poteva lasciarsela scappare, l'aveva incuriosito parecchio parlare con lei e non voleva che fosse l'ultima volta.
<<Come ti chiami?>>
<<Se il destino ci farà rincontrare magari te lo dirò rosso>> così chiuse la portiera e andò verso l'entrata della discoteca caricando quattro ragazze in macchina. Incredibile, anche stavolta era fuggita ma almeno sapeva che era di Empoli, la poteva ritrovare.

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