TRE

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Mi sveglia un rumore fastidiosissimo. Apro gli occhi ma la mia stanza è buia. Raggiungo alla cieca la finistra e dopo averla aperta spalanco le persiane, vedo Aldo che continua a battere sulla persiana. Mi cappa un sorriso.                                                                                                                                                                                                                                                                    "Dormigliona, vestiti che andiamo atrovare Celeste in ospedale" Sono passati due giorni da quando è ricoverata, aspetto questo momento da quando l'ho vista portare via in ambulanza.                                                                                    Non credo di essermi mai vestita così velocemente, ma in dieci minuti sono fueri al cancello. Dopo aver salutato Teresa la tata di mio fratello, praticamente una zia per noi, sono pronta ad andare da Celeste.Una domanda mi sorge spontanea e ovviamente la porgo ad Aldo: " Carissimo amico mio, io non ho intenzione di salire sulla tua moto più del tragitto necessario per raggiungere il mare, l'ospedale dove si trova Celeste è lontanissimo" Lui risponde con un sorriso: " Grazie per la fiducia, ma non preoccuparti, ho pensato a tutto, inizia a salire poi ho una sorpresa." Salgo dietro di lui e mi porta in villa sua. Appoggiata al cancello c'è Valentina, non ci credo, lei è la cugina di Aldo  , che abita a Modena. Purtroppo la vedo solo in estate e durante le festività. Scendo dalla moto e corro ad abbracciarla, dopo il nostro lungo abbraccio lei alza una mano e scuote delle chiavi, non ci credo, non ci credo.
"Dai andiamo a trovare Celeste" esordisce.
"Ma mi avevi detto che non avevi passato l'esame", "Lo so, volevo farti una sorpresa".
Saliamo in macchina e ci dirigiamo in ospedale.
Come previsto, un'ora di macchina, ci siamo fermati per prendere dei dolci in una pasticceria, tutti quelli che piacciono di più a Celeste.
Stiamo salendo le scale che portano nella sua camera, bussiamo e Diamante ci fa accomodare.
Appena Celeste ci vede, sotto dei tubicini che le si posano sul viso, le spicca un sorriso, le stiamo accanto e le diamo i dolci appena comprati. Dopo un po' di tempo trascorso a parlare, ridere e scherzare, l'infermiera ci avvisa dello scadere dell'ora delle visite.
Sono abbastanza sorpresa, non ho visto Nate, ma come si permette di non andare in ospedale, deve avere una bella faccia tosta.
Prima di andare verso l'uscita compro dalle macchinette 3 toast per pranzare con Aldo e Valentina.
Mentre ritorno nella stanza per salutare Diamante e Riccardo, lo vedo entrare nel reparto, ha gli occhiali Ray-Ban sul capo affondati nei capelli mossi, una camminata così ipnotizzante. Ovviamente Nate. Aumento il passo per incrociarlo.
"Non vorrai mica mangiare quelle schifezze!". Mi giro e Nate sta parlando con me. "In verità è proprio quello con cui pranzerò".
Mi porge un panino avvolto in una pellicola. "Tieni questo, almeno mangi qualcosa di vero e non prosciutto chimico".
Lo ringrazio e inizio a camminare nella stanza dove sono tutti.
"Buongiorno, ho portato il pranzo" entra dopo di me Nate che distribuisce i panini a Diamante e Riccardo, poi si avvicina e mi sussurra all'orecchio: "Mi vuoi lasciare senza cibo? Dammi uno dei tuoi toast chimici".
Ovviamente lui mi ha dato il suo panino, che scema. Gli do il suo toast e con Valentina e Aldo salutiamo tutti e ce ne andiamo.
In macchina divido il mio panino con gli altri e per tutto il viaggio penso a quanto sono stata frettolosa a dire che Nate non ci fosse e a giudicarlo. Non mi piace come si è comportato con Celeste, però forse le vuole bene.
"Sei pensierosa, a che pensi? Se è per Celeste devi stare tranquillissima, la dottoressa ha detto che questo è stato un episodio isolato, non devi preoccuparti" Aldo mi riscuote dai miei pensieri.
Mi riaccompagnano a casa e leggo fino alla sera.
Quando rientrano i miei genitori il sole non è ancora tramontato, ma il colore è rosato.
Decidiamo di andare a mangiare fuori.
Sono bellissime queste serate, ci rsccontiamo cosa abbiamo fatto nella giornata, loro non hanno fatto niente di entusiasmante...Solo io oggi non apro bocca, ed è molto strano dato che solitamente parlo molto, ma oggi c'è qualcosa che mi frulla nella mente, avrei paura di finire a parlare di quello che ho in testa invece della mattinata con Celeste.
bellissima giornata oggi, ho aperto le persiane e il cielo è scuro, le nuvole grigie minacciano un tremendo temporale.
Spalanco la finestra e tiro su con il naso, il profuno di pioggia entra nei miei polmoni. Il prato è bagnato di rilugiada e gli uccellini cantano sul pino difronte la mia finistra, chiudo gli occhi e dopo un rumore sordo il ticchettio della pioggia inizia a riempire il silenzio.
Decido di uscire dalla mia stanza e saluto Teresa che è già in cucina per preparare il pranzo. Mio fratello sta giocando con le macchinine nell'ingresso, io decido di andare a bere il mio cappuccino sotto la tettoia esterna. Qui il ticchettio è più forte. A volte mi trovo a pensare a Celeste nel letto di quell'ospedale, quasi sempre a questi pensieri sono seguiti dalla malinconia. Decido di scacciarla vestendomi e andando a fare una bellissima passeggiata al mare.
"Mi raccomando all'una e mezza si mangia quindi stai in villa per quell'ora" mi avverte
Teresa.
Percorro la passerella che porta in spiaggia e mi fermo alla fine per immortalare con una foto il cielo grigio che si confonde all'orizzonte con il mare. Il temporale è diventato pioggerelina. Mi avvicino al bagnoasciuga e aziono la playlist che avevo selezionato. Faccio lunghi respiri profondi e chiudo gli occhi per concentrarmi sul vento che entra ed esce dal mio naso. Mi giro verso le dune e provo a non guardare quel passaggio nella flora, ma l'occhio cade proprio lì e purtroppo i ricordi iniziano a girarmi per la mente. Le goccie sul viso sono salate e non sono goccioline di pioggia ma lacrime. Cerco di asciugarle distogliendo lo sguardo da quel luogo ma quella stupida vocina nella mia mente inzia a prendere il sopravvento.
"Potevo anzi dovevo dire di no non sono stata abbastanza sveglia perchè non ho detto di no. È solo colpa mia potevo benissimo tirarmi indietro" Rimasero pensieri voolanti che provocarono in me una sensazione bruttissima, le lacrime che credevo di aver fermato ora non riesco più a controllarle. Sono rivolta verso il mare e cerco di calmarmi ammirandolo ma niente.
Le mie spalle vengono coperte da una cosa calda e la mia testa viene coperta dal cappuccio della mia felpa. Cerco di girarmi per capire chi fosse, ma sono pietrificata. Una voce mi sussurra alll'orecchio: " È bellissimo il mare oggi, sembra una tela presa da un museo diVan Gogh" Cerco di trattenere i singhiozzi, per non fargli capire che stessi piangendo, ma non ci riesco. Mi asciuga le lacrime con le dita. La mano mi copre gli occhi e la voce continua: "La pioggia è bellissima ma non aiuta a migliorarsi l'umore. Ora prova a pensare al sole che splende alto nel cielo, la senti la leggere brezza marina che ti scompiglia i capelli? Il mare calmo e limpido con poca schiuma sul bagnoasciuga" Mi giro e schiaccio la testa sul petto di Nate. Le lacrime non hanno intenzione di fermarsi i singhiozzi continuano, ma quando le sue mani si appoggiano sulla mia nuca mi calmo un pò.
"Grazie" gli dico non avendo quasi voce, mi risponde stringendomi un pò di più a se.
Siamo sotto la pioggia lui con una maglietta rosso scuro a maniche corte e io con il suo K-WAY sulle spalle, abbraciati.
Percorriamo il vialetto che ci porta in strada e mi viene spontaneo chiedergli: " Ti andrebbe di restare a pranzo da me?" Non so cosa mi sia preso, non ci conosciamo neanche e il nostro primo incontro non è stato neanche uno dei migliori, però lì sulla spiaggia mi ha aiuitato e non poco.
Non accetta l'invito ma ci dirigiamo insieme per la strada, c'è silenzio, non mi da fastidio, però avrei preferito che qualcosa da dire mi venisse in mente. Siamo d'avanti il cancello della villa, inizio a parlare:
"C'è Teresa che mi aspetta per pranzare, io entro, e grazie ancora"
Lui mi sorride e mi saluta con la mano mentre iniza a incamminarsi per il vialetto.
Non posso mentire, l'ho fissato andarsene, la maglietta aderiva sulla sua schiena come se fosse scolpita... ma cosa vado a pensare, meglio che entro.

Ciao a tutti!
Spero che questo terzo capitolo vi sia piaciuto, ovviamente potete darmi il vostro parere, consigli o anche solo lasciare una stellina o una sclero.
Grazie Selena ❤️

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⏰ Last updated: Mar 04 ⏰

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