Agoraphobia

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Ancora , è successo di nuovo : mi guardano ogni volta che esco , li vedo ogni volta che mi trovo in un luogo affollato, non posso farcela, è troppo per me. Ho deciso di tenere questo diario per documentare la mia esperienza, se sentirò che il mio tempo giungerà al termine , la pubblicherò in modo da avvertire tutti gli altri.
Spero non mi darete del folle.

Iniziò tutto circa un mese fa :

Mi trovavo di nuovo dal mio terapista, ci andavo una o due volte al mese. I miei genitori decisero di mandarmi da lui per tentare di gestire la mia Agorafobia: con questo termine si intende il terrore dei luoghi affollati (come piazze , feste , concerti , compleanni... Tutta quella roba che odio da quando ne ho memoria) e situazioni dalle quali è difficile se non impossibile andarsene; ogni volta che mi capita di trovarmi in questi luoghi o situazioni sento un peso nel petto , mi gira la testa e sento di dover vomitare. "Sono tutti normali sintomi di una fobia" E lo sono , il problema sono le creature nella folla: sono come manichini ai quali sono stati dati occhi e bocca; ogni volta mi guardano, prima uno, poi un altro, fino a quando non mi trovo circondato. Di solito non si avvicinano a più di una cinquantina di metri , ma di recente hanno iniziato ad avvicinarsi: l'altro giorno si sono avvicinati di due o tre metri. Il sangue mi gelò nelle vene quando me ne accorsi. Svenni e mi risvegliai in ospedale: i passanti mi avevano visto e avevano chiamato un'ambulanza. Quando il medico entrò nella mia stanza e mi comunicò che sarei dovuto rimanere sotto osservazione per un po' di tempo mi sentii di nuovo bloccato, e mi limitai ad annuire. Quando uscì dalla stanza, il peso in petto si fece più forte , sempre di più, al punto che non riuscivo a muovermi.
Lo vidi. Era nell'angolo. Mi fissava. Io fissavo lui. Il peso si fa più forte. Lui fa un passo avanti, la creatura inizia a respirare pesantemente. Cerco di gridare ma non ci riesco, dalla mia bocca esce solo un lamento gutturale e strozzato.
Lui si avvicina al mio letto e avvicina il suo volto si avvicina pericolosamente al mio volto , fino ad essere a pochi centimetri da esso.
Io mi trovo sul punto di svenire, quando quella cosa apre la bocca , rivelando denti quasi umani , però sembrano più affilati , tirando fuori una lingua nera , lunga e viscida , prima di dire cinque parole , che in qualsiasi altro contesto sarebbero state rassicuranti "N-n-n-non... Ti... Ab... B... Ando...Nerò Mai" . Io riuscì ad urlare e svenni.

Questo è quanto. Ho sentito il dottore chiedere il consenso dei miei genitori per farmi trasferire in un "istituto per individui dalle precarie capacità cognitive" . Un manicomio, ecco dove sto per essere mandato. Lo vedo , è di nuovo nell'angolo , stavolta non si sta avvicinando, ma è da qualche minuto che ride senza accennare a fermarsi.
Se qualcuno di voi vive quello che ho vissuto io , cercate di conviverci , perché se proverete , come ho fatto io, a dirlo a qualcuno, passerete la vostra vita con quelle bestie.
Non credo che ci riuscirò. La creatura sta ridendo più forte , adesso mi guarda negli occhi e sorride mentre lo fa. C'è un vaso di fiori alla mia destra , lo romperò e mi taglierò la gola , non posso convivere con queste creature.
Queste sono le mie ultime parole, le ultime parole di Enrico Zanni: "La paura può bloccarci , ma è ciò che ci tiene in vita , in moderata dose. Abbiate paura , vivete. Non fate come me. Addio mondo , addio creature"

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Nome del deceduto: Enrico Zanni

Ora del decesso: 15:07

Data del decesso: 23/02/2025

Causa del decesso: Suicidio, recisione della carotide con pezzo di vetro

Ulteriori dettagli: Il medico curante di Enrico Zanni gli diagnosticò un caso sviluppato di Schizofrenia. È stato ritrovato l'ultimo messaggio del ragazzo , stampato e posto nella pagina precedente , nel quale affermava di vedere delle creature simili a manichini durante le sue crisi causate dall'Agorafobia.

I genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi.

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