𝟓.  𝒐 𝒃 𝒏 𝒖 𝒃 𝒊 𝒍 𝒂 𝒕 𝒐

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Jimin scivolava tra i corpi caldi di una folla agitata a causa della svista di qualche gocciolina di pioggia che annunciava chiaramente l'ascesa dell'ennesimo scrollone d'autunno. Scivolava di forza, contro corrente, aprendosi una serie di miseri varchi dentro cui il suo corpo vi passava quasi a stento, sebbene la sua minutezza. I sensi erano alterati, le voci dei passanti lo raggiungevano in ritardo e ovattate, la risata di sua figlia non da meno. Come se gli fosse accanto, alle volte Jimin si girava di scatto, il cuore che doleva subito dopo quando andava a sbloccarsi, quando di Jiyoon non v'era alcuna traccia e il suo cervello non smetteva di prenderlo in giro, facendogli credere che fosse proprio lì, accanto a lui. Tradito da sé stesso, Jimin si prendeva i volti di ogni singolo bambino e bambina e li esaminava a fondo, quasi in dubbio se fosse o meno in grado di riconoscere sua figlia.

Le lacrime congelate sul bordo dei suoi occhi sgranati, le pupille dilatate e la bocca asciutta parlavano chiaro sul suo stato panicato.

Quante volte aveva rischiato di inciampare sui suoi passi, quante volte era stato urtato da spallate capaci di fargli perdere quasi l'equilibrio. L'ennesima sembrava averlo risvegliato dopo aver compiuto un mezzo giro su sé stesso, allora Jimin si domandò quando si fosse addormentato. La disperazione come la sua ombra, incollata ai suoi piedi, lo seguiva passo per passo. Non aveva neppure sentito le prime gocce di pioggia imperlargli il viso dacché il loro tocco non era stato severo quanto un'improvvisa stretta di mano che si avvolse attorno al suo polso per chiamare dalle spalle un Jimin in confusione.

Il biondo scattò come molla, quasi convinto che si trattasse di Jiyoon, ma quando si catapultò in direzione della stretta attorno al suo polso, fece in tempo a bloccarsi prima di sbattere contro la figura di Yoongi. I suoi occhi ad un palmo di distanza, perché il corvino non avrebbe fatto niente per impedire l'impatto quindi toccò a Jimin evitarlo, immobilizzandosi poco prima che questo avvenne.

Il silenzio fu breve, ma il tempo sufficiente per ricordare a Jimin di aver invitato Yoongi a raggiungere lui e Jiyoon, quel pomeriggio, in quel maledetto posto.

Era il volto della disperazione, della vergogna e sentiva le accuse del mondo che lo rimproveravano per aver creato l'inferno, racchiuse dentro la sua testa, come se nel suo cranio giacesse un megafono direttamente collegato con gli inferi a trasmettere le urla provenienti da quelle fiamme abitate.

"Jimin?"

Se il suo corpo fosse una buona fortezza, Jimin avrebbe già sigillato le porte per non affrontare Yoongi, proprio nel suo momento di rottura. Ma lui era fuori, fragile come non mai, così in bilico da crollare non appena quella bassa voce gli aveva domandato chi fosse, in quel momento.

"Yoongi. Mi devi aiutare, ti supplico."

Jimin si aggrappò alla felpa dell'altro, fece cadere il viso contro la stoffa e pianse su di essa, bagnandola prima della pioggia. Yoongi, sbigottito, portò una mano sul suo fianco, come se lo volesse sorreggere, perché Jimin sembrava tremare sui suoi piedi come una foglia d'autunno, che si manteneva aggrappata al ramo di un albero tramite un vecchio appiglio, così delicato da tradire la sua concezione di stabilità.

"Dov'è Jiyoon?"

Non glie l'avrebbe domandato prima di dirgli che l'avrebbe aiutato a qualunque condizione se solo non avesse notato la mancanza di sua figlia e il suo sistema nervoso fosse andato autonomamente a rielaborale i dati in possesso: atteggiamenti che tradotti parlavano chiaramente di disperazione.

Jimin strinse più forte la presa sulla sua felpa, si strinse con più forza contro il corpo del maggiore. Sull'altra mano del corvino, il filo di un palloncino ad elio spiegò le ali nel momento in cui Yoongi non resse più la sua stretta, trattenuta fino ad allora solo per l'intenzione di portare quel dono a sua figlia. Non aveva considerato minimamente la possibilità di incontrare imprevisti come quello in cui evidentemente si trovava. Afferrò i polsi di Jimin ora con entrambe le mani e lo allontanò il giusto per cercare e catturare i suoi occhi.

𝘴𝘦𝘳𝘦𝘯𝘥𝘪𝘱𝘪𝘵𝘺 ⦂ 𝘺𝘰𝘰𝘯𝘮𝘪𝘯Where stories live. Discover now