Dave sbuffò in modo brusco e insieme a Markus, varcò la soglia della pasticceria dal clima molto grazioso. Con le sue vetrate cristalline e l'insegna luminosa che risplendeva nell'aria crepuscolare, il Lucky Bird emanava un'atmosfera elegante e ricercata. La facciata in mattoni rossi, adornata da fiori rampicanti e piante rigogliose, conferiva all'edificio un fascino senza tempo, come se fosse stato direttamente estratto da un dipinto impressionista. Una volta dentro, ci si sentiva avvolti dal caldo abbraccio di colori tenui e dal profumo delle candele accese. Le pareti erano rivestite da carta da parati a motivi floreali, mentre i mobili in legno scuro aggiungevano un tocco di sobrietà e solidità. I tavoli e le sedie in ferro battuto, disposti con cura lungo i pannelli, offrivano agli ospiti un'esperienza accogliente e confortevole.

Gli agenti si avvicinarono al banco espositore, decorato a dovizia con dolci e pasticcini elaborati.
Vennero subito accolti da un'anziana signora; i suoi capelli, ormai candidi come la neve, si arricciavano con delicatezza intorno al viso ricoperto dalle rughe, conferendole un aspetto di dolcezza e serenità. Il suo sguardo luminoso si posò sui nuovi arrivati.

«Buona sera! Cosa posso fare per voi? Oggi il nostro Pâtissier ha dato vita a una nuova composizione: dei pasticcini dall'irresistibile ripieno di crema al frutto della passione, abbracciati da una glassa al pompelmo. L'accordo tra dolcezza e acidità li rende un'esperienza gustativa senza pari. Ve lo assicuro, sono un'autentica delizia!» Dichiarò quella figura esile, dalla voce lieve ma stridula, mentre mostrava un sorriso affabile e cordiale.

Dave tossì un po' e fece un cenno discreto al collega: non era la persona adatta per quella conversazione. Con passo tranquillo, Markus si fece avanti posizionandosi davanti alla signora che li stava osservando con una spiccata curiosità.

«Buonasera Signora» iniziò lui con cortesia, «mi chiamo Markus... E questo è il mio collega Dave. Siamo agenti della polizia e stiamo cercando informazioni per delle indagini in corso. Vorremmo gentilmente chiederle se il suo locale è dotato del sistema si sorveglianza.»

La signora annuì e lasciò trasparire un'espressione comprensiva; le pieghe intorno agli occhi si accentuarono di poco.

«Sì, certo. Ho delle telecamere sia dentro che fuori dal locale. Potrei darvi le registrazioni, ma devo avvertirvi che non sono molto pratica con la tecnologia. Solitamente, queste cose le gestisce mio nipote, ma al momento è all'estero per un Erasmus», li informò la donnina, con nota carica di positività nella voce.

Marcus apprezzò la sua disponibilità e accennò un sorriso intriso di gratitudine.

«Non si preoccupi, signora. Ci penseremo noi a recuperare i file. Lei deve solo dirci dove possiamo trovare tutto» asserì Dave, con il proposito di rassicurare la donna.

«Non c'è di che, bei giovanotti! Attendete solo un secondo! A proposito, tutti qui, mi chiamano Zia Michelle. Sentitevi liberi di rivolgervi a me in questo modo», rivelò lei, con entusiasmo. Prima di condurre i due poliziotti nel suo ufficio, si avvicinò alla porta dell'ingresso e chiuse il locale, girando la targhetta dalla parte con la scritta "chiuso".

L'ambiente era colmo di scartoffie, polveroso ma ordinato. Zia Michelle indicò loro il tablet posto sul tavolo.
Dave si fiondò verso l'oggetto e lo attivò.
Con gesti sicuri, iniziò a sfiorare lo schermo per cercare tra le varie applicazioni presenti sul display, alla ricerca di quella desiderata. Dopo qualche istante, trovò l'applicazione desiderata e esultò nella sua mente. Con relativa facilità, riuscì ad accedere alla registrazione congruente al giorno dell'omicidio.

La luce bluastra del dispositivo si rifletteva sulle loro fisionomie concentrate, immerse nei contenuti del video. Le immagini, nitide e dettagliate, riprendevano la consueta routine della dolcerìa: i clienti entravano e uscivano con le loro consumazioni. Tutto sembrava tranquillo e ordinario fino a quando, d'acchito, proprio davanti all'ingresso, apparve Melanie. Senza alcun'ombra di dubbio, era agitata e spaventata; i suoi gesti erano frenetici e smaniosi, come se stesse cercando di allontanare qualcuno.

«Eccola!» Esclamò Dave, stringendo con tenacia l'oggetto che teneva tra i palmi delle mani. La sua respirazione divenne pesante e un nodo gli si formò nella gola. I suoi lineamenti si contrassero dalla bile; le pupille dilatate e la salivazione assente manifestavano quel profondo turbamento interiore che gli stava facendo contorcere tutte le viscere.

Accanto a lei, sbucò Celine. Markus assottigliò le palpebre, sconcertato dalla risolutezza con cui la ragazza stringeva il braccio dell'amica per cercare di tirarla verso di sé. Melanie era riuscita a divincolarsi dalla sua presa solo dopo una numerosa serie di tentativi.

«Cosa cazzo è successo, Melanie!?» Sbottò Dave, con la rabbia che si scatenava dentro di lui come un fiume in piena. Finse di non percepire quel forte bruciore allo stomaco e si aggiustò la giacca di pelle nera. Riprese il controllo di se stesso solo quando Markus gli diede una manata sulla spalla in segno di solidarietà.

Al contempo, Markus si rivolse a Michelle, informandola con tono calmo dell'importanza del tablet come prova cruciale da consegnare alla centrale di polizia per ulteriori analisi.

«Chiama la base e chiedi di fare dei controlli supplementari al telefono di Melanie. Fai controllare i messaggi e le chiamate più recenti. Chiama la polizia di Dallas e di loro di tenere d'occhio i movimenti di Celine», ordinò con fare burbero. Dopo indicò all'altro di lasciare l'edificio per raggiungere Sienna. Ma a un passo dal battente, si voltò verso Zia Michelle, guardandola con esitazione.

«Potrei avere un paio di quei pasticcini di cui hai parlato poco fa? Sembrano davvero squisiti» la pregò l'omone tatuato. Con desiderio e un'acquolina in bocca non indifferente, puntò l'indice verso una delle minute confezioni esibite sul davanzale del banco frigo.

La signora acconsentì con simpatia e iniziò a destreggiarsi tra i contenitori di carta colorati. Tirò fuori quello richiesto e glielo porse.

Dave stava per afferrare il portafoglio dalla tasca, ma la donna diniegò con il capo e mimò un "offerto dalla casa".
Un sorriso di riconoscenza si dipinse sul volto di Dave, che accettò il pacchetto trasparente dal profumo invitante e inebriante. Poi la saluto, lasciando lo stabile di fretta e furia.

ObsessionМесто, где живут истории. Откройте их для себя