Love like the movie.

273 18 8
                                    

[d'ora in avanti sarà tutto al passato, non mi viene facile narrare al presente e ho avuto non poche difficoltà con gli altri capitoli, quindi d'ora in poi saranno tutti così, gli altri li sistemo una volta finita la ff insieme ad una revisione generale. scusate il disagio🫠]

Mimmo non si sarebbe mai aspettato questo, mai. Stavo guardando alcune scartoffie e sistemando qualche libro appena arrivato, aveva la testa completamente altrove.
Sentire la porta aprirsi non era una novità, era già pronto ad alzare la testa e accogliere il solito cliente della giornata, ma quel giorno, non lo era. Era tutt'altro che un qualsiasi cliente. Quasi gli venne un mancamento, pensò subito di avere la febbre, le allucinazioni, ma no. Simone era lì, davanti a lui, e Mimmo si trovava quasi sull'orlo di un pianto isterico dalle mille emozioni che stava provando in corpo.
Ma tutto si annullò in un attimo, un abbraccio riuscì a colmare qualsiasi male o problema avesse fino ad allora.

Era così rilassato che... Pianse.

"Cazzo— Stai... Stai bene. Io— Tu— non trovo le parole, scusa." Simone aveva un sorriso a trentadue denti, come mai in vita sua. Era euforico, forse troppo,

"Simò—"

"Scusa, si. Scusa." si staccò, pensando che effettivamente tutta questa confidenza dopo anni era eccessiva. Non sapeva se si ricordava di lui, se voleva quell'abbraccio, se era fidanzato, se non lo amava più.
Un velo di tristezza gli si poggiò sul viso, ma cercò di far finta di nulla.

"Non dovevo abbracciarti, scusa. É stato— mi é venuto naturale e..."

"Scusa?"

"Si. Probabilmente sei andato avanti e ti sembrerò un idiota. No che dico, lo sono."

Mimmo lo guardò confuso, con ancora le mani che tremavano e lo sguardo che faceva zapping sul tutto il corpo di Simone.

"Mi— mi mancavi. Tutto qui." aggiunse dopo, mentre si allontanava di più e sorrideva, mettendosi le mani in tasca.

"Ma che ti devi scusà, Simò." aveva la voce rotta, quasi robotica a tratti, era impalato a cercare di metabolizzare il tutto, ancora non ci credeva. Pensava fosse uno dei suoi sogni lucidi, dove rivedeva Simone ed era costretto a dirgli nuovamente addio dopo poco.
Ma questa era la realtà, lo stava guardando, lo aveva abbracciato.

"Come stai? Lavori qui ora? Come— come ti chiami?"
Si rese conto solo dopo qualche secondo quanto fossero stupide queste domande.
Antonio mi ha già detto tutto.
Mimmo mi ha già detto tutto.

"Scusa hai ragione, Antonio—, ehm... Non so che altro dir—"

"Simò, è statt' zitt'!"
Mimmo era stufo di sentirlo parlare, stufo. Bla, bla.
Lo prese per le guance e lo baciò, senza scrupoli.
Desiderava questo momento da anni, lo sognava, lo bramava, se non fosse per le mani di Simone che gli strinsero i fianchi, quasi non ci avrebbe creduto ancora.
Sfortunatamente per lui, le emozioni presero il sopravvento, e quel bacio si trasformò in un misto di saliva e lacrime salate.
Si stava finalmente lasciando andare, non solo lui.

Si staccò, lentamente e senza allontanarsi troppo.
"Parli assai, u sa' Simò? E ti fai troppe domande, t'agg' già dett' o no?"

Risero, risero come mai fecero in vita loro, mentre le lacrime continuavano a scorrere sulle loro guance.
Entrambi si erano arresi all'idea di un loro incontro fatto di baci e abbracci, pensavano a qualcosa di più serio, triste, un ciao, una pacca sulla spalla e una parlata dove ognuno raccontava della loro bellissima vita da lontani, e invece si sono ritrovati a desiderarsi per così tanti anni l'un l'altro, a cercarsi nelle piccole cose senza mai perdere la speranza. Si, forse di perderla qualche volta é successo, di pensare che non si sarebbero effettivamente mai più rivisti, eppure, anche stavolta, il fato li ha fatto rincontrare.

i remember it all too wellWhere stories live. Discover now