Casa

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Non potevo crederci. Finalmente a casa. Mi guardavo in giro, mentre contemplavo il giardino di Hogwarts. Come avevo già detto, erano passati 7 anni da quando io avevo messo piede in quel castello. Da quel brutto giorno in cui Lucius mi portò via. Ci pensavo tutti i giorni, ogni qual volta il mio sguardo si posava sul mantello di Severus.
Oh...Severus. Amore mio...
Il pensiero di rivederlo mi rendeva super felice. In quegli anni non l'avevo proprio sentito per colpa di mio padre. Mi aveva sequestrato il mio gufo e messo la guferia sotto chiave. Le lettere che inviavo venivano sempre controllate da lui. E così é stato fino al giorno del mio 22 esimo compleanno, quando lui decise di fidarsi e di regalarmi un gufo nuovo di zecca. Stacy. Era una civetta delle nevi, penne lunghe e occhi azzurri come l'oceano. Era la mia migliore amica! Oltre a Jo, ovviamente.

Io e Joanne varcammo l'entrata del castello e l'odore familiare di Hogwarts ci inondò le narici. Notammo Minerva ad aspettarci insieme ad una ragazza che non avevamo mai visto.

«Oh, care! Che bello vedervi!»disse Minnie, con gli occhi che le brillavano dalla felicità, mentre li raggiungevamo.

«Salve professoressa»le sorrisi cordialmente, dopo che la mia migliore amica la salutò.

«Oh, non sono più una tua professoressa! Puoi chiamarmi per nome tesoro»mi abbracciò materna.

«Va bene.. Minerva »

«Così va molto meglio!»ricambiai il sorriso e iniziammo a camminare nei corridoi.«Adesso vi accompagnamo ai vostri alloggi, così vi sistemate. Poi ci vediamo a cena e vi presento alla scuola, dato che gli studenti arriveranno tra un'oretta.»

La seguimmo e notai ancora la ragazza. Era alta quanto me, capelli castani ricci lasciati sulle spalle. Indossava un semplice vestito da maga con il mantello. Era carina..e sembrava anche molto timida, dato che se ne stava in disparte. Guardai la mia migliore amica che parlava con Min e decisi di avvicinarmi.

«Hey!»

Lei spostò lo sguardo su di me, con le guance leggermente arrossate. «Hey»

«Come ti chiami?»

«Alice..Alice Minissale»

«Che bel nome! Hai lo stesso nome della protagonista del mio libro preferito di infanzia»dico sorridente«Comunque io sono Mary, Mary Malfoy»

«Oh..uhm..grazie. Anche il tuo é un bel nome»

«Grazie! Cosa ci fai qui ad Hogwarts?»

«Insegno Cura delle creature magiche da ormai un annetto, tu?»

«Sono venuta per fare l'assistente del Professor Piton con la mia migliore amica»dico arrossendo al nome di Severus.

«Figo»

Arrivammo davanti agli alloggi di Remus.

«Ecco qui. Joanne, questi saranno i tuoi alloggi»indica la porta davanti a quella di Remus.

Lei sorrise.
«Grazie Minerva. Ciao Mary, ci vediamo a cena!»entrò e si chiuse la porta alle spalle.

«Prego cara! Bene, proseguiamo verso i sotterranei»disse la professoressa, camminando.

Io arrossii di botto.
«Pr- Minerva. Anche i miei alloggi saranno davanti a quelli di Severus?»

«Sì Mary»mi guardò maliziosa.

«Ma...lui dov'è? Sa che sono qui?»

«No, in realtà no. Sa solo che la signorina Potter è qui per Remus. Ma non che sarai tu la sua assistente. Volevo fargli una sorpresa»sorrise.

Il cuore batteva all'impazzata. Solo in quel momento stavo realizzando per davvero che avrei di nuovo visto Severus. Avrei potuto vederlo in qualunque parte del castello. Non so se ero pronta. E se non ero in condizioni presentabili? Oddio. Che ansia!

