Prologo

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Ero arrivato alla fine dei giochi.

Mi aveva ingannato, ed io... Ero caduto come un angelo dal cielo, privo delle mie ali, dentro alla sua trappola.

Lei era decisamente un demone alato. Era la figlia della notte. 

Degna del suo nome...

Arabella era una condanna.

Era inganno, furbizia e malizia.

Era una donna sporca, i suoi occhi da cerbiatto mi tenevano incastrato, ella mi aveva reso vulnerabile.

Segreti, bugie e mostri si trovavano sotto il mio letto; essi erano i volti delle persone che avevo ucciso lungo il mio cammino.

Il pavimento dell'attico era freddo come il mio cuore. Mi ero fidato di lei, le avevo donato anima e corpo.

Ma non potevo pretendere di essere migliore in questo gioco, non quando, pure io, non avevo fatto altro che essere ancora più sporco di lei. Non c'era del buono in me e forse era meglio così.

"Arabella, ti fermi mai a pensare a me?" Pensai.

Rimembro ancora quella volta che lasciasti il tuo libro preferito a casa mia ed io, così curioso, iniziai a leggerlo, per vedere e per capire il tuo punto di vista sull'amore; perché io a quel tempo conoscevo solo la parola, ma non il significato.

Ero rotto, distrutto in mille pezzi.

Stavo precipitando in un buco nero... Come Alice. 

Mentre tu, mia dolce e ingannevole Arabella, eri il Cappellaio Matto.

Il Bianconiglio stava urlando: ‹‹È tardi! È tardi per rimediare a due cuori infranti››.

Ed era vero... Era troppo tardi, per rimediare.

N/A:

Eccomi qui con il prologo, ci ho messo un po' a scriverlo, perché avevo cinque idee, solo che due spoileravano troppo :) quindi meglio di no, le altre non mi convincevano, quindi... Ho dovuto riscrivere il tutto di nuovo, provando a incastrare qualcosa di "poetico" senza spoilerare. 

Spero vi sia piaciuto, se vi va lasciatemi una stellina e un commento, ci tengo molto. <3

PICTURESQUEWhere stories live. Discover now