2 • Lie castle

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Arabella:

Durante il tragitto verso casa, Miley era rimasta in silenzio, ma riuscivo a percepire la sua agitazione e una volta arrivata a casa, iniziò a tempestarmi di domande, ripetutamente.

‹‹Voglio solo sapere cosa ti ha detto.›› disse quasi urlando, spaventandomi leggermente e se ne accorse, perché dopo iniziò a fare respiri profondi.

‹‹Miley, é la quinta volta che lo ripeto... Non mi ha detto o fatto nulla di sbagliato.›› dissi appoggiando le mani sulle sue spalle, lei in risposta annuì chiudendo gli occhi.

‹‹Scusami, scusami.›› disse andandosi a sedere sul divano, portandosi le mani in faccia e appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

‹‹Il fatto è che due sere fa ho visto... Ho visto... Non dovrei parlarne con nessuno, ma quell'uomo è davvero pericoloso, Ara. Devi stargli lontano.›› disse in panico e agitata, come se stesse rivivendo qualcosa.

‹‹Cosa... Cosa hai visto?›› chiesi in un sussurro con il timore di sapere la risposta.

‹‹Era dopo aver fatto il mio spettacolo, sai il mio vizio per il fumo... E quella sera avevo deciso di appartarmi nel retro del locale, volevo stare in pace e non era la prima volta che mi recavo lì, non era mai capitato nulla, non avevo mai visto nulla di strano e all'inizio anche quella sera era così, ma poi... Poi ad un certo punto sento delle voci, delle urla per la precisione e parole spregevoli, espresse con rabbia.

Mi avvicino ad esse e quello che vedo mi fa accapponare la pelle, vedo il Signor Notts picchiare a sangue qualcuno, Ara.

Egli aveva un fottuto di tirapugni in metallo e c'era così tanto sangue sulla sua camicia, esso lo vedevo schizzare in aria, colpo dopo colpo.

Ma quello che mi ha fatto diventare così folle è stato dopo...›› disse cercando di prendere fiato durante il suo racconto.

Mentre in me sentivo salire la pelle d'oca e brividi lungo la mia schiena.

‹‹Cos'è successo dopo?›› dissi sempre in un piccolo sussurro, avrei voluto pensare che fosse surreale, ma non potevo, voci su quel posto giravano e anche sul proprietario del locale e in quel momento la mia migliore amica mi stava raccontando qualcosa di raccapricciante che aveva visto fare al Signor Notts.

‹‹Aveva una cazzo di... Aveva una fottuta pistola nei pantaloni che fuoriusciva.

Ma non è tutto, no...

Lui poco dopo essersi fermato ha tirato fuori la pistola e ha detto "Frank dimmi le tue ultime parole" e lo disse con tono divertito, Ara. È un cazzo di psicopatico. Sono corsa via prima che potessero vedermi e mentre raggiungevo i camerini ho sentito uno sparo, lui lo ha ucciso ne sono sicura. Dannazione!›› Disse piangendo, con le lacrime sul viso.

Ero esterrefatta, non mi aspettavo questo tipo di racconto.

Avevo notato che da due giorni la mia migliore amica era spaventata e sembrava come se non volesse andare al "PICTURESQUE", ma mai avrei pensato una cosa del genere.

A grandi passi mi avvicinai a lei, mi sedetti anch'io sul divano e l'abbracciai, lasciandola sfogare, lasciando che le sue lacrime bagnassero la mia pelle.

‹‹Devi andartene da lì, Miley.›› dissi dopo che si calmò e lei in risposta scosse la testa.

‹‹Non posso, darebbe sospetto, lui sa quanto per me serva questo lavoro. Voglio solo che tu stia lontano da lui e da quel locale.›› disse passandosi più volte la mano sul viso.

Sospirai e annuii semplicemente.

‹‹Va bene, stai tranquilla, poi lo sai che il lavoro non me lo permette, tra la fotografia e lavorare al "Coffee Bar" sono piena.›› dissi sospirando, cercando di chiudere l'argomento.

‹‹Devi prometterlo.›› disse quasi di nuovo esasperata.

‹‹Te lo prometto.›› dissi cercando di calmarla e penso che lei lo notò, sospirò e iniziò di nuovo a piangere.

