Capitolo 6: Passato e futuro -Parte I-

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Quanto tempo era già trascorso?
Per quante ore, giorni o settimane era rimasta in quello stato, priva di conoscenza?
Non avrebbe davvero saputo darsi una risposta.

La sua fronte era come un incendio, un pugno di tizzoni ad avvamparle gli occhi e le tempie.
I brividi non avevano smesso per un solo istante di correrle addosso e  gelarle le vene.
Le ossa crepitavano a ogni movimento, dei fragili cristalli battuti in terra con un martello.
Alice continuava a voltarsi senza pace, avvolta fra quelle morbide coperte ormai intrise di sudore che le lambivano il corpo.
I suoi gemiti sommessi alternati soltanto dai deliri di un sonno febbricitante.

Mentre il suo Io continuava a soffocare in quell'oblio di nulla però, un chiasso dannatamente fastidioso iniziò a raggiungerla, a graffiarle i timpani.
Voci sconosciute, lontane, e al tempo stesso spaventosamente vicine.
Voci taglienti e profondamente empie, genitrici del male.

<La mia pazienza è finita da un pezzo, Levi -sibilò ferocemente il primo-
<Ho investito ogni cosa in questo progetto.
Ottant'anni di crociate contro quelle luride scimmie alate...
I loro tesori, le reliquie, le armi, le conoscenze.
Ti ho permesso di salire sul carro del vincitore, sul mio carro.
TI ho concesso di sfruttare le mie fortune per le tue ricerche, per quei tuoi piccoli esperimenti da quattro soldi... ma ora sono stanco di perdere tempo.
Forse hai dimenticato, che se continui a esistere è unicamente perché io te lo concedo.
Dunque rispondi:
perché dovrei continuare a tenerti in vita?
Dove sarebbero i risultati promessi?>

<... Capisco il tuo nervosismo, "capo", ma le minacce sono inutili.
L' arte richiede tempo... ma hai detto di volere dei risultati no? Bene.
Ti mostrerò come i tuoi investimenti siano nient'altro che un misero prezzo da straccioni in confronto a ciò che ho creato.> -esclamò l'altro zeppo di arroganza- <Guardala, osservala attentamente.
Questa bambina è il pinnacolo della perfezione, l'opera più magnifica che questo pianeta abbia mai visto in tutta la sua lunga storia!>

Quelle merdose voci trasudavano di perfidia e veleno,
rimbombando come tuoni fra le mura blindate di quella stanza.
L'Inferno stesso sarebbe sbiadito di fronte all'abisso morale raggiunto da quei due mostri vestiti di carne umana.
Alice strizzò gli occhi infastidita, arricciando il volto in una smorfia irritata.
Le fredde luci delle lampade a incandescenza la mettevano a disagio, impedendole di trovare anche un solo istante di serenità.
"Statevene zitti per dio... e spegnete queste maledette luci... giuro che vi prendo a calci" pensò fra sé e sé, ancora semi incosciente.

<Basta paroloni, spiegati meglio.> Riprese a parlare il più tetro e minaccioso fra i due.
Indossava una lunga ed elegante tunica sacerdotale dai colori rossi e sgargianti quanto il sangue rappreso.
Gioielli e ornamenti sottratti al Regno dei Cieli a incensarne l'intera figura.
Dei bagliori violacei simili a stelle nel cielo notturno ne illuminavano gli occhi feroci, la, sotto quell'ampio cappuccio di tessuto ultraterreno che gli copriva il volto.

<Non esistono mezzi termini con cui spiegarlo a dire il vero -esordì l'altro-banalmente, il progetto ha superato ogni aspettativa immaginabile.>
Quello s'avvicinò di sottecchi alla ragazza, lo sguardo tronfio di chi si crede un Dio sceso in terra; un' enfasi perversa su ogni sua fottuta parola.
<Immagina il suo corpo non come un contenitore, bensì, come un potentissimo templio della fertilità... un santuario, con le stesse proprietà di un massiccio e gigantesco buco nero.>

<Ti ho detto di tagliare corto,  stronzo.> ringhiò innervosito.

<... Sto parlando di qualcosa capace di adattarsi a qualunque forma di energia conosciuta, di consumarla, e successivamente, di farla propria.
In breve, una predatrice assoluta.> concluse l'altro sgranocchiandosi l'interno delle guance coi canini per il fastidio.

From Dust to AshesWhere stories live. Discover now