"Prego, la festa è di qua!" ci fa segno con una mano di entrare, mentre con l'altra getta la sigaretta e la spegne con il tacco dodici che indossa.

Una volta aperta la porta, i miei timpani quasi esplodono.

Mi chiedo come fosse possibile che dall'esterno non si sentisse il volume esagerato della musica.

Con mia sorpresa, dalle casse non esce né trap né musica commerciale, bensì dalla magnifica techno.

Sorrido, finalmente si ragiona.

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Non passano nemmeno cinque minuti che Matteo mi ha già abbandonato, lasciandomi alla mercè di gente che non conosco.

Mi sorprendo di non sentirmi un pesce fuor d'acqua, credo sia merito della musica, che fa senz'altro guadagnare qualche punto a questa festa.

Cerco di mostrarmi tranquillo mentre mi accodo al gruppo di persone che si dirige verso la cucina in cerca di alcool.

Ho visto abbastanza serie tv americane da capire come funzionano le feste in casa dei ricconi: in cucina si trova la concentrazione maggiore di superalcolici, fusti di birra e l'occorrente per mischiare il tutto sotto forma di cocktail.

Con finte mani esperte mi creo un Cuba Libre.

Cerco il Rum, la coca e il lime e mischio gli ingredienti senza sapere esattamente le dosi da usare.

Mi schifo un po' rendendomi conto che il ghiaccio viene preso da tutti dal secchio con le mani, in nome dell'igiene. Infilo la mano e recupero i cubetti più in basso possibile.

Ci sono andato pesante con il rum, ma tanto meglio.

Con il bicchiere in mano, mi avvicino alla zona esterna della casa, sul retro, dove si sta svolgendo la vera festa.

Le vetrate scorrevoli del salotto sono aperte e creano un unico grande spazio. 

È letteralmente uno spettacolo.

Per evitare di congelare, ci sono un paio di stufe a fungo da esterno, nei due lati che delimitano quella che sembra a tutti gli effetti la pista da ballo di una discoteca vera e propria.

Un gruppo di ragazzi agita le mani a ritmo davanti alla consolle, incitando il Dj ad alzare il livello di Bpm. Un paio di ragazze stanno ballando strette da loro, più precisamente si stanno strusciando evidentemente ubriache e io non posso fare a meno di osservarle.

In dubbio se sentirmi uno maniaco oppure un genitore che controlla la situazione, decido di mischiarmi agli altri nella pista da ballo, senza precise intenzioni se non quelle di godermi finalmente un po' di techno.

Mi avvicino a un gruppo di giovani che ballano sollevando una mano verso il Dj e muovendo la testa a ritmo, quello che io e Samantha abbiamo soprannominato "il ballo del piccione", tipico di questa musica.

Mi aggiungo a loro, chiudendo gli occhi e lasciandomi trasportare.

Dopo qualche canzone sono sudato e ho già vuotato il bicchiere.

Approfittando di una traccia che non mi piace granchè, decido di tornare in cucina nella speranza che non sia finito il rum.

Mentre mi avvio, intravedo il mio capo e Rebecca limonare di gusto appoggiati a un muro.

Se le serie tv che ho guardato mi hanno insegnato bene, a breve si sposteranno al piano superiore per scopare di gusto nella camera matrimoniale dei genitori di lei.

Tutto ciò è meraviglioso.

Questa volta cerco di dosare il mio drink con più precisione, sentendo già la testa che mi gira leggermente.

Sono concentrato nel riempire il misurino del Rum quando, con la coda dell'occhio, intravedo una figura di fronte a me.

Non capisco, mi sta fissando?

Indugio lo sguardo nel suo e capisco che, effettivamente, sta guardando proprio me.

Le sorrido e lei mi ricambia, mandando giù uno shottino tutto d'un fiato, senza mai distogliere gli occhi grandi e scuri dai miei.

D'istinto ridacchio a scuoto la testa, mi stai sfidando?

Finisco di preparare il cocktail con gli occhi fissi nei suoi, sperando di non farlo scivolare facendo la figura del coglione.

Preso da un nuovo spirito di iniziativa, allungo la mano verso di lei, invitandola a spostarci.

Lei mi afferra il braccio e mi fa cenno di seguirla. Le sto dietro, cercando di non far cadere il drink e allo stesso tempo mi perdo a guardarle il culo tramite i leggings neri che indossa.

Dio benedica i leggings.

Ci fermiamo ai bordi del patio esterno, senza entrare nella mischia.

"Io sono Elisa!" mi urla, rubando un sorso del mio cuba libre "che buono!"

"Io sono Lorenzo!" cerco di farmi sentire senza sbraitare e lei annuisce.

Sono leggermente offuscato dal rum, ma riesco a distinguere con precisione i tratti di Elisa. È mora, ha i capelli legati in una coda alta, lisci e lucidi.

Indossa un top bianco a maniche lunghe, che lascia scoperto l'ombelico e una profonda scollatura.

Non mi pare che sia truccata più di tanto, se non una traccia di nero sugli occhi.

Niente rossetto, niente denti gialli.

Beviamo insieme il mio drink senza parlare, ballando e sorridendoci a vicenda.

Si muove in modo provocante ma non esagerato, e io finisco per avvicinarmi a lei tanto da sentire il suo seno premere sul mio sterno.

Considerando che è stata lei ad approcciarsi per prima, credo che ora si aspetti che io faccia il prossimo passo.

"Ne vuoi un altro?" le chiedo indicando il bicchiere vuoto.

Al suo cenno della testa, le prendo la mano e mi incammino verso l'interno della casa.

Mi dirigo verso la cucina ma, a metà strada, mi accorgo di una scala che conduce al piano superiore.

Mi fermo, colto da un'improvvisa sicurezza di me stesso, e la guardo.

Indico le scale con il mento e lei, contro ogni previsione, mi sorride.

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Ho sentito dire in giro che qualcuna di voi ha avuto il coraggio di paragonarmi a un termosifone, di dirmi che faccio il prezioso e che ho il sex appeal di un mammut!
Ebbene, perché dev'essere per forza colpa della mia autrice, se io sono così?
Sto cercando di migliorare me stesso, e non è facile!!!
Prometto che cercherò di rendermi più.... Sexy, soprattutto per voi!
Con affetto,
Lorenzo 🖤

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