Autophobia

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Entrai nell'appartamento fatiscente, un puzzo terribile rendeva l'aria acida e mi faceva lacrimare gli occhi, ci misi un po'ad abituarmi a quella sensazione.

Il corpo era a terra in avanzato stato di decomposizione; notai una profonda ferita sul collo, pensai che anche lei come gli altri due si fosse suicidata.

"Mi dica, Dottore... Perché non ha chiamato subito le autorità?" Prima di rispondere, l'uomo lo guardò storto "Ci stavo arrivando, Jules" Il poliziotto batté sul tavolo "Allora procedi".

Notai la scrivania della ragazza, era sporca e piena di polvere, ma quello che mi saltò agli occhi fu che l'unico oggetto a non essere pieno di polvere era un piccolo diario: era piccolo e rilegato in pelle, un cordoncino rosso fungeva da segnalibro.

Decisi di aprirlo per controllarne il contenuto: aveva riportato la sua esperienza"

"I nostri uomini non hanno trovato alcun diario, Dottore" Interruppe bruscamente l'uomo. "Perché l'ho portato con me" Jules colpì il tavolo "Non puoi portare via delle prove dalla scena di un maledetto crimine, Nathan!" "Mi serviva per confrontarlo con i resoconti degli altri due ragazzi" Disse lui, passandogli il diario "Leggi, Jules"

Lui prese il diario ed eseguì, come se non fosse più lui ad avere il coltello dalla parte del manico:

"Non posso uscire da questo posto, sono chiusa dentro e i miei apparecchi elettronici non funzionano, come se qualcosa lì avesse messi fuori uso, quindi non posso contattare nessuno.

Non mi sento al sicuro qui, sento un sibilo tremolante da qualche ora e sta diventando inquietante.

Ho controllato il frigorifero, è pieno di cibo, quindi non morirò di fame prima che qualcuno si renda conto che sono sparita.

Per adesso mi farò una doccia e cercherò altre eventuali uscite da questo posto."

Jules si interruppe perplesso "Passano due giorni prima di un nuovo aggiornamento del diario... Non sembra plausibile che soffrisse di... Come l'hai definita?" "Autophobia, terrore di essere lasciati da soli. Di solito si sviluppa a causa di traumi legati all'abbandono nell'infanzia.
Era una mia paziente, le avevo diagnosticato questa fobia qualche giorno prim-" "Adesso che ci penso, Nathan... I due ragazzi... Erano tuoi pazienti anche loro, vero?" "Sì, Jules, per questo voglio capire che diavolo sta succedendo" "Sei cosciente che ti stai buttando nelle fauci del lupo sempre di più man mano che aggiungi dettagli?" "Sigh... Continua a leggere"

Jules riprese , stavolta con un tono di voce più alto:

"Sto impazzendo, è possibile che nessuno si sia preoccupato per me?!
Perché nessuno mi viene a prendere?!
Perché non posso uscire da questo maledetto appartamento?!
Il rumore è più forte di prima, non è più un sibilo, ora è come se qualcuno stesse urlando frasi sconnesse e deliranti! So che non è nella mia testa, so che tutto questo è reale!
Ieri notte ho sentito qualcosa muoversi fuori dalla stanza in cui dormivo, ho sentito il suo respiro ed era fottutamente agghiacciante:
Sembrava un misto tra quello di un fumatore ed un asmatico, rauco ed affannato com'era.
Ho paura. Non voglio stare da sola.
Ho paura... E viene ripetuto ancora e ancora..." Si interruppe Jules

"Devi starmi a sentire Jules, stanno succedendo delle cose... Cose delle quali non si dovrebbe parlare, cose che in un modo o nell'altro ti portano alla morte. Fin'ora si è trattato di suicidi e non sappiamo se effettivamente qualcuno è stato preso da queste cose e-" "BASTA NATHAN!" Sbottò l'uomo, prima di fare un respiro profondo e continuare "Stai delirando." "Hai potuto vedere anche tu i resoconti dei primi due ragazzi! C'è qualcosa che non va, Jules!" "Lo sai che vorrei poterti credere, Nath, sei fortunato che ti ho trovato prima dei miei colleghi... Tutti ti credono uno psicopatico" Sospirò lentamente, poi lanciò nella spazzatura il diario "Come ha descritto la creatura?" Nathan rispose come un ragazzino che alza la mano in classe "Due occhi luminosi nel buio... Rossi. Diceva di essere stata attaccata dalla bestia, rimanendo ferita a causa degli artigli. Descrisse il respiro della creatura come identico al sibilo che sentiva da quando si trovava lì".

Jules si alzò e ripescò il diario dal cestino per controllare ciò che aveva appena sentito.
Continuò a leggere ad alta voce:

"Non sono da sola, c'è qualcosa in questo posto.
Ieri ho sentito bussare alla porta della stanza, era un battere lento e forte.
Ho provato a chiedere chi fosse, ma il battere cessò.
Pensai di essermelo immaginata, ma quella cosa iniziò a ridere, graffiando la porta e battendo più forte che mai.
Se non avessi chiuso la porta sento che quella cosa mi avrebbe ucciso sul posto.

Oggi sono riuscita a vedere quella creatura, riuscì a stento a trattenere il vomito: era una figura alta e dalla pelle nera come... Non so come descriverne il colore, sembrava come fissare un abisso oscuro e quegli enormi artigli alla fine delle mani che sembravano allungarsi a comando, però la cosa più inquietante furono gli occhi.
Quegli occhi rossi come il sangue e che brillavano nel buio, pieni di rabbia, odio e non so cos'altro, ma niente nel suo sguardo era positivo.
Riuscì ad osservare la creatura perché rimase in piedi in un angolo.
Provai a puntare una torcia verso di essa, ma appena la accesi e la puntai verso la creatura, quella semplicemente sparì."

Jules si bloccò perplesso "Nathan, mancano delle pagine, che diavolo hai fatto a questo affare?" Nathan sospirò "Non ne ho idea. Di sicuro in quelle pagine erano presenti le ultime parole della ragazza, ma la domanda che dovremmo porci è:"Chi diavolo ha strappato le pagine e dove le ha messe?"" Gli scappò un sorriso "Puoi anche non credermi Jules, puoi rinchiudermi o fare quello che ti pare, ma c'è qualcosa di malefico in questa città" "Hai una sola possibilità per convincermi Nathan. Da oggi voglio poter accedere a tutti i resoconti dei tuoi pazienti, non mi importa del segreto professionale. Se qualcuno è venuto da te per qualsiasi cosa che possa essere anche lontanamente legata a questa faccenda voglio saperlo" Nathan ci pensò per qualche minuto, poi rispose con un ghigno stampato sul volto:"In effetti c'è qualcuno..."

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Nome della deceduta: Sofia De Grandi

Ora del decesso: 00:05

Data del decesso: 25/03/2025

Causa del decesso: Suicidio, dissanguamento.

Ulteriori dettagli: È stata ritrovata un'incisione sul polso della vittima, una "P"
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