Capitolo 2

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Capitolo 2
<<Sophie ?!>>.
- Ti sei fatta sentire dalla mamma, devi parlare a bassa voce, mia cara Sophie.
<<Voce silenzio! Magari se sto zitta, pensa che dormo, e sto solo sognando!>> Lei bussó piano alla porta.
Oddio, se prova ad aprire sono fritta.
Bussò di nuovo, rimasi in assoluto silenzio, pregando che andasse via.
<<Dorme, che strano, in questa casa ci sono troppi rumori.>>.
Poi la chiamò Phil:
<<Rose vieni a letto, si è fatto tardi>> lei gli rispose subito, come se fosse il suo cagnolino, quanto mi urtava i nervi, questa cosa.
<<Si Phil, sto arrivando>>.
<<Buonanotte piccola Sophie, che tu possa sognare tante cose belle. >>
Nel sentire quanto amore avevsse messo in quella frase; Mi fece emozionare non poco. Sussurrai nel silenzio:
<<Grazie Rose. >>
La voce ricominciò, mentre guardavo in basso.
<< Vedi? Hai una famiglia stupenda, di che ti lamenti?>>. Stavolta rimasi zitta, e contai fino a 3 prima di rispondere, cercando di fare attenzione a non alzare troppo la voce, risposi con un secco:
<<Già.>>  e mi diressi verso il letto, triste.
Fu così che lo vidi comparire, seduto in tutto il suo fascino sulla sedia a dondolo, lo guardai con sorpresa. Era il ragazzo del pomeriggio!
<< Ma tu sei il ragazzo di oggi, quello che mi aveva toccato la spalla, hai un tocco molto piacevole, e delicato, sai?>> Mi portai le mani alla bocca, avevo sempre questo brutto vizio di dire quello che mi passava per la testa, senza rifletterci un istante. Lui se aveva fatto caso all'allusione, non ne aveva fatto cenno, con garbo.
<<In carne, e ossa.>> si guardò il corpo. E continuò,
<<Beh, quello quasi>>.
Decisi di tralasciare quanto fosse affascinante, e un figo incredibile, anche perché c' era qualcosa di più importante su cui discutere, come per esempio cosa ci facesse un tizio in camera mia, a quell' ora poi...cosa era un super eroe?
<<Ma chi sei? Come ti chiami, cosa diavolo ci fai nella mia camera?!>> e lui non togliendosi quel sorriso dal viso che arrivava quasi fino agli angoli degli occhi, mi rispose:
<< Sono qui per te, per proteggerti>> si mise in piedi, facendo un inchino alla vecchia maniera, seguito da un ghigno.
<<Mi chiamo Drakens Smiterson, al tuo servizio! Per te, Derek>>. Portò la mano sulle labbra, carnose, e perfette mandandomi un bacio, sembrava un galantuomo, e uno sciupafemmine allo stesso tempo!
<<E tu che caspita sei?>> Ad un tratto sentì le palpebre pesanti, e crollai sul letto.

Incubo
Chiusi gli occhi, mi trovavo sulle coperte, le tenebre scivolarono su di me, mi ritrovai catapultata in un altra realtà.
Sentii un grido, in direzione di casa di Christie, c'era della gente che mi guardava inebetita.
Una pioggia insistente mi martellava sul corpo, avevo le guance bagnate, come stessi piangendo. Le gocce cadevano sull'asfalto come macigni, provocando crateri enormi. Guardai il cielo plumbeo, un rombo lo fracassò in tanti pezzettini, creando dei filamenti bianchi, seguito da una macchina che sbandó ad un incrocio. Scariche elettriche cadevano vicino a me, non potevo fermarmi in quel posto, dovevo muovermi, o sarei stata colpita dai fulmini.
Le gocce di quel forte temporale continuavano a scivolarmi addosso, ai lati della strada sembrava esservi  un lungo fiume nero, per via dell'eccessiva acqua, con della gente che cercava di ripararsi in lontananza. Correndo, mi scontrai su un' imponente figura vestita di un impermeabile lungo nero, non riuscì a identificarla, portava un cappello calato sul viso, non feci in tempo a chiedere scusa, che una ventata di aria gelida mi trafisse fin dentro l'anima,

<< Sta attenta dove metti i piedi, ragazzina>>.  Disse con tono sprezzante, mi allontanai da essa, sotto la pioggia insistente, non riuscivo quasi a tenere gli occhi aperti.
Sentivo tante voci, un tumulto di voci. Ma intorno non c' era più anima viva, la gente che avevo visto poco prima era scappata via, ero da sola, in mezzo alla strada, senza un riparo.
Decisi di spostarmi verso quella che sembrava casa di Christie ma le macchine in lontananza sfrecciavano, ed era pericoloso non potevo fermarmi in mezzo alla strada, e voltandomi indietro, il tizio di prima sembrava essersi volatilizzato nel nulla. Dovevo andare avanti,
Svoltai l'angolo, cercando di non infilare le scarpe dentro i bordi della strada che somigliavano a un fiume in piena, e notai un bagliore in un vicolo buio. Tutto attorno sembrava irreale come fosse un'altra città, anche se le somigliava, non era la cittadina tranquilla, dove non c'era nessun problema con la criminalità, e tutto molto calmo, questa aveva un atmosfera lugubre, che stessi sognando nuovamente?

Il mondo di SophieWhere stories live. Discover now