‹‹Voglio andarmene da lì, per carità vengo trattata bene, ma ora che non lo sanno, se dovessero scoprire cosa ho visto, non so che fine farei.›› disse con sguardo perso nel vuoto.

L'abbracciai di nuovo e le risposi con tono dolce: ‹‹Andrà tutto bene, te lo prometto.›› mentre lei mi diede un piccolo sorriso.

‹‹Ti voglio tanto bene, Ara.›› disse Miley ricambiando l'abbraccio.

Eravamo come sorelle, lo eravamo per davvero.

Lei c'era sempre stata per me, soprattuto in un periodo davvero buio della mia vita.

Lei era lì ad asciugare le mie lacrime, proprio come stavo facendo io in quel momento con lei.

Lei era lì a medicare le mie ferite e a curare le urla nella mia testa.

Lei era la mia vita.

Hermes:

‹‹Cosa significa che abbiamo un testimone dell'uccisione di quel patetico di Frank?›› chiesi praticamente urlando ai miei due uomini fidati.

‹‹Capo, dalle telecamere abbiamo rivelato una delle ballerine fuori a fumare, ma poi si vede che ha sentito le urla, perché si è avvicinata a voi e ha visto tutto›› disse l'uomo di cui non mi interessava nemmeno sapere il nome, aveva il viso basso e non osava guardarmi negli occhi.

‹‹PORCA PUTTANA!›› urlai, scagliandomi verso l'uomo, ma venni fermato in tempo da Marcus.

‹‹Hermes, ragiona, un altro morto non aiuta.›› disse cercando di salvare la vita al povero e patetico uomo.

‹‹Voglio il nome della ballerina, adesso, dimmi il fottuto nome. La risolverò io la questione, personalmente.›› dissi cercando di non perdere la calma, cercando di darmi una calmata, il più veloce possibile.

‹‹Miley Perlusa.›› disse l'altro uomo, che finora era rimasto in silenzio.

Sorrisi, ma non per lei.

Oh no; sorrisi perché avrei potuto usare una buona carta da giocare a sfavore di Arabella, la ragazza dai capelli rossi e gli occhi blu che mi aveva fottuto la testa da ormai tre mesi.

‹‹Hai in mente qualcosa e non centra Miley.›› disse Marcus, in risposta feci un cenno di conferma, ma con lo sguardo perso nel vuoto.

‹‹Fuori. Potete andare.›› e i due uomini senza nome non se lo fecero ripetere due volte, andarono via mentre io mi sedetti sulla mia poltrona.

‹‹Cos'ha in mente la tua testolina da grande capo?›› disse Marcus ridendo ed io in risposta sbuffai.

‹‹Marcus devo ricordati che fino a prova contraria sono il tuo capo?›› ridacchiai leggermente e ciò lo fece strabuzzare gli occhi.

‹‹Hai sorriso! Questo porterà un incedibile uragano.›› disse dandomi un pugno sulla spalla, cosa che ricambiai con molta più forza sulla sua.

‹‹Cazzo!›› disse semplicemente, iniziando a lamentarsi dal dolore.

‹‹Ritornando al discorso... Cos'hai in mente di fare con Arabella?›› disse Marcus curioso ed io sorrisi di nuovo, in maniera piuttosto sinistra oserei dire.

‹‹Una proposta. Le farò una proposta. Ma tutto a suo tempo.›› dissi semplicemente e ciò lo fece incuriosire.

Ma non osai dire altro, avevamo bisogno di tempo.

Oh mia dolce Arabella, presto sarai mia, tra le mie grinfie, tra i miei complotti e i miei giochi.

Oh mia dolce Arabella, il castello delle bugie è pronto per accoglierti, sarò la bestia, colui che amore non ti saprà dare, ma colui che paura invece ti farà provare.

N/A:

Eccomi qui con il secondo capitolo, lo avrò cambiato come minimo 5 volte, ma sono fiera del risultato.
Non pensavo di fare un doppio aggiornamento, ma non riuscivo ad aspettare.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate con un commento, sono troppo curiosa.
Detto questo spero vi sia piaciuto, se vi va lasciate una stellina. <3

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