di quando ero solo e sei venuto a prendermi

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Il buco che sente nel petto è talmente ampio che potrebbe caderci dentro e non uscirne più. Non riesce a dormire, sono ore che è sul suo letto, al buio, con addosso una coperta troppo calda per quel periodo dell'anno, ma Simone sente freddo.
Sono passati sei giorni da quando lui e Manuel hanno litigato, a scuola si sono ignorati e Simone ha cercato di passare meno tempo possibile in classe. Durante la ricreazione sta con Federico, non ha raccontato niente a nessuno, ma il suo nuovo amico e Laura sanno che qualcosa non va. Provano a estorcergli qualcosa, ma l'unica cosa che Simone ripete è che sta bene. Non si gira nemmeno per sbaglio verso Manuel, ha pensato di cambiare posto per evitare di sentire il suo profumo. Si sente talmente umiliato, dovrebbe essere abituato alle sue frasi infelici e invece, ci rimane ogni volta peggio.
Si prepara per andare a scuola, infila qualche libro nello zaino e scende al piano inferiore raggiungendo il tavolo della cucina per fare colazione. Non è molto presente, sente la voce di sua nonna, ma non la sta ascoltando veramente e la donna deve accorgersene perché si alza dal tavolo borbottando di quanto siano complicati i ragazzi di oggi. 

"Certo, essere figlio di Dante non aiuta."

"Cosa ho fatto ora mamma?" 

Dante arriva di fretta alle sue spalle rubando una tazza di caffè dal vassoio che tiene tra le mani.

"Ooh lascia perdere!"

*

Simone vorrebbe tornare nella sua stanza a dormire invece è incastrato in quel banco, un po' stretto per le sue gambe lunghe, da quasi due ore.

"Signor Balestra ha intenzione di raggiungermi alla lavagna o vuole che le porti un aperitivo?"

La voce del professor Lombardi spiazza Simone, si volta verso Laura spaesato mentre lei gli fa cenno di andare, talmente perso nei suoi pensieri non ha sentito il professore chiamarlo per l'interrogazione. Si schiarisce la voce prima di alzarsi portando con sé il libro di latino, fermandosi poco dopo accanto alla cattedra. Il silenzio avvolge la classe mentre il professore sfoglia il libro alla ricerca di una versione da far tradurre.

"Pagina 84."

Simone alza di poco lo sguardo prima di aprire il libro e incrocia gli occhi di Manuel. Si guardano per un secondo e a Simone viene da piangere.

Inizia a leggere, fermandosi di tanto in tanto per schiarirsi la voce e provare a tradurre. Non è mai andato malissimo in latino, ma quel giorno sembra essere un alunno di primo superiore al primo approccio con la lingua. Il suono della campanella lo salva in calcio d'angolo e si lascia andare a un sospiro di sollievo che non sfugge al suo professore che mentre sistema la sua borsa borbotta su quanto l'ignoranza regni sovrana in quel posto. Uscendo si scontra con Dante.

"Anche oggi è una bella giornata per il professor Lombardi vedo", dice facendo ridere l'intera classe. Simone abbozza un sorriso tornando a sedersi al suo posto.

"Professò ha appena salvato Simone dall'interrogazione, la prossima volta si ricordi di me!"

"Cercherò di prevedere la tua interrogazione Matteo."

"Grazie professò, non so nemmeno che so le versioni, figuriamoci se le so tradurre."

I suoi compagni non possono fare a meno di ridere e una risatina scappa anche a Dante.

"Voi siete d'accordo, immagino", dice accomodandosi sul bordo della cattedra.
"Eppure, molto tempo fa qualcuno disse che la conoscenza deriva dall'esperienza."
Si alza facendo il giro per raggiungere la lavagna e iniziare a scrivere, prima però Matteo prende parola.

"Me sembra quelli che dicono che pe annà a lavorà devi avè esperienza e poi non te la fanno fa!"

"Come sempre i tuoi interventi sono lungimiranti Matteo."

Le luci di RomaNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