10. Diabolus faber ipsius fortunae

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Lucifero

Se c'era una cosa che avevo imparato da quando Clary era all'Inferno, era che le domande sarebbero giunte nel momento più imprevedibile possibile e che probabilmente sarebbero iniziate con lei che mi veniva a cercare sfoggiando un'espressione innocente. Quella volta però cominciò in maniera più strana, con i miei amici che piombarono da me per domandarmi come mai Clary quella mattina gli avesse chiesto senza un apparente motivo com'era stato Cadere.

«Davvero vi ha fatto una domanda del genere?»

Nel tempo Clary ci aveva posto le domande più disparate ma non era mai scesa a indagare così a fondo, la Caduta poi era qualcosa di totalmente lontano nel tempo perfino per noi che mi stupiva fosse andata a parare proprio su quell'argomento.

«Prima o poi sarebbe arrivata a chiedercelo, dovevi immaginartelo.»

«È un argomento strano da tirare fuori, specie considerando che vive qui da un po'.» Commentai passando gli occhi dall'uno all'altro.

«Non mi è parsa convinta della risposta che le abbiamo dato, di sicuro ti riempirà di domande dopo.» Astaroth si strinse nelle spalle ma l'espressione soddisfatta che aveva in volto la diceva lunga su come si sarebbe goduto quella scena se ne fosse stato testimone.

«Ho capito, è meglio che vada a cercarla subito.»

Prevedibilmente, Clary era in biblioteca, nell'angolo più tranquillo, in compagnia di un libro dalla copertina elaborata. Non prestai attenzione al titolo in questione, glielo sfilai solo dalle mani suscitando un verso oltraggiato di protesta.

«Vieni con me.» Le chiesi tendendo la mano verso di lei, peccato che la proposta mi uscì più come un ordine, cosa che la indispettì molto che scrutò prima la mia mano come se volesse staccarmela e poi me come se stesse valutando di quale parte del corpo privarmi.

«Ridammi il libro.» Scandì incrociando le braccia, gli occhi che mandavano scintille, poi quando vide che non ne avevo intenzione aggiunse: «Sul serio, Lu, non ho intenzione di interrompermi in quel punto.»

«Se ti lasciassi leggere ancora andresti avanti per un'altra ora come minimo.» La punzecchiai facendo nascere una smorfia infastidita sul suo volto ma ero certo che di lì a poco quell'irritazione si sarebbe trasformata presto in curiosità.

«Okay, allora sii celere.»

«Vieni a fare una passeggiata con me, questo lo continuerai dopo.» Nel parlare, chiusi il libro che le avevo sottratto avendo cura di mettere il segno, lei seguì quel movimento con gli occhi ridotti a due fessure, dovevo davvero averla interrotta su uno dei punti nevralgici del volume, mi sarei fatto perdonare più tardi.

«Cosa c'è sotto?»

Ed eccola lì, quella curiosità che usciva dirompente e su cui contavo.

«Te lo dico dopo.»

Le tesi di nuovo la mano e questa volta lei la prese.

Se io rimanevo indifferente davanti al susseguirsi caotico e allo stesso tempo ordinato dei fiori, Clary invece lo amava. Di solito, quando vi si trovava prediligeva il silenzio, quella volta invece ci fece solo da sottofondo.

«Allora?» Mi incalzò dopo qualche secondo di silenzio voltandosi verso di me e cominciando a camminare all'indietro.

«Un uccellino mi ha detto...»

«Astaroth o Azazel?» Mi interruppe subito e io scoppiai a ridere, inutile girare intorno con lei quando voleva sapere qualcosa.

«Entrambi, volevano sapere come mai avessi scelto proprio la Caduta per le tue domande.»

Fragmenta AmorisWhere stories live. Discover now