2. Il pettirosso

19 1 0
                                    


All fine un nuovo sole era appena sorto, in quella fredda giornata Settembrina. Sembrava davvero fosse finalmente arrivato l'inverno anche quell'anno, tanto detestava il caldo e il senso di appiccicume, che molte volte si ritrovava a stanarsi nella sua stanza, quando abitava dalla zia Grimilde.
Amanda notó un piccolo pettirosso poggiarsi su di un ramo ricoperto di neve, il piccoletto beccò qualcosa che parve essere una bacca e poi cinguettò quello che ad Amanda ricordó una dolce melodia.

Scese dal letto e guardò l'orologio posto sulla parete sopra il suo baldacchino:erano le sette del mattino.
Aveva ancora del tempo per sé, per perdersi nei suoi pensieri e per poter osservare meglio quella camera dove da lì in avanti ci avrebbe passato molto tempo.
"Tu che cosa ne pensi, amico? Che giornata sarà oggi?" chiese, al piccolo pettirosso che continuava a beccare la bacca rossa vermiglio.
Amanda roteò gli occhi. Ancora non aveva fatto nessuna amicizia con qualcuno di umano, ma già si era creata dei 'nemici' per così dire. Ripensò a Mirabel, con quel fare da bulletta tosta, e subito le si geló il sangue nel pensare che, forse, tutti quei ragazzi seduti nei tavoli erano così. Speró che quello fu solo uno stupido pensiero. Poi a piedi nudi, non curante del fatto che fosse ancora in camicia da notte, percorse le scale per avviarsi nella sala comune.
Sono solo le sette, del resto chi doveva esserci a quell'ora del mattino già in piedi?
Lei era solita svegliarsi alle prime luci dell'alba.

Poi lo vide.
Era lì, seduto, con quello sguardo rivolto verso i tizzoni consumati dal fuoco della sera precedente.
Amanda pensò che probabilmente fosse rimasto sveglio tutta la notte ad osservare le fiamme danzare sulla legna. Storse le labbra, fece per avvicinarsi silenziosamente, non volendo disturbare, ma poi inciampò in quello che riconobbe essere un mezzo busto di un uomo baffuto con lo sguardo corrucciato.
Il ragazzo si voltò.
Era Regulus Black.
"Scusami, non volevo disturbarti" Amanda chinò il capo e si guardò i piedi nudi. Le guance le andarono in fiamme quando si ricordò di essere ancora in camicia da notte.
Che stupida.
Non era mica a casa sua, doveva pure pensarci a queste cose. Come l'era saltato in mente di scendere le scale in quello stato?
"Tranquilla non disturbi. Buongiorno Amanda."
"Buongiorno a te, Regulus" ma lei non alzò lo sguardo. Tanta era la vergogna che non sapeva nemmeno cosa altro dire.
Eppure Regulus non sembrò badare alle sue condizioni. Sembrava un giovane molto garbato, oltre che esser parecchio riservato. Non faceva strane domande, ne si dava delle arie.
Eppure avrebbe potuto farlo benissimo: il suo viso ceruleo sembrava essere stato scolpito dal sommo Michelangelo. Gli occhi verdi le ricordavano due smeraldi in fondo ad un lago di acqua limpida. I ricci corvini che gli incorniciavano perfettamente il volto.
"Hai dormito bene?" Continuò Regulus, prendendo dal tavolinetto di fronte a lui, una tazza di ceramica con delle inserzioni a fiori verdi. La teiera del medesimo materiale, e le stesse inserzioni fiorite.
"Non startene lì in piedi, siediti accanto a me" e nel mentre Regulus Black fece spuntare con un semplice gesto delle mani un altra tazza di ceramica, con un altro sottopiattino, "abbiamo ancora del tempo prima delle lezioni. Tè?"
"Oh, si grazie" ed Amanda si sedette accanto a lui.
E adesso? 
E adesso come avrebbe dovuto intrattenere una conversazione, lei? Che non aveva parlato per più di due battute di fila con una persona. E se il discorso era stato più lungo di trattava solo di un litigio con sua madre Sara.
"Si ho dormito bene, questa mattina sulla mi finestra si è posato un pettirosso" perché a lei parve interessante dirlo. Ma poi cos'altro avrebbe dovuto dire?
Regulus parve capire che Amanda si stava trovando in parecchia difficoltà, dunque cercò di assecondarla.
" Il pettirosso prova le sue ali.
Non conosce la via,
ma si mette in viaggio verso una primavera
di cui ha udito parlare." Regulus sorrise, poi sorseggiò il suo tè mentre i suoi occhi si posarono su quelli di Amanda, ancora frastornata da quelle parole.
"Emily Dickinson. È una poesia che mia madre mi ripeteva spesso, quando ero bambino." E poi ricadde il silenzio.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 29 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

Moon's Shadows Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora