Capitolo 4: Graz'zt

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<Ho...pure le visioni adesso?>
Si domandò con tono fin troppo serio.

Scosse la testa da una parte all'altra fino a vederci triplo.
Le lunghe ciocche di capelli corvini saltarono fuori dal bavero del mantello, scompigliandosi fino a somigliare alla criniera di un leone.
La stanchezza le foderava ormai di nebbia gli occhi; un'allucinazione o due non sarebbero state nulla di strano, viste le sue pietose condizioni.
Già; una banalissima illusione.
Niente più che un brutto scherzo da parte di quel suo stravolto e scombussolato cervello.
Era palese.

Eppure, nonostante la logica e tutti i ragionamenti sensati , quel "miraggio" non dava cenno a voler sparire.
Un pungente dolore al petto si fece strada sotto le placche mezze rotte della sua corazza, come la sensazione di filo spinato stretto attorno al cuore.
Alice abbassò istintivamente lo sguardo a terra, quasi terrorizzata dal rialzarlo nuovamente.
Prese a pizzicarsi quelle guance magre e candide fino a farle diventare di un rosso preoccupante, certa in cuor suo di aver cominciato a vaneggiare.

<Ahah...sei proprio partita di testa Alice.
Questo posto...questo bel tramonto...lo spettro di Graz'zt...non sarà, che anch'io sono morta...e che questa è l'entrata per l'aldilà?>

<Io, uno spettro?
Tch. Ogni Diavolo degli Inferi arriverebbe a far volontariato per i poveri, in cambio di una misera unghia della mia bellezza.
Guardami; questo corpo statuario ti sembra forse simile a quelle pustole sovrannaturali degli spettri?> esclamò l'altro ridendosela rumorosamente.
<Un anno e mezzo da che te ne sei andata di casa, senza neanche salutare, e guarda con che freddezza mi tratti.
Scommetto che se ci fosse stato quel bel faccino di Alis al posto mio, a quest'ora staresti frignando e saltellando qua e la dalla gioia.
Anch'io ho un cuore, sai?
Si...fatto di magma, bambini mai nati e oscenità varie...ma diavolo, pur sempre un cuore no?>

Lei alzò lo sguardo, titubante.
Quel narcisismo sfrontato e maledettamente familiare la convinse a farlo.

La figura di quel Diavolo, con i suoi oltre tre metri di altezza, si stagliava sulla luce rossiccia del tramonto.
Frange appuntite di capelli scuri gli scendevano lungo i lineamenti squadrati del volto, quasi confondendosi con la sua brillante pelle d'ebano.
Lunghe e seducenti ciglia contornavano i suoi occhi perlacei e privi di iridi, mentre due vistose corna, aguzze e arricciate, ne decoravano il capo come una corona.
Ogni singolo dettaglio combaciava alla perfezione; l'aspetto da belloccio, il suo profondo tono di voce, quel comportamento perennemente dissacrante e la stupida rivalità da sciupafemmine nei confronti di Alis.
Quello, era il ritratto sputato di Graz'zt; dell'indiscusso Re della lussuria e dell'edonismo, uno dei 5 grandi sovrani delle gerarchie infernali.
Ex, sovrano.
Le due code da felino che spuntavano dalla base della sua schiena volteggiavano senza sosta in controluce al sole, contribuendo a confondere ancor di più la ragazza.
Esitante, lei prese parola.

<No...la tua morte è stata confermata dai servizi segreti di Atlas.
Ho letto i dossier. Quelli la, non sbagliano mai. Non sei reale.
Sei soltanto uno scherzo della mia immaginazione.> esclamò con evidente rammarico.

Si strofinò per un' ennesima volta gli occhi come a voler scacciar via a forza le allucinazioni, ma Graz'zt era sempre lì, a fissarla mezzo divertito.
Il Diavolo dalla pelle d'ossidiana mosse dunque alcuni passi nella sua direzione, il rumore ovattato dei suoi zoccoli caprini sulla terra, maledettamente vero.

<Tesoro, non sono meno reale delle doppie punte sui tuoi capelli.
Ma dimmi, da quant'è che non ti fai una doccia? Persino le stalle dell' Inferno a confronto tuo profumano di rose e lillà.>

<Cosa?!? Tu, grandissimo figlio di u...na...put..ta..n..>
Alice non riuscì neppure a terminare la frase.
La scarica di adrenalina e paura che l'aveva tenuta cosciente fino a quel momento sfumò nel nulla.
La stanchezza la investì d'improvviso come un treno, mentre sia corpo che spirito subivano il tremendo contraccolpo dovuto all'abuso dei suoi poteri.
La sua mente fu la prima a spegnersi, un velo di foschia le riempì gli occhi mentre il corpo si abbandonava al torpore del sonno.

From Dust to AshesWo Geschichten leben. Entdecke jetzt