Sentii una mano sul braccio, era Alice.

«Tutto bene Mary?»chiese un po' incerta.

«Sì..non ti preoccupare »sorrisi appena.

«Sicura? Sembri pensierosa»

Ci pensai un attimo. Non sapevo se fosse il caso di dire ad una ragazza appena conosciuta quello che era successo fra me e Severus, perciò dissi una mezza verità.
«Sono un po'...in ansia per questo nuovo lavoro, tutto qui. Grazie per l'interessamento»le sorrisi cordialmente.

«Va bene» sembrò più sollevata, e questo mi scaldò il cuore. Non sapevo neanche io il perché. Lei mi sembrava diversa. Non come tutte le ragazze che c'erano in giro.

Scendemmo le scale dei sotterranei e arrivammo finalmente davanti agli alloggi del potion master. Guardai la porta, mentre i ricordi riaffiorano. Mi persi nei dolci pensieri, senza neanche badare alle parole della professoressa. Inspirai, mogano...il suo legno preferito. Mi avvicinai piano e sfiorai la porta con i polpastrelli. Affannavo con il respiro mentre il cuore continuava a battere all'impazzata. Volevo vederlo il prima possibile. Riassaporare le sue labbra. Risentire il suo profumo. Ripassare le mani fra i suoi capelli. E soprattutto, scomparire in un suo abbraccio. Mi ritrovai ad avere gli occhi lucidi dall'emozione.

«..sistente. Non ti preoccupare»si fermò.«Mary, mi stai ascoltando? Mary!»

Ritornai con i piedi per terra, schiarendomi la gola. Mi asciugai velocemente gli occhi e sorrisi appena. «Sì, perdonatemi. Adesso sarei un po' stanca. Ci vediamo a cena?»

Minerva e Alice mi guardarono in silenzio per qualche secondo.
«Sì, certo»disse l'anziana.

«Molto bene»mi strinsi il piccolo borsone al petto.
«A dopo»entrai nei miei alloggi e presi un respiro profondo. Mi guardai intorno. Non erano tanto grandi, ma neanche minuscoli.

Appena entrati si poteva trovare un salottino sui toni del verde. C'era un divano e una poltrona neri sopra un grande tappeto. Davanti un tavolino con una TV vecchio stile, dietro un camino. Girando a destra si andava verso una cucina piccolina ma confortevole. Al muro di pietra era appoggiato un tavolo con tre sedie. Uscii anche dalla cucina e mi imboccai in un corridoio. Entrai nella prima porta. Era un bagno composto di vasca, water lavandino e specchio. Sorrisi ed entrai nella seconda porta. Una stanza con tanti scaffali. Sembrava uno sgabuzzino, ma tanto sapevo che l'avrei usato come libreria. Entrai finalmente nella mia camera da letto. Era una stanza quadrata con un letto al baldacchino di una piazza e mezzo. Le lenzuola, le coperte e le federe erano semplici, verdi e argento. Davanti al letto c'era un armadio e accanto una toeletta per i trucchi con uno specchio. Posai il mio borsone davanti al letto e lo riportai alla forma originale, dato che l'avevo rimpicciolito. Dovevo ammettere che mi piaceva davvero tanto la mia nuova stanza.

Decisi di prendere biancheria intima e un cambio comodo. Mi diressi in bagno e iniziai a riempire la vasca. Avevo proprio bisogno di un bagno caldo. Mi spogliai e mi immersi, rilassando i muscoli. Rimasi a mollo per un po', mi lavai anche i capelli, e mi cambiai. Asciugai i capelli e guardai l'orario, mancava ancora un'ora e mezza alla cena.

Aprii la mia borsa e uscii il mantello di Sev. Lo indossavo sempre quando mi mancava. Mi sdraiai, stretta ad esso, e ne inspirai l'odore. Senza neanche accorgermene mi addormentai, cullata dal profumo del mio amore proibito, ma ancora per poco.

°MARI°

occhi neri come la pece 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora