somewhere only we know

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Fa male quando la tua canzone preferita ti ricorda qualcosa, o qualcuno, vero? É brutto, vorresti godertela e invece finisci col versarci lacrime, col singhiozzare senza nemmeno capirne più le parole. La mente che vaga, i ricordi che riaffiorano. Simone non ne può più.

Ha una playlist che aggiorna di tanto in tanto, ci sono canzoni diverse fra loro, partendo da qualche hit - strappalacrime - di Taylor Swift a qualche canzone famosa che però se chiedono chi l'ha fatta non sanno nemmeno rispondere. É ascoltarla in modalità causale che fa un certo effetto. Come può passare una persona dal sorridere e cantare Daylight di Taylor Swift, a piangere a suon di "triste pensare che noi, noi due non saremo niente" con Calcutta? o addirittura senza nemmeno smettere di piangere, continuare con quella che Simone definiva la morte sua: Somewhere only we know.

Aveva qualcosa di devastante, forse le parole che calzavano a pennello, forse la melodia, forse... Mimmo.

Ci pensava poco, o così voleva credere. Ormai é al primo anno di magistrale in Astrofisica, era passato da Roma a Padova nel giro di poco. Ricorda ancora l'enorme indecisione su cosa prendere. Ha passato l'estate dopo la maturità a scrivere su un quaderno i pro e i contro di tutte le università che avrebbe voluto frequentare.

Lettere, sapeva già perché era in questa lista. Dante, suo padre, l'anno dopo la sua maturità avrebbe smesso di insegnare. I danni a seguito dell'intervento iniziavano ad essere sempre più visibili: balbettava, faceva fatica a ricordare le cose, spesso perdeva l'equilibrio. Ora sono ancora più peggiorati, ma é seguito da un aiuto - così diceva -. A Simone non piace l'idea della badante. Suo padre non é in quella età, o forse era solo per auto convincersi della cosa. Era troppo presto. Ecco perché per qualche mese gli venne in mente di voler studiare filosofia, ma sapeva bene che non sarebbe mai stato come suo padre, e che l'avrebbe fatto solo per poterlo rivedere attraverso se stesso.

Giurisprudenza, ciò che accadde a Mimmo lo scosse a tal punto da aver pensato di voler capire la legge e studiarla, magari per aiutarlo, magari per evitare che ciò che gli ha portato via Mimmo potesse ricapitare a qualcun altro. Ma sapeva bene a cosa andava incontro e sapeva anche quanto male gli avrebbe fatto, quindi decise di scartare l'idea.

Fisica o Astrofisica, qualcosa in cui era ed é tutt'oggi bravo, qualcosa che sapeva sarebbe riuscito a portare a termine che non solo gli avrebbe assicurato un buon lavoro, ma in cui sarebbe stato felice e voglioso nel farlo.

É stato inutile, si disse al tempo, realizzando che una lista del genere sapendo bene poi su cosa si sarebbe buttato, era - appunto- inutile.

Ma gli serviva, gli serviva scrivere o anche solo pensare a queste cose. Non ne parlava con nessuno, né con suo padre, né con... Manuel. Avevano passato l'ultimo anno di liceo con un filo di tensione tale da poter essere tagliato con una forbice. Perché poi? Sono sempre stati così bene l'uno con l'altro. O così Simone voleva credere. Adesso quasi ci ride pensando a quanto si stesse illudendo pur di non crollare, di nuovo. Aveva iniziato a crearsi falsi scenari in testa, falsi buoni propositi, tutto falso, e perché? solo per non pensare a quanto la sua vita, prima e dopo l'addio di Mimmo, fosse arrivata al collasso più totale.

"Ma che c'hai?" si sentiva dire di tanto in tanto, mentre con le cuffie alle orecchie ripensava al calore delle sue braccia e a quanto gli mancassero come l'aria.

"Ancora triste per Mimmo tuo?" continuava. Non si incazzava solo perché non voleva un'altra persona sulla coscienza. O forse perché era troppo triste e stanco per potersi alzare e tirargli una sedia in pieno petto.

"E stai zitto cazzo." esordiva ogni volta, stufo e stanco di dover sentire il suo nome così superficialmente, così con poco conto. Se solo sapessero, pensava, ma forse lo sapevano. O forse non volevano capirlo. Era davvero così difficile parlarne? Come se... come se parlandone avrebbe rovinato tutto. Un po' com'é già successo. Aveva paura, molto probabilmente.

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