"Ho detto di no."
"Manuel non puoi fare sempre come ti pare, devi andarci."
"No. E 'sta discussione finisce qua."
Simone sbatte la porta della stanza di Manuel e si lascia cadere sul piccolo divano nel soggiorno di casa Ferro. Ci sono solo loro due, Anita è al lavoro e non rientrerà prima di due ore. Simone è talmente stanco dei capricci di Manuel che vorrebbe andarsene, ma Manuel ha avuto la febbre alta tutta la notte e non lo lascerebbe mai da solo, soprattutto perché non vuole andare dal medico per controllare quel mal di gola nascente e lo sta facendo dannare come se fosse un bambino di due anni che ha paura di prendere lo sciroppo. Chiude gli occhi portando la testa indietro per appoggiarsi allo schienale e cerca di regolarizzare il respiro massaggiandosi contemporaneamente le tempie pulsanti. Non ha il tempo di farlo, perché sente la porta della stanza di Manuel aprirsi e il ragazzo fare il suo ingresso in salotto avvolto nella trapunta del letto. Sembra minuscolo e Simone non può vietare al suo cuore di stringersi d'affetto.
"Ti sei arrabbiato?"
Simone lo sa che la voce è resa roca dal mal di gola, ma sentirlo così lo manda su di giri lo stesso e si sente pessimo, un cretino, o semplicemente un ragazzo della sua età con gli ormoni a palla e con un ragazzo bellissimo davanti.
"No, vieni qua?", risponde battendo una mano sulle sue gambe e Manuel non se lo fa ripetere due volte, in pochi passi è rannicchiato contro Simone che lo stringe a sé. Se c'è una cosa che Simone ha capito in quelle ore è che Manuel è più arrendevole quando sta male. Ed è anche un piccolo gattino bisognoso di coccole.
"Ti dovrei fare un video così posso minacciarti quando fai tutto il duro e lo strafottente."
"Non lo faresti mai."
"Non mi sfidare Manu."
Simone gli arruffa i capelli e Manuel va incontro a quelle carezze chiedendone silenziosamente di più. Ci starebbe una vita intera abbracciato a Simone, non glielo dice a parole ma si stringe a lui ancora un po', lasciando che il calore dei loro corpi diventi uno e il loro profumo si mischi e si insinui in lui.
"Lo so che rischi di prendere la febbre anche tu, ma torniamo a letto e ci infiliamo sotto le coperte?"
Manuel lo chiede senza guardarlo in faccia, finge di sistemarsi meglio la trapunta sulle spalle, ma è imbarazzato per quella richiesta venuta fuori senza riflettere.
"Dai, andiamo."
Simone senza sforzo si mette in piedi tenendolo ancorato a sé, provocando in Manuel un verso di sorpresa che lo fa ridere divertito.
"Ho capito a cosa serve il rugby."
"Idiota!"
"Ehi non si trattano male i malati, sei senza cuore!"
Simone ride ancora, non riesce a smettere di farlo mentre si lascia cadere di schiena sul letto di Manuel trascinandoselo addosso.
"Ah sono senza cuore? E io che volevo prendermi cura di te, vorrà dire che me ne torno a cas..."
"Ma 'ndo vai!"
Manuel si aggrappa a lui come se fosse un koala, se solo volesse Simone potrebbe spostarlo senza fatica, ma non vuole e resta lì a ridere spensierato, ché nemmeno nei suoi sogni più vividi aveva immaginato un Manuel così bisognoso di averlo accanto. Sente il suo corpo rabbrividire e ci mette poco a capire che la febbre sia tornata, così si premura di scostargli i capelli dal viso.
"Vuoi dormire un po'?" Gli chiede premuroso dandogli un bacio sulla fronte.
"Non te ne vai?"
Gli occhi lucidi di Manuel lo guardano speranzosi e Simone non può fare altro che negare scuotendo la testa.
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Le luci di Roma
RomanceDopo l'incidente di Simone sembrava tutto tornato come prima ma durante l'estate Manuel e Simone non si sentono più, uno passa l'estate a Roma mentre l'altro in Scozia da sua madre. Quando tornano a scuola tra loro c'è tensione e le cose non dette l...