Parte 1: Capitolo 5

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Marzo 1910. 

Small Heath, Birmingham



<<Ti sbatteranno dentro prima o poi>>.

Il verdetto di Thomas investe il volto giovane e speranzoso del ragazzo a cui è rivolto senza però riuscire a scalfirlo. Parole e fumo si disperdono come respinte da una volontà ferrea e indistruttibile. Freddie è diventato l'agitatore principale di un'associazione sindacalista: il primo passo, secondo lui, per fare qualcosa di concreto nei confronti della degradante situazione che affligge la classe operaia. Thomas un po' lo canzona e un po' lo invidia. Se vuoi qualcosa, rimboccati le mani e prenditela, su questo sono d'accordo entrambi; Freddie, però, crede nella forza delle masse, nel cameratismo e nella condivisione. Già gli sembra di vederlo, mentre si arrampica da qualche parte in mezzo alla folla per farsi sentire e trovare nell'appoggio degli altri la giusta motivazione a portare avanti una causa, all'apparenza, del tutto rispettabile.

Thomas prende un'altra boccata di fumo.

<<Senti chi parla. Meglio morire lottando che di stenti in una fabbrica, non trovi?>>

Sono l'uno davanti l'altro, la schiena poggiata contro le fredde mura che delimitano quel vicolo stretto nei pressi del canale di Small Heath, dove solo pochi anni prima erano soliti disputare assurde gare di nuoto sfidando la velocità delle barche a motore. Thomas scuote in modo impercettibile la testa, nascondendo un'espressione rassegnata: lui ha parlato di prigione, non di rischiare le penne.

<<Buffo come l'alternativa vivere non risulti nella tua lista di possibilità>>.

<<Sai che non cambierò idea, Tommy>>.

<<Naturalmente>>.

<<E nemmeno ti supplicherò di venire>>.

<<Lo sospettavo>>.

Freddie osserva l'amico gettare la sigaretta a terra a schiacciarla con un piede, l'espressione che sembra gridargli in faccia "Sei un coglione".

<<Vaffanculo Tommy>> decide allora di rispondere, come se lo sguardo dell'altro avesse parlato per lui. <<Tu cos'è che vuoi, si può sapere?>>. All'improvviso il timbro di Freddie è salito di qualche ottava. <<Pensavo fossimo dalla stessa parte. Qualche mese fa saresti stato tu a parlarmi di questa manifestazione>>.

Thomas si ritrova a scrutare distrattamente gli scafi che increspano l'acqua. <<Non si tratta di prendere le parti, Freddie>>. Forse è il sentirsi parte di qualcosa, invece. Ma sarebbe un discorso troppo lungo da affrontare, probabilmente non avrebbe un capo, né una coda. Thomas sa che deve prima capire chi ha deciso di essere e, soprattutto, se la sua decisione è compatibile con il poco che la vita gli ha concesso. La fiducia, quella ce l'ha ancora: con qualche dubbio in più su dove sia più giusto riporla.

<<Non è ciò che fai a definire chi sei, Thomas>>. Pur non avendolo udito esternare alcuna riflessione ad alta voce, Freddie ha captato nelle iridi pensose dell'amico parte dei dubbi che lo attanagliano. Riesce ad ottenere nuovamente la sua attenzione. <<È quello in cui credi. Sono certo che tu sappia qual è la cosa giusta per gente come noi>>.

<<Ne sei davvero sicuro?>>

Lo sguardo di Thomas è sottile, scruta Freddie come per leggergli dentro, per cercare avidamente una risposta che nemmeno lui conosce. A differenza sua, però, non un accenno di dubbio anima le parole dell'amico. <<Certo>> risponde pronto, quasi ridendo di lui. Lo vede diverso, ma in cuor suo spera che Thomas abbia solo bisogno di mettere ordine nella sua vita, prima di tornare a spalleggiarlo come ha sempre fatto. <<Il comunismo è miglior futuro a cui dei reietti come me e te possono aspirare>>.

Fermo da qualche parte ad aspettare teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora