40. I'm never gonna dance again, the way I danced with you

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«Vediamo come sta con un sorriso.», dice.

Ma lui è il primo a non sorridere: le sue labbra sono una linea dura e il suo sguardo una roccia inscalfibile.

Sono in pensiero per lui da quando l'ho ritrovato insanguinato e sotto shock nel suo seminterrato...

Ryan non parla mai dei suoi problemi e vorrei che lo facesse: vorrei che ne parlasse senza insabbiare tutto come suo solito, che facesse uscire fuori il suo dolore anziché tacerlo per sempre.

Ormai lo conosco, e sembra ancora sconvolto per quello che è accaduto, sebbene lo mascheri bene, ma ha ancora le spalle tese e residui di violenza negli occhi.

Sembra confuso, sofferente e instabile.
Molto instabile.

Da quando ho ritrovato Ryan in quello stato, chiamo Helen tutti i giorni per avere sue notizie, ma neanche sua madre riesce a capire suo figlio, né tantomeno a sollevarlo dalle responsabilità che ha deciso a tutti i costi di assumersi.

Il mondo di Ryan è un mondo raro e stupendo da scoprire

Uno di quelli in cui è necessario entrare in punta di piedi per scoprirne le meraviglie, ma io so che lo tiene così al sicuro dentro di sé perché è un mondo anche molto fragile.

«C'è qualcosa di cui sei preoccupato, Ryan?», gli domando.

Lui non replica, mentre continua a fissarmi tramite lo specchio. «Puoi parlarmene. Vorrei starti vicino.», aggiungo.

«Vuoi starmi davvero vicino?», insinua con voce pungente.

«Certo che voglio!»

La sua mano preme sul mio ventre, con una certa forza, cosicché il mio corpo aderisca completamente al suo.

Percepisco la sua erezione premere sulla parte bassa della mia schiena, e mi mordo il labbro per intrappolare un gemito involontario.

«E visto che ti preoccupi tanto, Arya. Vuoi anche sapere di cosa avrei bisogno?», dice al mio orecchio, continuando a osservare la mia figura tramite lo specchio, e il diamante brilla.

«Di cosa avresti bisogno Ryan?»

«Di guardarti.», pausa. «Con soltanto il mio regalo addosso...»

Deglutisco a vuoto, mentre lui comincia a sfilarmi il vestito, prendendo il mio silenzio per un sì.

Ryan ha uno sguardo cupo, che però si accende di meraviglia quando, via via che toglie il vestito, si ritrova a osservare la mia schiena nuda.

Quando il vestito cade sui miei fianchi lasciandomi il busto scoperto, il freddo invade il mio corpo.

Ma dura per poco, perché il calore che emana il suo corpo vicino al mio riesce a compensare i brividi.

Ryan non continua a farmi scendere il vestito ancora più giù, poiché viene catturato da qualcos'altro.

Con i polpastrelli dell'indice e del medio, Ryan accarezza la superficie della mia schiena, concentrato.

Rabbrividisco al suo tocco.

«Un leone?», domanda.

«Sì.», fatico a dire, sbattendo le ciglia.

Mi guarda come se fossi qualcosa di incontaminato, che lui ha marchiato, senza via d'uscita.

«Questo tatuaggio l'hai fatto per me?», il suo tono è carico di tutto.

Carico di un groviglio di emozioni che non riesco a districare.

Sembra troppo teso, troppo nervoso, troppo tutto.

CRUELWhere stories live. Discover now