3 _____ Cinque anni prima ... Teo e la Festa di fine anno

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Teo aveva trascorso quasi tutti i pomeriggi degli ultimi sei mesi al Coffe Dark, dove Joy Carter lavorava part-time. Quegli occhi bicolore lo avevano ossessionato a tal punto da sentirsi irrequieto se almeno una volta al giorno non fosse riuscito a saziarsi osservandolo da lontano.

Ogni pomeriggio entrava nel locale cercando di non farsi sorprendere mentre con lo sguardo lo esaminava e memorizzava ogni centimetro del suo corpo, immaginando, a volte, scenari molto poco casti, quasi al limite della decenza.

Più volte aveva cercato di trovare una scusa per avvicinarlo, per parlargli, ma ogni volta finiva sempre nello stesso modo: Teo entrava nel bar sicuro di sé, con un piano mentale ben delineato, quasi a prova di errore; lo osservava da lontano per individuare il momento giusto per mettere in atto la sua strategia, infine rinunciava perché si innervosiva per il comportamento troppo amichevole del ragazzo con i clienti, pur sapendo che era necessario per il suo lavoro.

Fino a quando la situazione cambiò, dandogli l'occasione di cui aveva bisogno.

Era un giovedì pomeriggio, e Teo era seduto al solito tavolo, concentrato a scrivere il suo ultimo articolo. Ogni tanto alzava la testa, curioso di sapere cosa stesse facendo Joy, cercando di saziare quella fame che quotidianamente gli disturbava lo stomaco e non solo quello. Una sensazione nuova, che non aveva mai provato per nessun'altra persona e che non riusciva quasi più a gestire.

Gli occhi di Teo erano appena ritornati a osservare il video del portatile, quando un forte frastuono attirò la sua attenzione. Alzò la testa di scatto è iniziò a guardarsi intorno cercando di capire da dove provenisse il rumore, poi lo vide: Joy inginocchiato a terra con accanto un ragazzo, dall'aspetto e dai modi poco gentili, che gli urlava addosso parole poco rispettose.

Teo era furioso. Nessuno avrebbe dovuto permettersi di trattare un'altra persona in quel modo, e tanto meno il suo Joy. Anche se in realtà lui non era suo, ma fantasticare non aveva mai fatto male a nessuno. Più osservava la scena, più sentiva crescere la rabbia, fino a quando non riuscì più a contenerla. Scattò in piedi e si diresse verso il ragazzo inginocchiato, con l'intenzione di aiutarlo ad alzarsi da terra per poi prendere a pugni lo stronzo che aveva osato insultarlo.

Era quasi arrivato alla meta, quando dovette improvvisamente fermare i suoi passi perché Joy non aveva più bisogno del suo aiuto; aveva deciso di far tacere l'idiota da solo sferrandogli un diretto sul naso. Lo stronzo finì con il culo a terra e il naso sanguinante. Almeno aveva smesso di vomitare insulti.

Dopo un minuto di silenzio totale, un coro di applausi riempì il Coffe Dark, mentre Joy faceva un inchino di ringraziamento a tutti i presenti.

Quel ragazzo aveva stile e molto coraggio, l'esatto opposto di quello che era lui: un codardo che si limitava a spiarlo da sei mesi, abbassando lo sguardo ogni volta che gli passava accanto.

L'università sarebbe terminata tra qualche mese e Teo non aveva più molto tempo per avvicinarlo. Rischiava di perderlo per sempre. Doveva prendere una decisione, altrimenti lo avrebbe rimpianto per il resto della sua vita.

La decisione non tardò ad arrivare, chiara e limpida come l'acqua: doveva subito parlare con Joy, basta rimandare. Attese qualche minuto, dando tempo al ragazzo di allontanarsi dall'idiota e quando lo vide dirigersi verso il retro del Coffe Dark, lo seguì. Mentre percorreva il corridoio, la sua mente cominciò ad elaborare una scusa plausibile che evitasse di farlo sembrare uno stupido o addirittura uno stalker. L'ideale era chiedergli se stesse bene dopo quello che era successo in sala, e successivamente lo avrebbe invitato a cena. Forse quell'ultima parte del piano non era una buona idea, essendosi appena conosciuti, ma la vita è breve e le occasioni non vanno sprecate.

TI HO CATTURATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora