Capitolo Bonus

En başından başla
                                    

I miei occhi scivolano sulle sue gambe e mi mordo il labbro.

«Non sono affatto gentile, non vedo l'ora di toglierti quel vestito e di farti sedere sulla mia faccia».

Sgrana gli occhi e si copre il viso.

«Kayden!»

Ridacchio e lei mi tira uno schiaffo sul braccio. È fin troppo facile con lei, dannazione. Cinque minuti dopo, il taxi accosta nel viale di una villa che sembra più illuminata di un hotel di lusso sulla strip di Las Vegas. Aggrotto la fronte in preda alla confusione mentre scendo e prendo la nostra valigia, pago l'autista e Willa fissa l'enorme Babbo Natale gonfiabile e le renne di luminarie con occhi scintillanti d'emozione.

«Babbo Natale ha vomitato nel giardino di tuo padre?» borbotto.

Alza gli occhi al cielo e si incammina lungo il vialetto, la seguo mentre cerco di non farmi accecare dalle luci.

«Papà è un fanatico del Natale, soprattutto da quando c'è David. Irina è di religione ortodossa, quindi in questa casa si festeggia Natale due volte».

David è suo fratello, il figlio di suo padre e della nuova moglie. Un bimbetto di quasi tre anni con un talento incredibile per vomitare nel momento meno opportuno. L'ultima volta che l'ho visto mi ha vomitato addosso, a detta di Irina era colpa del viaggio in auto dall'aeroporto a casa nostra. Grazie a dio non ho più l'olfatto.

«Meno male che ce ne andiamo presto» borbotto.

«Che problemi hai con il Natale? È una festa magica».

«Non lo è per niente, è solo una scusa per comprare cose che non useremo mai e mangiare come se non lo facessimo da mesi. Per non parlare dei parenti, uno passa tutto l'anno a evitarli e poi se li ritrova seduti a tavola tutti insieme. È un incubo».

Willa mi lancia uno sguardo truce e preme un dito guantato sul campanello.

«Come diavolo ho fatto a finire insieme alla persona meno romantica della terra?»

La porta si spalanca prima che io possa formulare una risposta. Baron, suo padre, ci accoglie con un sorriso e dietro di lui vedo Irina e il piccolo David, da me ribattezzato come vomitino. Lo so, sono uno stronzo, non c'è bisogno di ricordarmelo.

«Ciao, tesoro!»

Baron abbraccia sua figlia e mi lancia uno sguardo di gratitudine. Questo uomo mi ha assistito durante il mio processo di aggressione e grazie a lui non ho scontato un giorno di prigione. Tecnicamente uno sì, ma non era evitabile. In ogni caso, gli sono debitore. Non è scontato che il padre della tua ragazza ti difenda in un processo a tuo carico per un'accusa d'aggressione. Non me lo dimentico mai. Willa sguscia fuori dalle braccia di suo padre e corre da Irina e David, abbracciandoli stretti. Hanno legato molto durante il mio anno di arresti domiciliari, lei sembra una Barbie a grandezza naturale e mi fissa con gli occhi azzurri socchiusi. Vengo distratto da Baron che mi da una pacca sulla spalla, poi mi abbraccia.

Mi sento un po' a disagio, quindi ricambio la stretta goffamente. Mi pento di essermi legato i capelli in una crocchia quando mi guarda negli occhi.

«Grazie per averla portata da me» sussurra.

«Nessun problema» rispondo. «Perché sembra che Babbo Natale abbia cagato nel tuo vialetto?»

Scoppia a ridere così forte che mi si disegna un sorriso sulle labbra.

«Me lo domando anch'io».

Ci togliamo i cappotti e lasciamo la valigia all'ingresso, poi ci addentriamo in soggiorno dove c'è la seconda parte della mia sorpresa. La casa di Baron è la classica villa del sogno americano e il soggiorno ha un camino accanto al quale c'è un albero di Natale alto come l'Empire State Building. Cosa dicevo? Fanatici del Natale. Appena giriamo l'angolo, Willa punta lo sguardo sul divano e si blocca. Sua madre, Julia, si alza e sorride raggiante. Mettere quella donna e Baron nella stessa stanza è stata un'impresa, non perché temo che litighino ma per tutto il contrario. Willa è convinta che i suoi genitori abbiano una storia clandestina, a mio parere è folle ma non improbabile.

DEAR WILLAHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin