Fogliolina

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Emily

Entrai in classe a testa bassa, ancora con quelle parole nella testa..."Ti causa qualche problema il fatto che non voglia conoscere questo essere insopportabile?".

Quegli occhi verdi, sono proprio i suoi, merda. Sono nei guai fino al collo.

SONO FOTTUTA.

Dovrò già cambiare classe? O scuola? O, magari, di nuovo città?

Mi cominciò a girare la testa. "No, Emily, sei cambiata" continuavo a ripetermi. Non permetterò che uno stronzo come lui mi condizioni la vita. Devo imparare ad affrontarlo... Ma come?

Il professore cominciò a fare l'appello.

"Emily Deason?"

"Presente"

Mi accorsi che due occhi verdi mi osservavano. Voltai leggermente il viso, e solo a quel punto mi resi conto che quella che mi stava rivolgendo era solo un'occhiata di disprezzo. Alzò gli occhi al cielo e poi il suo sguardo ricadde sul libro.

Quanto ricordo quelle occhiatacce.

Con la mano incominciò a sfiorare le pagine del libro, e sembrava quasi delicato. Con me non lo era mai stato. Dio, quanto ricordo anche quelle mani. Quelle dannate, maledette mani. Le sue mani che mi tiravano le trecce o che rompevano con forza il mio orsacchiotto. Che inferno...Sembrava tutto perfetto, nuova me, nuovi amici, nuovi insegnanti...

"Bryan Lunes?

"Eccomi" bofonchiò, infastidito.

Un'ora dopo successe l'imprevedibile.

La professoressa di italiano ebbe la fantastica idea di cambiare i nostri posti. E la cosa peggiore fu che capitai accidentalmente al banco con quel fottutissimo ragazzo dagli occhi chiari.

"Preferisco stare al banco da solo" sputò, e aveva sbuffato quando la prof gli disse che non sarebbe stato possibile. E così feci anche io. Io lo sapevo, ho la sfortuna repressa, perché tra 19 ragazzi devo starci io vicino a lui, dannazione! Che merda di sfiga!

Volevo scappare dal mondo, scomparire, nascondermi per sempre. Ma una parte di me diceva di ridere sopra a tutto ciò e affrontarlo.

Mentre Bryan si stava sedendo, sogghignò:" Bene bene, Deason. Pronta a divertirti?"

Cominciai a tremare e cercai in tutti modi di trattenermi e cercare il coraggio di rispondere con sarcasmo.

"Ma non mi dire, sei ancora muta? Beh, c'era da aspettarselo" fu come un pugno al cuore:" Hai paura, eh? Sì che ce l'hai, stai tremando come una foglia. Una piccola, fragile, fogliolina" sussurrò, avvicinandosi al mio orecchio e facendomi deglutire. Afferrò con la sua maledetta mano la mia coscia tremolante, e strinse, fino a farmi sudare.

"Male?" chiese, con tono innocente.

"Fermo, non mi toccare!" riuscii a dire, poi la mia gola sembrò bloccata. Cercai di divincolarmi dalla sua presa, ma sembrò impossibile. Volevo quasi sfidarlo, non ero capace nemmeno di guardarlo negli occhi. I nostri occhi erano troppo sfuggenti l'uno dall'altra, non saremmo mai riusciti a guardarci senza rivolgerci occhiate d'odio per più di due secondi, e mai ci riusciremo. Lui ascoltò le mie parole, si fermò e, alzando un sopracciglio, ringhiò:" Ah, allora ce l'hai la voce, fogliolina."

Bryan

Mi piaceva intimidirla, farle aumentare i battiti del suo cuore, farla sussultare, eppure quando lo facevo mi sentivo sempre di più uno sciocco.

Non volevo farla soffrire di nuovo, ma sentivo di essere ancora quel bulletto di qualche anno fa. Avrei voluto, invece, crescere, imparare ad amare, essere maturo come tutti gli altri miei coetanei. E quando avevo capito che lei era riuscita superare tutti i ricordi del passato, mi sentii sollevato ma allo stesso tempo arrabbiato. Ma non con lei, bensì con me stesso. Odiavo il lato di me che faceva stare male un'ingenua ragazzina ingiustamente e non riuscivo ad affrontare il mostro dentro che era in me. Perchè è questo quello che sono: un mostro. Sì, sono un mostro, perché porto solo sofferenza, la tristezza.
E soprattutto ho fatto stare così male lei.
Lei.
Lei.
Lei.
Lei non si meritava tutto quello. Sono stato uno stronzo, un coglione, un imbecille.

Ancora non so spiegarmi il motivo di tutto quell'odio verso di lei, ma sapevo una cosa: lei mi faceva un effetto diverso rispetto alle altre ragazze. E forse era proprio quella la causa di tutto ciò. I suoi occhi chiari mi imploravano di non farli piangere un'altra volta e io mi facevo schifo al pensiero di averli fatti lacrimare troppe volte. Quando i nostri occhi si stavano per incrociare, io evitavo sempre il contatto, mentre lei cercava di far incontrare i nostri sguardi.

Un giorno, in quarta elementare, mi sorpresi quando mi si avvicinò.

"Qual è il problema? Perchè non possiamo essere amici?"

Perchè io ti voglio tenere lontana da me, ti farei solo ancora più male. Per quanto cercavo di non dire cose cattive, non riuscivo mai a stare zitto. Avrei voluto abbracciarla e chiederle scusa, farla sorridere, ma quando ero con lei riuscivo a mostrare solo la parte più brutta di me.

"Sei tu il problema. Possibile che non capisci mai niente?"

Fu come una pugnalata al petto per lei, che abbassò lo sguardo triste. Mi stupii di nuovo quando continuò:"Ma perché fai così solo con me? Che ti ho fatto di male?" dal suo tono di voce avevo capito che stava sul punto di piangere.

"Sai cosa hai fatto di male? " le avevo chiesto con aria strafottente, avvicinandomi per farla intimorire.

"Ecco cosa hai fatto di male: sei nata"
Avevo riso per mostrarmi "duro" e lei era scappata via piangendo.
La verità, invisibile agli occhi degli altri, era che io ero solo un'idiota che facevo tutto questo non solo per sembrare "migliore", ma anche per divertimento. Il mostro nel mio corpo si divertiva ad umiliarla, quel bastardo.

Tornato a casa, mi feci così tanto schifo e provai così tanta compassione per quella povera bambina che piansi anche io.

Ogni giorno della mia vita provavo a farla stare bene, combattevo con il mostro per non farla piangere per almeno un giorno, ma era inutile. Dovevo rovinarle ogni fottuto giorno della sua esistenza, altrimenti non ero felice.
E quando lei si mostrò più forte di me, una parte della mia anima era felice per lei, mentre un'altra non riusciva ad accettarlo. Ero felice perché aveva imparato a infischiarsene delle mie parole, ma ero anche arrabbiatissimo con me stesso.

Bravo, Bryan. Lei è cresciuta nonostante tutto e tu invece sei ancora quello sciocco bulletto che hai sempre odiato essere.

SPAZIO LETTRICE

Ecco finalmente pubblicata la parte finale di questo capitolo.... Spero vi piaccia, fatemi sapere nei commenti. Un kiss,

la vostra Aurorinaa.

Aurora G.

Incomprehensible love ♡Where stories live. Discover now